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La mia avversaria gioca a tennis è il preludio della sfida che Fabrizio Canciani è stato costretto ad affrontare.
In questi giorni il tennis è al centro dell’attenzione mediatica e tutti, sportivi e non, in qualche modo lo seguono, ma io ti vorrei raccontare di questa partita a tennis diversa.
Fabrizio Canciani è scrittore e cantautore, un esponente di quella Milano artistica che regala sempre un forte senso di appartenenza e il bello di quel lato che mantiene la sua connotazione caratteristica ridimensionandone l’aspetto cosmopolita.
Definito “il cabarettista prestato al romanzo giallo” Fabrizio ha portato in scena tra gli altri lo spettacolo Delitti e canzoni che è anche un libro.
I suoi libri pubblicati da Todaro Editore sono sette, a cavallo tra il 2004 e il 2011, e poi ci sono pubblicazioni con altri editori.
Per descriverti Fabrizio in maniera immediata ed efficace riporto le parole di introduzione a uno dei suoi libri:
Ho conosciuto Canciani in un locale underground, molto underground, più underground che locale, insomma, di periferia; dove, in un periodo di grande rumore televisivo, si tentava la strada di un cabaret di tipo intelligente. Oppure no.
Lui è uno bravo, anche quando scrive. Mi sento di consigliare vivamente la lettura del suo giallo.
Oppure no.
Enzo Jannacci
Tra le canzoni che Fabrizio ha scritto, non posso non citare Nerazzurri siamo noi.
Fabrizio ha anche cantato a San Siro per la festa dello scudetto nel 2007.
Avrà cantato anche per la doppia stella quest’anno, ma non sul campo.
Perchè la sua avversaria gioca a tennis.
Antonius Block, nobile cavaliere scandinavo, al ritorno dalle crociate in Terra Santa, trova la morte ad attenderlo sulla spiaggia. Lei vorrebbe portarselo via ma il cavaliere decide di sfidarla a scacchi. Una sfida impari, la morte conosce mille trucchi, è invincibile. Lui cerca solo di guadagnare un po’ di tempo, solo un po’ di tempo. Giusto la durata di un film: Il settimo sigillo di Igmar Bergman.
Io non tornavo da nessuna crociata, detesto le crociate, persino le parole crociate mi annoiano.
Io avevo la mia vita.
E mi piaceva. Anzi, stavo attraversando un periodo davvero felice, e non è così scontato di questi tempi.
Ma un giorno, tornando a casa, ho trovato anch’io un’avversaria ad attendermi, a sfidarmi. Non sulla spiaggia, in cucina, a cena.
La morte? No, peggio, peggio. Intanto la morte gioca a scacchi, ti siedi lì bello tranquillo, muovi i pedoni, ci ragioni, non puoi sperare nella fortuna ma solo nell’ingegno, e se sudi è solo per la tensione.
La mia avversaria gioca a tennis …
Una lettura toccante che ti fa sentire immensamente ricco.
Vero.
Io ringrazio per aver letto e per aver descritto esattamente quello che è anche il mio pensiero.
Nel trambusto del nostro quotidiano affannarci all’inseguimento del famoso equilibrio sopra la follia, spesso ci dimentichiamo della fortuna di non aver incontrato sfide di questo tipo.
Una reale ricchezza estremamente importante.
bella l’immagine che hai scelto…
il colore bianco e verde mescolati insieme… la purezza della vita e la speranza… sono perfetti per affrontare le sfide quotidiane…
in fondo è anche quello che un po’ insegna il gioco del tennis… ogni tiro sbagliato ci insegna a fare del nostro meglio…
buona giornata Claudia… 🥰🤗☀️
GRAZIE Cinzia!
In effetti questa immagine mi ha colpita al primo sguardo.
Mi piace che tu abbia immediatamente accosato il verde alla speranza. Il verde è il mio colore preferito.
Sì: a ogni tiro sbagliato dobbiamo continuare a cercare di fare del nostro meglio.
GRAZIE e buona giornata a te <3
Spiazzante la metafora del tennis, dà l’idea della continua corsa in affanno per respingere gli attacchi e anche della potenza dei colpi sferrati. Ti rendi davvero conto che la salute non è la normalità, ma un regalo enorme di cui siamo consapevoli solo quando ci viene sottratta. Grazie per questa condivisione
Raffa, spiazzante è esattamente quello che ho pensato anche io.
Già: tu esprimi alla perfezione il modo in cui diamo la salute per scontata finché non viene a mancare.
GRAZIE a te per aver letto: è bello che in tanti conoscano ciò che Fabrizio ci ha lasciato.
Molto interessante, grazie per il suggerimento. 🙂
GRAZIE a te Naidia!
Felice che tu abbia letto.
Non conoscevo Canciani nella sua doppia di cantante e di scrittore (e men che meno senza veste!!)
Scrive con brio e buona lingua.
Grazie di avermelo segnalato.
ml
Sono contenta nel mio strapiccolo per aver agevolato la scoperta di Fabrizio Canciani, e sottolineo che come sempre scegli le parole più adatte: brio è azzeccatissima.
GRAZIE a te.
Bellissimo e terrificante come lo sono sempre i racconti di vita vissuta. Hanno qualcosa di diverso, di reale e di vivo che toccano nel profondo.
Vero Silvia, leggendo io ho avuto la sensazione di sentire i colpi, di sentire il fiato corto e di sentire l’angoscia della lotta impari.
GRAZIE
Ho letto tutto e sono contenta di essere arrivata fino in fondo.
GRAZIE Valeria!
Anche io sono contenta che tu abbia letto: sono parole che vanno diffuse secondo me.