COFFEE CITY

COFFEE CITY

Coffee City è una comunità lacustre situata su una penisola che si protende sul Lago Palestine, nel Texas orientale.

Con tre lati della città delimitati dall’acqua, è una località rinomata per la pesca, la nautica e altri sport acquatici.

Appena ho visto la foto con l’insegna di pensavo fosse un meme, dunque immagina la sorpresa quando ho capito che invece esiste veramente!

Cercando informazioni mi sono innamorata di questa specie di metafora: la storia di questa località può stare in un guscio di noci pecan.

Coffee City infatti si materializza solo negli anni ’60 dopo la costruzione del Lago Palestine.

Sì: costruzione, perché il Lago Palestine è un lago artificiale creato dalla Diga Blackburn.

Questo bacino si estende su porzioni di quattro contee dello stato del Texas: Anderson, Smith, Henderson e Cherokee.

Sorrido perché per noi Anderson e Henderson tendenzialmente suonano allo stesso modo, e Smith … beh è un po’ come l’equivalente del nostro Rossi …

Ma torniamo al nostra città del caffè, che a quanto pare ospita una comunità residenziale senza storia ma con una recente cronaca infausta: pare infatti che a Coffee City ci fossero 250 abitanti e 50 poliziotti … che dire?

Forse meglio concentrarsi sul Coffee City Fire Department: Vigili del fuoco, che negli Stati Uniti sono una istituzione per antonomasia.

A Coffee City c’è anche il Bella Italian Café

Non ho trovato particolari collegamenti con l’Italia, ma è comunque un tributo, che ne dici?

Mentre ci riflettiamo ti lascio ammirare questo panorama …

DISTRIBUTORI DI CAFFÈ

DISTRIBUTORI DI CAFFÈ

Per più di trent’anni ho lavorato in un’azienda dove non c’era il distributore del caffè.

Lo so: sembra incredibile, eppure è vero.

I miei colleghi però si erano organizzati con una moka e preparavano il caffè a metà mattina e nel pomeriggio.

Appena il caffè era pronto mi chiamavano.

Bello.

Io contribuivo alle spese e alle chiacchiere 🙂

Ma in realtà non avevo mai realmente constatato situazioni del tipo rappresentato dalla famosa sit-com Camera Cafè per intenderci.

E tu invece?

Immagino che chiunque possa raccontare aneddoti tra i più svariati, o sbaglio?

Credo che sia anche possibile raggruppare i personaggi in categorie, come ad esempio gli approfittatori … ovvero coloro che non hanno mai moneta o vogliamo chiamarli con un appellativo un po’ più in gergo?

Forse andrebbe creata una forma di caffè sospeso anche per i distributori.

A proposito di inventare … lo sai chi è l’autore del primo congegno per distribuire automaticamente?

Erone!

Il suo distributore però era per acqua santa, e a ben pensarci … mi viene un sorrisone 😉 io ad esempio ne avrei molto bisogno …

Scherzi a parte, l’idea nacque dal fatto che Erone aveva notato uno spreco di acqua fuori dal tempio.

Grazie al suo meccanismo una moneta colpiva una leva che erogava una data quantità di acqua per ogni persona.

Che dire? Adoro le menti geniali.

Tu che tipo di distributore vorresti?

Dunque che dici, il caffè di questa settimana lo prendiamo al distributore?

 

GENOVA JEANS

GENOVA JEANS

 

Ti segnalo la manifestazione che si terrà da oggi fino al sei settembre: Genova Jeans un progetto multiforme e ambizioso che inaugura la via del jeans.

Una iniziativa del genere non poteva che svolgersi a Genova, città che ha dato il nome e l’origine al capo di abbigliamento più diffuso e universale in assoluto.

Blu di Genova.

Perché noi al De Nimes non prestiamo attenzione giusto? E non per tirare fuori la solita rivalità con i cugini d’oltralpe … 

Curiosa di sapere in cosa consiste questa “via del jeans” che viene definita futura Carnaby Street genovese, mi sono ritrovata a pensare a come i jeans sono cambiati dal primo paio indossato da bambina a oggi.

Così ho provato a ripercorrere la trasformazione dei modelli:
anni 50, Marylin, un mito

anni 60: B. B. incarna la libertà

l’immagine simbolo degli anni 70 è indiscutibilmente rappresentata dai jeans a zampa di elefante

che negli anni 80 si stringono in fondo e qui non c’è il minimo dubbio: i jeans a vita alta di Re Giorgio.
Ma io che non me li potevo permettere amavo la versione balloon arricciata o in alternativa con la baschina.

alti e poi bassi? Mah! Negli anni 90 il must era larghi e lunghi fino a calpestarli …

anni 2000 ad abbassarsi è stata la vita … fin quasi a scomparire

anni 2010 risaliamo ma i centimetri recuperati spariscono in larghezza: versione skinny

E ora? Prosegui tu?
Quante paia ne possiedi? Quanto spesso indossi i jeans? Trovi che possano essere adatti a tutte le occasioni?

Il tuo lavoro prevede la possibilità di vestire anche un paio di jeans oppure hai un dress code? Penso ad esempio a quando sono stati banditi da Bush per i collaboratori della Casa Bianca.

Riesci a trovarli del tutto personali? Chiedo questo perché trovo singolare anche solo il fatto che esista un dibattito, riportato sul New York Times  secondo il quale basare indagini FBI sull’unicità del tessuto di jeans indossati da sospetti criminali, dal momento che ogni paio ha un modello di usura unico impossibile da replicare in maniera del tutto identica.

A proposito, è da qui che i 501 ci sono stati presentati in versione stone washed.

Ma troppa acqua è passata sotto i ponti per cui oggi la tendenza si dirige verso chi invece promuove comportamenti eco-sostenibili come ad esempio Howies, Monkee Genes, o addirittura Mud Jeans che li affitta dietro pagamento di una tariffa di noleggio mensile che può durare 12 mesi dopodiché i jeans sono tuoi.

Cosa ne pensi?

LA MEMORIA DELL’ACQUA

LA MEMORIA DELL’ACQUA

Se la vibrazione è energia, allora la risonanza è il modo in cui essa si propaga, perciò la risonanza è in grado di trasmettere energia.”

Queste parole di Masaru Emoto racchiudono l’essenza dei suoi studi sulla memoria dell’acqua.

Conoscevi già questa teoria?
Quando Massimo me ne ha parlato, io sono rimasta letteralmente incantata.

La musica, come ho già scritto, per me è energia e costituisce una componente essenziale.

Anche l’acqua è un elemento molto importante che nel mio caso si concretizza nel legame con il mare.

Ma come si combinano?
Masaru Emoto ha intrapreso ricerche approfondite sull’acqua in tutto il pianeta, non tanto come ricercatore scientifico, ma più dal punto di vista di un pensatore originale. Riuscendo a dimostrare che è nella forma di cristallo ghiacciato che l’acqua ci mostra la sua vera natura.

Come?
Congelando campioni di acqua precedentemente esposti a musiche di vario genere ed osservandone successivamente i cristalli.

Sembra persino una fiaba vero?
Colpisce con tutta la delicatezza dell’universo giapponese e della loro attitudine, che sinceramente io invidio.

Ascoltando questa intervista mi sono rimasti impressi alcuni passaggi, ad esempio quando dichiara: “mi sento di avere molto in comune con Don Chisciotte.”

Oppure quando parla di tradizione spirituale giapponese e di HADO: letteralmente cresta dell’onda, che rappresenta proprio la vibrazione energetica che si trasforma in memoria dell’acqua.

Meraviglioso.

Devo però anche dire che personalmente, considerando Giappone e acqua, i miei pensieri non possono fare a meno di correre sulla drammatica situazione di Fukushima e dell’imminente scadere del tempo rimasto per i serbatoi.

Anche per questo risulta ancor più prezioso l’intento del Dottor Emoto di dedicarsi ai bambini, che non hanno l’imprinting negativo degli adulti, attraverso il suo Peace Project

Come dargli torto?
E pare non si possa dare torto nemmeno riguardo ai suoi studi sui quali è stato svolto un test in doppio cieco a riconferma.

Tu cosa ne pensi?

Sull’onda emotiva di questo modo della musica di materializzarsi in cristalli, mi sono poi ritrovata a riflettere su un altro stupendo frangente in cui la musica impressiona la memoria: la gravidanza.

A questo proposito mi farebbe TANTO piacere se qualcuno volesse raccontarmi la propria esperienza.

Io ho sempre fatto ascoltare musica a nostro figlio: prima che nascesse e anche dopo. Sul tipo di musica forse non sono stata granché ortodossa …

A questo proposito ho trovato la tesi della Dottoressa Alexandra Lamont: docente senior di psicologia della musica presso la Keele University, secondo la quale i bambini possono ricordare le cose dall’utero molto più a lungo di quanto pensassimo.

Lo studio di ricerca dell’Università di Leicester riportato da NewScientist ci spiega che:
La psicologa Alexandra Lamont ha scoperto che i bambini di un anno ancora riconoscevano e preferivano i brani musicali che venivano suonati loro prima di nascere. Studi precedenti hanno mostrato che i bambini avevano familiarità con le esperienze prenatali solo quando avevano pochi giorni.
Lamont aveva pensato che i bambini potessero sviluppare un gusto per lo stile musicale suonato dalle loro madri, ma non era vero. Invece, è stata sorpresa di scoprire che i bambini potevano discriminare e ricordare le singole canzoni.

Sempre a cura della dottoressa Lamont ho anche trovato una World Café participatory discussion “coincidenze? Io non credo …”

Scherzi a parte, tu che musica vorresti cristallizzare nella memoria?

SOLSTIZI COMARI E TAROCCHI

SOLSTIZI COMARI E TAROCCHI


Nei giorni scorsi mi si sono incrociati vari pensieri, partendo dal post di Gabriella sull’Acqua di San Giovanni ma anche sul rito del fuoco per diventare comari non nel senso che io avevo finora dato a questa parola.

Acqua e fuoco dunque.
Acqua e fuoco che secondo Cicerone non ci sono utili in più circostanze che l’amicizia.
Acqua e fuoco, due dei quattro elementi della vita.

L’acqua e il fuoco che i druidi definiscono Litha cioè luce della riva perché il fuoco, o meglio il sole, che ha raggiunto lo zenit ed è arrivato al suo punto massimo, si tuffa nelle acque, sulla spiaggia, nel punto d’unione tra terra e mare.

Del solstizio d’estate, che Alidada ha descritto magistralmente nel suo Spicchio di cielo, mi sono innamorata tanti anni fa leggendo Sarum di Edward Rutherfurd che partendo dall’era glaciale vede proprio la nascita di Stonehenge che nel mio immaginario va ben oltre lo status di “ringing rocks” ad esempio, e si riveste di mistero con quel retrogusto di leggenda che amo.

Ma tornando a Litha, vorrei riprendere un po’ il concetto di Samhain: momento in cui il velo tra i due mondi è più sottile, però spostando la contrapposizione tra “sopra e sotto” proprio come una celebrazione del contrario, che ovviamente io adoro. Non a caso Litha viene definito anche giorno fuori dal tempo.

In questo capovolgimento, è come se gli elementi fuoco e acqua ribaltassero i loro ruoli in una unione magica.
Una suggestiva immagine a rappresentazione di questa magia si concretizza nelle candele galleggianti.

Fuoco, acqua.
Falò e rugiada.
Flutti e fuochi.

Così Shakespeare nel suo Sogno di una notte di mezza estate ci descrive la risposta di una fata:
Sui boschi e sulle valli
nei boschi e nei roveti
sui parchi e sui recinti
per flutti e per fuochi,
della sfera della luna
più presta men vado.
E servo la Fata Regina,
irrorando di rugiada
le sue impronte sull’erba.

Fuoco, acqua.
Sole e luna.

E poi mi sono ricordata del consiglio che mi aveva dato QueenFaee Studio nei commenti qui. Dove sole e luna traggono ispirazione dalle carte dei tarocchi Visconti Sforza, tanto per rimarcare le curiose coincidenze, e il mio legame con il territorio …

Questo corto di Garrone per Dior incanta come il fluttuare magico delle stelle sotto alla meravigliosa volta del castello toscano di Sammezzano che esattamente come in rovesciamento sottosopra, le conduce a galleggiare nell’acqua della fontana.

Maria Grazia Chiuri ha voluto dare una rilettura ai tarocchi trasportandoli in una dimensione fiabesca ma anche artistica, nella quale i preziosi ricami e le trame ricercate dei tessuti danno vita a opere d’arte: quadri viventi, che non si lasciano soltanto osservare, ma trascinano in un percorso alla ricerca di risposte.

Il primo abito tra l’altro mi ha folgorata: foglie su pizzi, una sorta di commistione tra moda e natura che non a caso ho immediatamente trovato magica, e che mi ha fatto pensare in particolare all’albero della foto sotto al titolo, con il suo abito di edera, perché la Natura si veste meravigliosamente.

Ma forse quello che preferisco in assoluto è Le Pendu.

Tu a questo punto mi dirai “ma cosa c’entra tutto ciò’”

In realtà incrociando tradizioni, leggende e atmosfere fiabesche vorrei interpretare questa estate come una serie di carte che possono regalare una chiave di lettura che consenta il riappropriarsi della magia di sentirsi allineati al sole, pronti ad accogliere la luce.

E tu?
Cosa vedi o prevedi nelle tue carte?
Acqua, fuoco, o cos’altro?

P.S.: nei commenti la versione Keep Calm di Le Fou … ovvero una creatura sottosopra che vorrebbe essere una comare, che non tace come una cicala, che accumula come una formica e che sa essere pesante come una pietra, ma anche mooooolto più “sospesa” di Stonehenge laughing

Pin It on Pinterest