Purtroppo la situazione non fa che peggiorare, Denise ha annunciato con un tweet di essere stata rilasciata, un po’ come era successo per Agnes Chow, ma l’arresto ha coinvolto anche il personale di Stand News, il sito pro-democrazia di Hong Kong con l’accusa di “pubblicazione sediziosa.”
Si considera sedizioso ogni atto di ribellione, ostilità, eccitamento a sovvertire le istituzioni che sia in concreto idoneo a produrre un evento pericoloso per l’ordine pubblico.
Hong Kong, ex colonia britannica, è tornata al dominio cinese nel 1997 con la promessa che le sue libertà, compresa la libertà di stampa, sarebbero state protette.
Amnesty International ha chiesto l’immediata scarcerazione di tutti gli operatori dell’informazione arrestati solo per aver svolto il loro legittimo lavoro giornalistico.
A giugno anche il direttore del quotidiano Apple Daily: Jimmy Lai ha annunciato la chiusura sempre in seguito ad una serie di arresti.
In questo tweet c’è una lettera scritto di suo pugno dopo la condanna per la commemorazione di Tiananmen.
“Cancellazione sistemica della storia.”
Dunque l’appello di Denise Ho e delle voci come la sua sono estremamente importanti
Denise è nata a Hong Kong ma cresciuta a Montreal nel Quebec. Ha però deciso di tornare per lanciare la sua carriera nel Cantopop.
Tu conoscevi il Cantopop?
Io no, e ne ho trovato una interessante spiegazione qui
Tra l’altro ho scoperto anche Caffeine Tears dei Dear Jane! Ora devo assolutamente capire l’origine del nome di questa band che viene definita Chinese acoustic rock.
Becoming the song è invece il docufilm che descrive il percorso di Denise da popstar ad attivista per i diritti umani.
La Treccani ci dice che Coltan è un termine con cui, per contrazione, si identifica la columbo-tantalite, minerale nero metallico composto da columbite e tantalite. È una delle combinazioni in cui è possibile rintracciare il tantalio, metallo con cui si realizzano condensatori di piccole dimensioni ma molto efficienti (essenziali quindi in dispositivi portatili quali telefoni cellulari e computer, nonché nell’elettronica per l’automobile), ragione per la quale il coltan è diventato una materia assai ricercata.
In Congo, e in particolare nella zona di confine con Ruanda e Uganda, ci sono le miniere Luwow tristemente note per lo sfruttamento dei lavoratori e per l’orrenda piaga del lavoro minorile.
Amnesty International riferisce una stima Unicef del 2014 ma possiamo presumere che il numero sia sottostimato, dato il continuo esponenziale aumento di devices elettronici in circolazione.
Abbiamo ancora tutti impresso nella mente il nome Congo belga, che ci riporta direttamente al controllo dei territori cessato in tempi recenti come testimonia anche questo video dell’Istituto Luce datato 1960:
Un ricordo che per me si colloca sui banchi delle scuole elementari è: Zaire, il nuovo nome a partire dal 1971. La decisione viene presa da Mobutu che in una sorta di girandola politica tra avvicendamenti di Repubbliche e dittatura di fatto, è rimasto fino al 1997 figura ambigua in contrasto tra: il ruolo di padre della patria che intendeva ricoprire, e un profilo autoritario e corrotto.
La neonata Repubblica Democratica del Congo però non vede profilarsi la pace, e la corsa all’accaparramento del coltan aggrava sia il già duro conflitto interno su basi etniche, che quello con i confinanti Ruanda, Uganda e Burundi.
Con la dichiarazione del suo Presidente del 2 giugno 2000, il Consiglio di Sicurezza chiede al Segretario Generale di istituire un gruppo di esperti sullo sfruttamento illegale delle risorse naturali e di altre forme di ricchezza della Repubblica Democratica di il Congo, per un periodo di sei mesi, con il seguente mandato: – Dare seguito alle segnalazioni e raccogliere informazioni su tutte le attività di sfruttamento illegale delle risorse naturali e altre forme di ricchezza della Repubblica Democratica del Congo, anche in violazione della sovranità di quel paese; – Ricercare e analizzare i legami tra lo sfruttamento delle risorse naturali e altre forme di ricchezza nella Repubblica Democratica del Congo e la continuazione del conflitto; – Per tornare al Consiglio con raccomandazioni.
Con questa letteradatata aprile 2001 Kofi Annan presenta il suo Rapporto del gruppo di esperti sullo sfruttamento illegale delle risorse naturali e altre forme di ricchezza della Repubblica Democratica del Congo.
Un rapporto del Consiglio di Sicurezza dell’ONU del 2003 denuncia che i proventi dello sfruttamento del coltan da parte degli stati avversari sono serviti a finanziare i propri eserciti contro il Congo stesso. Oltre al fatto che le operazioni di ricerca ed estrazione del coltan da parte di forze ribelli, hanno provocato in Congo gravi danni ambientali all’interno di riserve e parchi nazionali.
Le principali multinazionali fondamentalmente dichiarano di non essere connesse allo sfruttamento, ma in fondo basterebbe risalire la corrente di società in società per arrivare alla fonte.
Afrewatch cita una causa: Lo scorso dicembre, un avvocato statunitense ha intentato un’azione legale collettiva per conto di 13 famiglie congolesi in un tribunale di Washington. In particolare, critica Apple, Alphabet, Dell, Microsoft e Tesla per l’utilizzo del cobalto nonostante sappia che è stato estratto con la forza dai bambini. Questa causa potrebbe spingere i minatori di materie prime e le società tecnologiche che hanno bisogno di cobalto a rinunciare a procurarselo da minatori artigianali. Glencore, che domina il mercato, sta seguendo questa strategia per non essere più associata al lavoro minorile.
Il sito Glencore infatti ci parla soltanto di Australia o Canada presentando nella home sostenibilità, giornata internazionale di donne e ragazze, giornata internazionale dell’educazione e diritti umani.
Lo stesso dicasi per Trasfigura che si presenta con un programma e una catena di approvigionamento responsabile.
Ma allora, dove finisce il coltan congolese, che viene stimato rappresentare la maggior quota in percentuale rispetto alla produzione totale?
Allo stesso modo Reuters dettaglia i profili di alcune società cinesi: China Molybdenum Luoyang Co Ltd e Zhejiang Huayou Cobalt Co Ltd, e anche in questo caso in calce appare la dicitura “la cinese Huayou Cobalt non acquisterà cobalto artigianale da due miniere nella Repubblica Democratica del Congo fino a quando non sarà sicura che il materiale che producono è esente da violazioni dei diritti umani secondo standard che saranno decisi dall’industria.”
Chissà se possiamo sperare che alla teoria segua la pratica.
Ho già citato enti, associazioni, consigli di sicurezza, società e quant’altro, eppure nelle miniere di Luwow si continuano a sfruttare oltre ogni limite persone, e addirittura bambini, sotto gli occhi di tutti. O forse dovrei dire sotto gli schermi di tutti, compreso il mio, dal quale ti sto scrivendo.
Sul caso cobalto RDC International rights Advocatesscrive: a nome dei bambini minatori, la causa richiede che le aziende paghino risarcimenti e finanzino programmi di riabilitazione ed educazione per le famiglie dei bambini minatori uccisi o mutilati dalle terribili condizioni nelle miniere di cobalto. Apple, Alphabet (Google), Dell, Microsoft e Tesla sono tra le aziende più ricche e potenti del mondo.
Queste aziende pretendono di essere verdi e futuristiche, ma i loro prodotti sono Powered by Blood Cobalt. I consumatori che acquistano questi prodotti dovrebbero chiedere alle aziende di aggiustare la loro catena di fornitura piuttosto che passare anni a combattere in tribunale per evitare la responsabilità per il Blood Cobalt che i loro prodotti attualmente utilizzano per funzionare.
I consumatori siamo noi.
Concludo con la citazione che mi ha mandato Massimo: Il mondo è un posto bellissimo in cui nascere se non t’importa che la felicità non sia sempre così divertente se non t’importa un po’ d’inferno di tanto in tanto proprio quando tutto va bene perché perfino in paradiso non si canta tutto il tempo Il mondo è un posto bellissimo in cui nascere se non t’importa che qualcuno muoia sempre o forse solo muoia di fame ogni tanto cosa che poi non è così terribile se a morire non sei tu Oh il mondo è un posto bellissimo in cui nascere se non t’importa troppo di alcune teste perse nei posti di comando e a una o due bombe di tanto in tanto sul tuo viso alzato o ad altre simili scorrettezze a cui questa nostra società “di marca” si dedica e con i suoi uomini che vogliono distinguersi e con quelli destinati ad estinguersi e i suoi preti e altri poliziotti e le sue svariate segregazioni e indagini parlamentari e altre costipazioni di cui la nostra povera carne è erede Sì il mondo è il posto migliore di tutti per un sacco di motivi come far una scena da ridere e far una scena d’amore far una scena di tristezza e cantare canzoni con toni bassi e avere l’ispirazione e andare in giro a guardare tutto e odorare i fiori e dare una pacca sul sedere alle statue e perfino pensare e baciare la gente e fare bambini e indossare pantaloni e agitare capelli e ballare e andare a nuotare nei fiumi o durante un picnic nel pieno dell’estate e così in generale “viversela” Sì ma proprio sul più bello arriva ridendo l’impresario delle pompe funebri. Lawrence Ferlinghetti
La notizia data sul sito ufficiale del New York Times, è stata riportata da tutta la stampa, e in particolare anche da Tom Grundy: blogger e fondatore di Hong Wrong chiuso nel 2015 per il nuovo incarico di caporedattore di HONG KONG FREE PRESS (HKFP)
Il motivo del trasferimento di parte della redazione del NYT da Hong Kong a Seoul risiede nella nuova legge sulla sicurezza nazionale cinese ad Hong Kong varata proprio il primo luglio: ventitreesimo anniversario del cambio di bandiera ad Hong Kong.
Carrie Lam, capo esecutivo di Hong Kong ha dichiarato che la nuova legge non è doom and gloom cioè non è cosìnera, ma piuttosto mild, blanda, rispetto alle leggi in Cina.
Sarà, intanto questa legge si basa sul medesimo principio di vaghezza della legge cinese ed è stata annunciata come una vera e propria Spada di Damocle sulla testa di coloro che minacciano la sicurezza nazionale.
Per questo motivo,il gruppo di giovani attivisti pro democrazia originariamente parte di Scholarism nell’ambito della Rivoluzione Umbrella, confluito in Demosisto, nome scelto fondendo
la parola greca Demos = popolo
e la parola latina Sisto intesa come standing un po’ per dire coloro che resistono
ha deciso di sciogliersi “date le circostanze.”
L’annuncio è stato pubblicato con un tweet a nome dei volti più noti e rappresentativi: Joshua Wong, Nathan Law, Jeffrey Ngo e Agnes Chow.
Circa un anno fa per loro era già scattato un arresto con scare tactits: tattiche per spaventare.
Amnesty International ha definito il loro arresto un “oltraggioso assalto alla libertà di espressione”.
Ho già citato Evelyn Beatrice Hall, per contro Benjamin Franklin ci insegna che “Chiunque vogliatogliere la libertà di una nazione deve iniziare a proibire la libertà di parola.”
Non sottovalutiamo MAI l’importanza della libera espressione, e non dimentichiamoci di questi ragazzi.
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