DIRTY COFFEE

DIRTY COFFEE

Dirty coffee letteralmente sarebbe “caffè sporco” ed in effetti il risultato che si ottiene dalla preparazione che sta impazzando è proprio una sporcatura.

 

Ma non è il caffè a sporcarsi, anzi: il caffè sporca il latte.

 

Ti ricordi della ricetta per il Dalgona Coffee

 

Anche in questo caso occorrono latte freddo e caffè, il latte deve essere molto freddo mentre il caffè deve essere molto caldo perché è proprio il contrasto tra le temperature a creato l’effetto dirty.

 

E anche in questo caso l’ispirazione ci arriva dall’oriente.

 

Si dichiara inventore del Dirty Coffee Katsuyuki Tanaka del Bear Pond Espresso ベアポンドエクスプレス di Tokyo.

Dirty Coffee

 

 

Giappone, dunque.

 

Inevitabile ripensare alla trilogia di Toshikazu Kawaguchi 川口俊和 e a Finché il caffè è caldo

 

In questo caso però Katsu porta con sé la sua parte di vita all’East Village di New York.
Katsu racconta come tutto è iniziato grazie ad un editorialista del New York Times

 

 

 

 

Come si ottiene la stratificazione?

 

Latte ghiacciato: deve essere preparato riempiendo un bicchiere trasparente con latte intero. La temperatura del latte deve essere molto bassa per creare questo contrasto termico con l’espresso.

Caffè: prepara un caffè espresso ristretto.

Versare con cura: versare il caffè sul latte freddo poco a poco e delicatamente. L’espresso si posizionerà sopra il latte, scendendo lentamente per creare un attraente effetto a strati.

Non mescolare: per un Dirty Coffee perfetto basta astenersi dal mescolare la bevanda.

 

 

Tu sei del tipo: scopro una nuova preparazione e avverto subito l’ispirazione di provarla?

 

Mi racconterai il tuo Dirty Coffee?

 

CREMA DI CAFFÈ

CREMA DI CAFFÈ

Fresca e sfiziosa in estate: la crema di caffè.

Tu la prepari anche a casa?

Si trovano numerose ricette e svariati consigli su come preparare la crema di caffè, io ho deciso di seguire le istruzioni di Nonna Angelina che Monica mi ha inviato.

Però come sai ho la fissazione di evitare lo zucchero, e quindi personalmente ho deciso di non metterlo.

Nonna Angelina dice di usare lo zucchero a velo e di inserirlo per primo nella bottiglia.

Sì: la crema di caffè di Nonna Angelina si prepara in bottiglia e l’unica energia che occorre è quella delle braccia, dunque alla fine la si mangia con meritata soddisfazione.

Ecco cosa ho usato:

  • panna

  • caffè freddo

  • cacao in polvere

Ho inserito in una bottiglia di plastica prima la panna e poi il caffè.

Dopo aver richiuso il tappo non ho fatto altro che agitare la bottiglia per alcuni minuti di seguito, fino al raggiungimento della consistenza desiderata.

Ho versato la crema nelle coppette e ho aggiunto una spolverata di cacao.

Che ne pensi?

Tu hai mai preparato la crema di caffè?

La bottiglia di plastica, in questo caso, tappo compreso, risulta pratica.

 

Come ti sei trovata/o dopo che a luglio il cosiddetto “tappo solidale” riconducibile alla normativa europea SUP ovvero Single-Use Plastics directive del 2019 è diventato obbligatorio?

Quando i tappi non rimanevano attaccati alle bottiglie ti comportavi diversamente?

 

Partendo dall’esempio della bottiglia magari conosci altri sistemi alternativi rispetto ai classici strumenti usati in cucina, ti va di raccontarli?

IN CAMMINO SULLA VIA FRANCIGENA

IN CAMMINO SULLA VIA FRANCIGENA

Come spesso accade, Monica mi segnala una bella storia, stavolta però non scritta su un libro: è la storia di Cindy Nanette e Mina ed è soltanto all’inizio.

Sono partite da Pontarlier il 10 Settembre e hanno in progetto di arrivare a Roma per Natale.

In questi giorni sono in Lomellina: oggi in particolare a Mortara, dopo aver fatto tappa ieri a Robbio

Io che sono stata una bambina diciamo … un pochino prima laughing ho immediatamente pensato a Remi, Joli Coeur, Capi e Zerbino, ma al di là dell’immagine poetica trovo davvero importante il messaggio che racchiude il mettersi in cammino ora.

Da quando è stata dichiarata Itinerario Culturale la Via Francigena ha assunto una ulteriore veste oltre a quella spirituale e si sono moltiplicate iniziative connessioni e contatti, grazie anche alla rete web che offre un valido supporto di sottofondo.

Quello che mi ha colpita però è il particolare “momento storico”: mentre tutti chiudono, mentre sorgono barriere più o meno visibili, Cindy Chopard si mette in cammino, affidandosi al buon cuore delle persone, e all’ospitalità.

Non di secondaria importanza l’obiettivo di raggiungere la meta per Natale. Curiosa coincidenza: avevo sottolineato il countdown a meno 100 esattamente un mese fa.

Ma siccome lo scenario cambia di giorno in giorno, forse mai come ora stiamo tutti vivendo nell’incertezza di cosa ci riserveranno questo Autunno, che ci sta presentando i suoi primi freddi, e il prossimo Inverno.

Dunque ognuno ha davanti una sorta di cammino fatto di passi diversi, da compiere più o meno metaforicamente, durante il quale potremo magari seguire qualche altra tappa di Cindy e delle sue compagne di viaggio.

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