
TERRORE ALL’ANTICA CAFFETTERIA
Terrore all’Antica Caffetteria di Gravellona Lomellina.
Purtroppo non è il titolo di un racconto.
Ti ho parlato di Gravellona a proposito della gatta sindaco.
Non ti ho ancora raccontato di Gravellona come paese d’Arte, ma lo farò, prima o poi.
Stavolta, voglio riportare una notizia di cronaca che sconvolge.
L’Antica Caffetteria di Gravellona è un bar che si trova lungo il corso principale che attraversa il paese, un piccolo paese, quasi un’isola tra le risaie e il Parco dei tre laghi.
Un luogo tranquillo. Molto tranquillo.
Ma lunedì sera tra le 19 e le 20 questa tranquillità è stata infranta da un gesto insano, immotivato e crudele.
All’Antica Caffetteria ci sono persone sedute ai tavolini, ma tra queste persone arriva un uomo di quelli che hanno l’anima nera.
Forse a causa di una perdita al gioco, forse per non aver gradito la Sambuca, forse perché rabbia, alterazione e cattiveria si sono miscelate, questo uomo, tunisino, inizia ad andare in escandescenza.
La proprietaria del bar, di origine cinese, lo invita a smettere, ricevendo in risposta un pugno.
Nasce un alterco, interviene il marito della barista, e dopo uno scontro fisico l’uomo viene allontanato.
Lui però raggiunge la moglie seduta al posto di guida, la strattona fuori dall’automobile, picchia anche lei.
E poi sale in auto e si dirige verso il bar.
Sì: hai letto bene.
Questo “uomo” ha diretto l’auto verso il bar investendo le persone che erano sedute ai tavoli.
L’imponderabile.
Quante volte ci sediamo al tavolino di una caffetteria?
Il terrore all’Antica Caffetteria si è materializzato sotto forma di automobile nelle mani di un’anima nera.
Il terrore all’Antica Caffetteria si è trasformato in dolore, una gamba amputata, ferite e in una sofferenza destinata ad accompagnare i cuori di una intera comunità e di tutti coloro che una sera di giugno avrebbero potuto essere seduti al tavolino di un bar.
OPINIONI