RADIO FREE EUROPE
Se dico Radio Free Europe tu a cosa pensi?
Io non posso fare a meno di sentire immediatamente la voce di Michael Stipe sulle note della canzone tratta da quella che è la loro svolta con Murmur, recentemente valsa il sesto posto nella classifica dei 100 più grandi singoli di debutto di tutti i tempi, nonostante la diatriba dei fans per stabilire se sia meglio la versione originale o quella remixata due anni dopo, che probabilmente non si concluderà mai, ma questa è un’altra storia.
È la terza volta che cito i R.E.M. dopo What time is the end of the world? e Shiny happy people, a parte il fatto che sono fissata, perché?
Perché Radio Free Europe è una radio istituita all’inizio della Guerra Fredda per trasmettere notizie e informazioni senza censure al pubblico dietro la cortina di ferro, Radio Free Europe / Radio Liberty (RFE / RL) ha svolto un ruolo significativo nel crollo del comunismo e nell’ascesa delle democrazie post-comuniste in Europa.
Oggi, RFE / RL è una delle organizzazioni mediatiche più complete al mondo, che produce programmi radiofonici, Internet e televisivi in paesi in cui una stampa libera è vietata dal governo o non è completamente istituita.
Fu fondata nel 1950 con l’intento di offrire quantomeno una alternativa, una possibilità di valutare una visione diversa.
Eppure 70 anni dopo sembriamo esserci dimenticati dell’importanza della pluralità di espressione dal momento che sempre più spesso si verificano episodi di censura.
L’ultimo in ordine di tempo ha visto protagonista proprio una radio: o meglio il canale YouTube di Radio Radio, che è stato chiuso con una dinamica decisamente strana, come spiegato nel dettaglio dall’autore Fabio Duranti.
Perché riteniamo le persone incapaci di confrontarsi con pensieri alternativi? Perché si censura invece di argomentare ed eventualmente confutare con spiegazioni fondate?
La famigerata frase “non sono d’accordo con quello che dici ma darei la vita perché tu possa dirlo” erroneamente attribuita a Voltaire, si è rivelata imprecisa rispetto all’originale disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo, realmente scritta da Evelyn Beatrice Hall, ma rimane essenziale nel suo concetto a mio avviso imprescindibile.
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