COACHELLA

COACHELLA

Prima ancora di capire cosa fosse Coachella io ho cercato di capire come si pronuncia questo nome così curioso.

La dizione corretta viene dalla lingua ispanica perchè Coachella è il nome della valle in cui si è tenuto per la prima volta questo festival musicale: a Indio, in California, presso L’Empire Polo Events

Coachella Valley Music and Arts Festival nasce nel 1999 in occasione del trentesimo “compleanno” del Festival musicale per eccellenza.

Non occorre specificare il nome, vero? Basta la data: 1969

In realtà il festival di Coachella viene concepito proprio sul fallimento di Woodstock 1999, tanto catastrofico da essere definito il giorno in cui gli anni 90 sono morti

Coachella è stato il bisogno di ripartire dall’arte.

E da questa ripartenza i numeri anno dopo anno si sono moltiplicati, fino a trasformarlo in un evento musicale e molto modaiolo.

Coachella è musica, ma Coachella è anche outfit: ho raccolto alcune foto dal web.

Che ne dici?

Ti sentiresti ispirata/o dalla musica tanto da sbizzarrirti con il tuo look?

Ti è mai capitato di partecipare a qualche tipo di evento con dress code o comunque a tema?

Regina indiscussa dell’edizione appena conclusa è stata Zendaya che a sorpresa ha anche cantato insieme a Labrinth All for us da Euphoria

Lei è talmente universale e versatile che diventa davvero difficile trovare degli aggettivi adatti.

Dalla canotta bianca sotto l’abitino per Coachella, alla maison blanche E-1027, costruita da Eileen Gray a Roquebrune-Cap-Martin, come testimonial proprio per Le Capucines

La musica sempre come importante filo conduttore.

Non so tu ma io quando ascolto Urge Overkill Girl you’ll be a woman soon non posso fare a meno di pensare a una scena totalmente iconica …

nel frame della radio vogliamo coglierne una citazione? Ne ri-parleremo 🙂

RETURN TO TIFFANY

RETURN TO TIFFANY

Return to Tiffany è la collezione iconica della Maison Tiffany.

Le origini risalgono al 1966, quando Tiffany iniziò a vendere per la prima volta dei portachiavi con l’ormai famosa frase “Please Return to Tiffany & Co. New York.”

Ai portachiavi veniva assegnato un numero di registrazione unico, che assicurava a Tiffany & Co la possibilità di risalire al proprietario qualora le chiavi fossero state smarrite.

Ecco perché restituire a Tiffany: perché il prestigioso negozio della Fifth Avenue avrebbe potuto ricongiungere i dati attraverso un preciso e riservato numero di serie.

Nei cinquanta anni che sono trascorsi, la collezione Return to Tiffany ha lasciato il segno come simbolo della tradizione artigianale, pilastro fondamentale di Tiffany.

Una pubblicità di Tiffany mostrava il regalo perfetto per San Valentino: un cartellino Return to Tiffany a forma di cuore in oro giallo 14 carati, al prezzo di 11 dollari …

Nel corso del tempo, ci sono state varie evoluzioni: nel 1980, Tiffany ha debuttato con il primo gioiello che incorporava la targhetta Return to Tiffany, un ciondolo a forma di cuore in oro giallo su una collana.

La collezione si è ampliata fino a diventare un assortimento di anelli, bracciali e orecchini, ognuno con la propria personalità, tutti incisi con l’emblema che ricorda l’impareggiabile stile Tiffany

Ti è mai capitato di perdere qualcosa?

Mi piacerebbe che mi raccontassi che lo hai ritrovato o che ti è stato restituito da qualche anima buona.

Secondo l’articolo 928 del Codice Civile la consegna dell’oggetto ritrovato deve essere resa noto per mezzo di pubblicazione per due domeniche successive e deve restare affissa per tre giorni ogni volta.

Sembrano concetti arcaici, ora che qualsiasi tipo di informazione viene diffusa online.

In Giappone hanno un nome particolare per gli oggetti persi o dimenticati: WASUREMONO 忘れ物.

Non lo trovi carino?

Per loro poi la restituzione è una questione importantissima, sono estremamente precisi e accurati.

Gli oggetti più comunemente dimenticati sono:

. cellulare

. borsa 

. abbonamento

. portafoglio

. ombrello

. chiavi

. sigaretta elettronica

 

Le chiavi dunque arrivano molto dopo un oggetto che nel 1966 non esisteva: il cellulare, eppure Tiffany continua a rappresentare un po’ “il cuore di New York.” O no?

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