LIKE THE BIRDS OF CINDERELLA’S DRESS

LIKE THE BIRDS OF CINDERELLA’S DRESS

Like the birds of Cinderella’s dress … è il paragone che Sabrina Impacciatore ha utilizzato durante una intervista alla cerimonia per gli Emmy Awards a Los Angeles.

Ascolta tu stessa/o:

Ecco a me piace moltissimo questo suo modo di essere ironicamente squinternata.

Questa attitudine alla risata trascina il buon umore, non trovi?

L’amica perfetta per fare casino …

A proposito di amicizia … hai mai visto “Amiche da morire?”

Direi che la Sicilia risulta un luogo congeniale per Sabrina: la stagione di The White Lotus per la quale Sabrina ha ricevuto una candidatura come miglior attrice non protagonista in una serie drammatica è girata a Taormina.

Nell’intervista Sabrina

oltre a raccontare che il suo abito è stato sistemato durante la notte precedente da sarti like the birds of Cinderella’s dress, dichiara che la sua victoria è essere lì, ma possiamo dire che un altro bel colpo è la partecipazione al prossimo film In the head of Dante con Al Pacino e John Malkovich.

Chissà che non ci sia lo zampino della Fata madrina … 🙂

 

E tu? Hai mai vissuto una favola?

Io più che altro vivo perennemente nei casini, ma non saranno poi proprio quelli la vera fiaba?

Gianni Rodari scrisse:
Le favole dove stanno?
Ce n’è una in ogni cosa:
nel legno del tavolino,
nel bicchiere, nella rosa.

Tu dove riesci a vedere le favole?

 

CAT AT THE MET

CAT AT THE MET

Cat at the Met è la definizione che mi è venuta in mente quando ho visto queste immagini

 

sul subito ho sorriso ma poi mi sono chiesta cosa abbia spinto Jared Leto a vestirsi da gatto

Siamo al Met Gala: un evento creato per raccogliere fondi per il Metropolitan Museum of Art’s Costume Institute che negli anni è diventato un evento prestigioso e ambito non soltanto nel mondo della moda tanto che i biglietti, per chi non è incluso nella lista di inviti, hanno prezzi astronomici.

Nonostante ciò il Met Gala prevede una regola ferrea: niente cellulari e di conseguenza niente condivisioni sui social media.

Questo forse contribuisce all’immagine di esclusività che Anna Wintour ha costruito negli anni rendendolo un appuntamento che qualcuno definisce come “l’Oscar della moda.”

Da fan di Meryl io inevitabilmente associo Miranda Priestly, tra l’altro hai visto che nel video compariva proprio Andy? smile

Torniamo dunque al gatto: Jared Leto non è stato il solo a voler interpretare il dress code di questa edizione omaggiando Choupette, ovvero la gatta di Karl Lagerfeld.

Il Met Gala 2023 era infatti dedicato a Karl Lagerfeld anche come anticipazione della mostra del Costume Institute A line of beauty: presso il Metropolitan Museum dal 5 maggio al 16 luglio.

Indubbiamente vestirsi da gatto ha fatto sì che persino noi nel nostro piccolo ne stiamo parlando, ma al di là di questo, tu la trovi un’idea geniale o irriverente?

Pensi che questa partecipazione abbia aggiunto un contributo di valore o rischi di scivolare verso la caduta di stile?

Possiamo considerarlo come un tocco di ironia oppure può essere un’occasione persa per dare magari un messaggio?

In generale credo che abbiamo tutti molto bisogno di leggerezza, sicuramente abbiamo anche da imparare dai gatti.

Intanto dovremmo forse convincere Jared Leto ad essere meno tea guy smile che ne dici?

E forse anche meno Cat at the Met.

Scherzi a parte, ora che ha felinamente ottenuto la nostra attenzione, ci aspettiamo grandi cose dal nuovo album dei Thirty seconds to Mars  in uscita l’8 maggio, in particolare dopo le dichiarazioni rilasciate: l‘ascolto della musica italiana anni 80  durante le riprese del film House of Gucci nel quale Jared intrepretava Paolo Gucci, ha lasciato una importante impronta di ispirazione perché capace di raggiungere il cuore.

Come dargli torto?

LIVIDI E MUSICA

LIVIDI E MUSICA

Lividi e musica è il nome del blog che ci regala il racconto di oggi per il calendario dell’Avvento

Oltre a Lividi e musica sul blog ho trovato la dose di ironia che a me piace molto e può darsi che oltre ai lividi ci siano anche le ossa rotte, così come può darsi che oltre alla musica ci siano racconti, sogni, idee, intuizioni, considerazioni, frasi a casacciocioè il mio habitat naturale.

In effetti mi ci sono ritrovata benissimo e ho gradito la particolare sorpresa alla fine del racconto.

E mi sono immersa immediatamente nella storia perché la storia è qui e ora, è la realtà, è l’imperfezione di un personaggio idealizzato, è la Magia formato tascabile.

Sì, la magia alla quale forse possiamo provare ad ambire, la magia ristretta, la magia ridotta, la magia che però può contenere la speranza.

Chi scrive non è un bot, chi scrive conosce piuttosto bene le paranoie, chi legge ed è come me, le capisce, ma soprattutto chi legge amerà Ippopotami per Natale:

Il nastro trasportatore si azionò con un sordo ronzio, e la prima cosa che vide arrivare fu un pacco di pannolini per cani. Il vecchio lo prese con riluttanza, se lo girò in mano per un paio di secondi come se stesse osservando una forma di vita aliena sconosciuta e alla fine lo fece scivolare nello scatolone, pronto per essere imballato … continua qui.

SI CONOSCE UN UOMO DAL MODO IN CUI RIDE

SI CONOSCE UN UOMO DAL MODO IN CUI RIDE

Si conosce un uomo dal modo in cui ride è l’incipit di una celebre frase di Fëdor Dostoevskij, mi verrebbe da dire “meno male che sono una donna, così magari riesco a non dare una cattiva impressione …”

Scherzi a parte io rido in maniera piuttosto assurda, sonora.
Rido, proprio.

Non è facile però trovare qualcosa che faccia ridere veramente.

Ridere, sì!
Quello stato di incontrollata ilarità, che prorompendo in maniera improvvisa coglie di sorpresa tutte le paranoie, e le oscura, alleviando l’anima.

Quali sono le cose che ti fanno più ridere in assoluto?

Il primo pensiero è andato sulle scene di alcuni film che sono poi diventati parte integrante del mio modo di parlare perché li cito sovente.

Quello più ricco di ironia, quello del quale per me è difficile scegliere una scena in particolare, quello che mi ha fatta ridere a crepapelle è Il Grande Lebowski.

Sì, lo so, i Fratelli Coen sono particolari, questo umorismo è particolare, io, sono particolare … (dove per particolare nel mio caso si intende non normale).

 

Tu mi dirai che tutto ciò è al contrario molto tragico, in realtà lo è, ma io mi ritrovo ad esorcizzare e a volere in fondo soltanto un contenitore.
Magari con la speranza di non essere più controvento almeno nell’estremo frangente della vita.

Anche perché … potrebbe andare peggio: potrebbe piovere!

Non potevo non citare Frankenstein Junior, altro film del quale sono incapace di scegliere una scena soltanto, dato che mi piace in maniera ABnorme.

Di nuovo dici che il mio riso è troppo amaro

È il caso dunque di dare una doverosa sterzata, e di pensare a qualcuno che sia sinonimo di risate imprescindibili.

Un MAGO e non soltanto delle parallele …

Peter Sellers: le citazioni sarebbero interminabili, i suoi personaggi sono passati alla storia, forse il più esplosivo è l’attore in Hollywood party. O no?

A questo proposito ti consiglio di leggere Dall’India con umore

Ma tu? Cos’è che più ti diverte?

Oltre ai film, c’è magari un libro, una canzone o una pièce teatrale che hai trovato particolarmente esilarante?

Se penso al riso associandolo a un libro, mi viene in mente Il nome della rosa di Umberto Eco, libro per me importantissimo ma concettualmente agli antipodi.

Rimaniamo dunque sul riso che non uccide.

Mi fai ridere tu? Io prendo nota …

QUALCUNO SA DIRMI PERCHÉ IL MIO CAFFÈ NON È ANCORA QUI? È MORTA PER CASO?

QUALCUNO SA DIRMI PERCHÉ IL MIO CAFFÈ NON È ANCORA QUI? È MORTA PER CASO?

Qualcuno sa dirmi perchè il mio caffè non è ancora qui, è morta per caso?

Come non adorare Miranda Priestly?
Meryl Streep è una grandissima attrice e i suoi lavori sono senza alcun dubbio uno più riuscito dell’altro, ma, ne Il diavolo veste Prada in particolare, ha saputo donare vita propria alla sua interpretazione.
Dunque Miranda Priestly non è soltanto il personaggio incarnato da Meryl, e non è nemmeno una versione di Anna Wintour, no: Miranda Priestly è una icona a tutti gli effetti.
Unica.
Con uno stile inarrivabile, ha catturato ognuno di noi fin dal momento esatto in cui si sono aperte le porte dell’ascensore.
Miranda è esigente, tagliente, dura, con una sottile vena ironica che in modo sommesso riesce a sortire un effetto prorompente, e le sue frasi sono entrate a far parte integrante del linguaggio comune. Perennemente impegnata a consolidare il proprio ruolo in un ambiente esclusivo quanto spietato, totalmente noncurante degli altri, pretende il massimo dai propri collaboratori, e non concede nessun tipo di indulgenza.
È cattiva?
Vorrei soffermarmi sul concetto di cattiveria, e mi riallaccio in qualche modo anche alla riflessione di Philip Zimbardo sull’Effetto Lucifero, riportandolo però ad un contesto meno estremizzato, e usando questa citazione che in un certo senso schematizza:
“La rabbia può nutrirsi di te per un’ora, ma non giacere per una notte; la continuazione della rabbia è odio, la continuazione dell’odio diventa cattiveria.”
Francis Quarles

Tutti noi quotidianamente purtroppo abbiamo a che fare con piccole quote di rabbia che esplode nelle persone con le quali interagiamo, ma anche in noi stessi.
Quanto spesso riscontri che la rabbia si sia accumulata oltre il livello, o, per usare l’esempio della frase, stia continuando dopo la notte?
Soprusi, sfoghi isterici, sterili frecciate al veleno, smania di punizioni, rimproveri del tutto gratuiti, astio vomitato verbalmente, e via discorrendo, anche nel male, sono comunque manifestazioni di lati umani, tu che quota percentuale di comprensione ti sentiresti di attribuire?
Difficile a dirsi, soprattutto quando si è parte lesa …
In giornate da fine scuola come queste, viene facile considerare quanto alcuni profili ben si adattino anche ai ricordi di qualcuno tra i professori.
Nella tua esperienza puoi dire che ci sia stato qualche caso in cui la cattiveria che hai subito si è potuta trasformare in qualsivoglia minimo aspetto di insegnamento?
Tornando a Miranda, ad esempio, per quanto sia iconica, non è lei che ci insegna, non tanto quanto Andrea Sacks almeno: “la sua più grande delusione”.

 

 

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