COLLABORAZIONE

COLLABORAZIONE

 

Se dico collaborazione, qual è la prima cosa che ti viene in mente?

Etimologicamente collaborare significa lavorare insieme.
C’è una cosa in particolare alla quale tu collabori?

Una frase di Goethe dice:
È necessario unirsi, non per stare uniti, ma per fare qualcosa insieme.

Trovi che sia giusto?
La laboriosa idea del fare, dove l’unione non fa la forza ma crea.

Tu trovi più ispirazione nella condivisione oppure hai bisogno del tuo ritaglio di solitudine?

Sempre più spesso a livello lavorativo viene richiesta l’attitudine a lavorare in team come metodo più efficace rispetto all’unione di pezzi separati come tessere di un puzzle.

A proposito di unionone e di collaborazione, 2010: Fuga da Polis è un blog con un concept molto particolare: tutti possono essere autori, oltre che lettori e commentatori.

Sono molto grata perché anche io ho ricevuto l’invito a scrivere in maniera del tutto libera.

Ovviamente ho accettato molto volentieri e ho pensato di parlare del famoso esoscheletro del quale si fa un gran parlare da quando è uscito l’annuncio della sperimentazione da parte dei lavoratori di una nota catena di supermercati.

Se ti può far piacere esprimere la tua opinione, o anche soltanto leggere: clicca su MIGLIORA-MENTI

PROCESSO DI GARLASCO: DIRITTO ALLA VERITÀ

PROCESSO DI GARLASCO: DIRITTO ALLA VERITÀ

 

Ci sono nuovi argomenti di valutazione, a nostro avviso molto importanti
L’avvocato di Alberto Stasi ha recentemente spiegato in una intervista la richiesta di revisione del processo che francamente giunge inaspettata.

Nel 2017 la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso straordinario depositato dalla difesa di Stasi, dopo aver respinto il ricorso nel 2015 e dopo la condanna a 16 anni della Corte di Assise di Appello nel 2014.

Tutti, anche chi segue meno assiduamente i casi di cronaca, siamo rimasti colpiti da questo delitto che ha squarciato il clima vacanziero nell’agosto del 2007.
Un paesino tranquillo, una ragazza semplice, una banale bicicletta, e la casa: il luogo dove ci si sente più al sicuro, improvvisamente riempito di orrore. Un orrore inspiegabile che ha trasmesso inquietudine, sdegno e una lunga serie di interrogativi.

Io ho trovato risposte e precise spiegazioni nel libro di Gian Luigi Tizzoni, che racconta in maniera semplice il susseguirsi degli eventi che per lui rappresentano dieci anni di vita.
Tanto che personalmente ho avuto la sensazione di leggere pagine di un diario, piuttosto che fredde esposizioni legali.

Il libro inizia dal 18 agosto 2007: non la data dell’omicidio, ma il giorno del funerale di Chiara, quando ancora l’avvocato Tizzoni non aveva ricevuto l’incarico di tutelare la famiglia Poggi. E si suddivide in sei capitoli, tanti quanti sono stati i gradi di giudizio.

“Credo abbiano ucciso una persona, ma forse è viva, è così che Stasi ha descritto la morte della ragazza di cui era innamorato.”
Queste sono parole di Gian Luigi Tizzoni, come potrebbero essere parole tue o mie. Non è il racconto di un avvocato, è il racconto di un uomo, “di un lungo viaggio, di una vera e propria odissea.”

Te lo consiglio: io ad esempio, nonostante avessi sempre seguito la vicenda, ho finalmente avuto modo di comprendere bene la questione del pedale e di riordinare con esattezza tutte le varie tessere del puzzle, o meglio, per usare nuovamente le parole dell’autore:

ciascun indizio si è integrato perfettamente con gli altri, come tessere di un mosaico, creando un quadro di insieme…”

in caso, poi, se vorrai, potrai dirmi qual è il quadro che vedi tu.

 

 

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