TUTTO VERO

TUTTO VERO

Tutto vero è il titolo del libro di Alessandro Depegi che ringrazio sentitamente.

Ho conosciuto l’autore in veste di blogger e ti consiglio di seguire il suo Quarchedundepegi’s Blog, troverai immediatamente interessante il suo modo di raccontare.

Mail dopo mail sto imparando tantissimo da Alessandro e trovo tutto ciò che scrive assolutamente prezioso.

Si tratta della vera e propria “tradizione orale” che attraverso di lui mi apre una finestra su un periodo storico che io personalmente non avevo mai avuto modo di conoscere così approfonditamente e dettagliatamente.

Ma tra le peculiarità che rendono il linguaggio espressivo di Alessandro Depegi del tutto unico sono le sue passioni tra le quali ad esempio la filatelia.

Un mondo in via di estinzione purtroppo, un mondo a me caro perché appassionava anche mio padre.

Tu usi ancora francobolli? Quando è stata l’ultima volta in cui ne hai ricevuto o visto uno?

Spesso ti parlo della mia personale nostalgia per le lettere. 

Avresti mai pensato di poter viaggiare seguendo il tragitto di un francobollo, o scoprendo la storia delle varie emissioni?

Poche persone hanno una conoscenza filatelica dettagliata come la sua.

Ma ancor di più poche persone hanno l’esperienza di vita di Alessandro: un uomo che ha saputo abbinare la sua competenza scientifica a una profonda ricerca umana.

Tutto vero dunque ciò che racconta nel suo libro, così come assolutamente importante tutto ciò sul quale il lettore si troverà a riflettere “con meraviglia” per citare le sue parole, e “per caso … quel caso che non esiste.”

Concludo con questa citazione, augurandomi insieme ad Alessandro che molti possano essere gli “Svegliati.”

Tutto è vero o non vero, vero e non vero insieme e, del pari, né non vero né vero. Tale l’insegnamento degli Svegliati.
Nagarjuna

 

YOUTUBE HA OSCURATO IL CANALE DI BYOBLU

YOUTUBE HA OSCURATO IL CANALE DI BYOBLU

Riporto testualmente: Youtube ha oscurato il canale di Byoblu. La giustificazione? Le riprese di una manifestazione di piazza di 7 mesi or sono. Per i cittadini, niente diritto di cronaca! Oltre mezzo milione di iscritti costruiti in 14 anni di sacrifici andati in fumo. Duemila interviste a giudici della Corte Costituzionale, politici, economisti, magistrati, avvocati, giornalisti, intellettuali, duecento milioni di visualizzazioni video, tutti i vostri commenti, tutte le vostre condivisioni… tutto andato in fumo!

Ho già espresso il mio disappunto e il mio pensiero di fronte ad atti del genere in occasione della chiusura del canale di Radio Radio e oggi valgono esattamente le stesse parole.

Sinceramente, per quanto mi riguarda, queste prese di posizione non fanno che generare l’effetto opposto: cosa ci può essere di così sovversivo?

Cosa, noi menti deboli che non sappiamo distinguere i messaggi che ci vengono rivolti, non possiamo assolutamente ascoltare?

Avremo comunque modo di scoprirlo, e, a questo punto, varrà la pena rifletterci molto più attentamente.

FORSE NON SBAGLIA CHI FA CASTELLI IN ARIA

FORSE NON SBAGLIA CHI FA CASTELLI IN ARIA

 

Abbiamo avuto prova di come la nostra consuetudine possa crollare facilmente come un castello di carte.
Tu avevi avuto modo di rifletterci in questi termini?
In un soffio il quotidiano è passato dall’essere routine in qualche caso anche oggetto di lamentela, all’essere una preziosa certezza che rivorremmo.
In questo, credo possiamo dire di essere accomunati a livello globale, sebbene ognuno abbia la propria storia, ognuno percorra il proprio cammino, e ognuno abbia le proprie abitudini.
Abitudini che per qualcuno erano forse diventate mattoni pesanti come la assuefazione, per altri invece modulabili e sfuggenti come sabbia, oppure, proprio come nella favola delle tre case, costruite con le carte.
Carte che dicono chi siamo come documenti o badges, carte che ci inquadrano, ci consentono accessi, ci conducono, ci regolamentano, ci finanziano: tessere, biglietti, mappe, contratti, banconote.
Carte che rappresentano le nostre azioni, il nostro vivere.
Carte che noi accumuliamo, carte che teniamo in equilibrio.
O equilibri che tengono in piedi noi.
Tecnicamente per costruire un castello le carte troppo nuove o perfette scivolano: ne occorrono di “vissute”.
Carte che abbiano giocato, carte che siano state tenute tra le mani. Mani che devono essere ferme.
Mani che però non potranno mai stringere, perché l’equilibrio non si può tenere in pugno.
E mai come ora ne abbiamo avuto una concreta e inquietante prova.
La domanda è: cosa impariamo esattamente da questa dimostrazione?
Chi o cosa ha veramente potere su così tanti “castelli” e come abbiamo potuto lasciare che cadessero nella maniera repentina alla quale abbiamo assistito?
Ora abbiamo meno carte a disposizione per ricostruire, e dovremo adottare “consuetudini” diverse, che non saranno scelte.
O forse dovremmo cogliere l’occasione per imparare a mettere in discussione, a farci domande, a prendere in considerazione tutte le ipotesi, sempre.
Nelle Operette Morali Giacomo Leopardi chiede:
“… perché qualsivoglia consuetudine, quantunque corrotta e pessima, difficilmente si discerne dalla natura?”
La risposta parrebbe poter essere di Erasmo da Rotterdam:
“Non esiste pratica, per quanto infame, per quanto atroce, che non si imponga, se ha la consuetudine dalla sua parte.”
Consuetudine oltre che modo costante di procedere è anche fonte di diritto, la fonte non scritta per eccellenza che consta di due elementi: uno di tipo materiale cioè la reiterazione di un determinato comportamento da parte di una collettività; l’altro, di tipo soggettivo ancorché oggettivamente verificabile, è invece la convinzione diffusa che quel comportamento sia, non solo moralmente o socialmente, ma giuridicamente obbligatorio.
Dunque dovremmo considerare di ricostruire su basi per alcuni versi inconsuete e di ripartire prima di tutto dalla consapevolezza di quale sia la vera essenza importante del nostro vivere.

 

ONE WAY OR ANOTHER

ONE WAY OR ANOTHER

Inauguro questa rubrica con Debbie Harry, semplicemente perché questa foto mi piace particolarmente e spero che possa essere uno spunto per ispirare anche te.
Salterei i dettagli della sua vita più strettamente personali e parlerei direttamente dei mitici tempi del CBGB dopo l’incontro con Chris Stein e la formazione dei Blondie che hanno caratterizzato la scena a partire dal 1974 per un lungo periodo costellato di successi.
Cito senz’altro Call me anche per la collaborazione con Giorgio Moroder, diventata iconica colonna sonora e più in generale un pezzo che ad ogni ascolto suscita un flashback emotivo: new wave, disco music, dance rock.
Debbie è rimasta con Chris per quindici anni durante i quali hanno combattuto insieme anche una grave malattia.
Uno stupendo Heart of glass, ma allo stesso tempo un cuore forte, questo su tutti è il primo pensiero che ho su di lei.
Una donna che a cinquantatre anni prosegue segnando la storia con un primo posto in classifica che entra nel Guinness.
Una donna che sa attraversare passato presente e futuro indistintamente, come il suo ritratto fatto da Andy Wharol con il computer Amiga 1000.
Una donna celebrata anche nella Rock and Roll Hall of Fame e che ha saputo diventare un simbolo con i suoi capelli arruffati e un look non calcolato ma incorniciato dalla sua grinta.
E la sua One way or another, volutamente rivestita di allegria come “meccanismo di sopravvivenza”, risuona tristemente attuale facendoci riflettere ancora una volta sul fatto che nel tempo, persistiamo a non fare tesoro delle esperienze e che non sappiamo imparare dagli errori, peggiorando.
Ma ripartiamo dal suo sorriso e dal suo intento di restituire leggerezza e prendiamo esempio, in un modo o nell’altro …

 

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