CAMBIARE L’ACQUA AI FIORI Valérie Perrin

CAMBIARE L’ACQUA AI FIORI Valérie Perrin

Cambiare l’acqua ai fiori, Valérie Perrin.

Cambiare l’acqua ai fiori, quasi un promemoria.
Che si è trasformato in un passa parola esteso al punto da conquistare la classifica a colpi di consiglio da lettrice a lettrice (o lettore che dir si voglia). Infatti io lo ho letto grazie a Monica.

Solo in seguito ho trovato l’elenco di premi vinti: Prix Maison de la presse, il Prix Jules-Renard e il Prix des lecteurs du Livre de poche.

L’ho aperto al buio, senza sapere quali sarebbero stati i fiori da curare, e ho scoperto che la cura era per me stessa.

L’immediatezza con la quale ho pensato quanto potrebbe essermi congeniale il lavoro che svolge la voce narrante è stata semplice come quando finalmente ci si accorge di qualcosa che era sempre stato sotto i nostri occhi ma che finora non avevamo mai guardato veramente.

Indossare un’idea di serenità così calzante però non può essere un passaggio scontato, tanto quanto non è detto che il punto di partenza sia paragonabile a leggerezza.

D’altronde i fiori sono simboli di delicatezza per antonomasia.
I fiori sono bellezza, ma anche fragilità.
Ai fiori occorre la luce.
Ai fiori occorre il calore.

Ho amato l’ossatura di questa storia, e, forse per questo, arrivando alle ramificazioni ho provato un forte senso di fastidio. Ma ciò non ha fatto altro che renderla ancor di più una metafora perfetta.

Se ci riflettiamo, cambiare l’acqua è un’azione di rinnovamento che mira però a perpetuare lo stesso fine, e in effetti in questo libro i mutamenti hanno la caratteristica di riportare all’origine come nel più classico dei circoli chiusi, come le stagioni, che compiono il loro ciclo.

Ma i fiori, possono nascere anche tra il cemento.

RE GIORGIO VINCE ANCHE L’INCANTO

RE GIORGIO VINCE ANCHE L’INCANTO

Re Giorgio vince anche l’incanto.

Milano può essere definita in tanti modi, ognuno dei quali in breve tempo può sembrare stretto per quanto sia in continua evoluzione.
Sempre in fermento, la capitale indiscussa della moda, riesce a trasmettere un senso di vitalità e di rinnovamento anche ai meno attenti.
Tra le novità introdotte, ha riscosso indubbio successo l’asta indetta per un prestigioso spazio nella Galleria Vittorio Emanuele che si è tenuta negli uffici del Demanio.
Il marchio Giorgio Armani Retail si è assicurato la vittoria dopo 24 rilanci di cinquantamila euro ciascuno, con intervalli massimi di tre minuti. La gara di incanto aveva una base d’asta di 670.440 euro e si è conclusa aggiudicando i 302 preziosi metri quadrati per un canone annuo di 1,9 milioni di euro al gruppo Armani per i prossimi 18 anni.
L’Amministrazione ha dichiarato che come sempre questo introito sarà reinvestito per la città e porterà benefici per la città e per i cittadini.
È la prima volta che questo meccanismo viene usato per gli spazi della Galleria rivelandosi vincente, ai successi di Re Giorgio invece siamo abituati e colgo l’occasione per esprimere la mia massima stima.

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