Successivamente nel giugno 2018 viene presentata la Nuvola Lavazza.
Inaugurato la scorsa settimana Relife Torino risulta dunque un progetto cosiddetto di recupero curato dall’architetto torinese Stefano Seita e dallo studio Lombardini22 per conto di una società svizzera: RELIFE Nation.
Relife basa il proprio concetto sulla social economy attraveso la RELIFE Foundation che ha l’ambizione di contribuire concretamente al miglioramento della società “creando un ponte tra il mondo accademico e il terzo settore.”
La campagna di presentazione è stata curata da FUD Design, brand di Lombardini22.
Out of home logo che include un QRcode raffigurato attraverso graffiti urbani a pavimento curati da GreenGraffiti.
Sembra tutto molto bello.
Ma non mancano le polemiche: gli appartamenti risultano piuttosto costosi e non certo alla portata di tutti gli studenti.
Il messaggio è stato rimandato al mittente sempre sotto forma di scritte sui muri.
Secondo te possiamo davvero parlare di società migliore, se è a caro prezzo?
Mentre mi racconti la tua esperienza da studente, stavolta ci beviamo un Lavazza?
L’11 ottobre a Torino, presso la Mole Antonelliana è stata inaugurata una esposizione molto particolare: Il mondo di Tim Burton a cura del Museo Nazionale del Cinema.
Tim Burtonnon necessita di presentazione e ogni descrizione risulta riduttiva rispetto al suo stile del tutto personale, in due parole potrei dire che c’è un prima e c’è un dopo Burton.
Chi potrebbe lungamente descriverlo è Paola Pioletti, profonda conoscitrice del suo genio creativo.
E tu cosa pensi? Come immagini il Tim Burton Coffee?
Lo sapevi che a New York il Beetle House è dedicato a Tim Burton? Io sono andata a fare un giro virtuale e mi sono innamorata dell’insegna: Come as you are …
Ti piacerebbe andarci? Cosa odineresti?
E se finissimo a cantare Day-O?
Anche nel centro storico di Città del Messico esiste un bar in stile burtoniano: El Extrano Coffee Bar.
A noi in Italia invece è venuto in mente di inventare la Wonka vaccinara … io ammiro sempre la fantasia, ma in questo caso … passo!
Visto che siamo a Torino, un classico Bicerin è troppo poco dark?
In effetti … ad ogni modo possiamo ripiegare sull’iconico Caffè Torino nell’Aula del Tempio del Museo.
Kevin Spacey durante una visita ha consigliato di renderlo un bar funzionante, che dire?
In questo caso, la versione Tim Burton Coffee prevede uno speciale allestimento con locandine in edizione molto limitata.
Tu quale vorresti?
A me piace Il mistero di Sleepy Hollow. Sapevi che Johnny Depp alla fine delle riprese decise di adottare Goldeneye, il cavallo con un occhio solo che nel film recita nel ruolo di Gunpowder?
Ma torniamo alla polvere di caffè, anzi alla polvere di Tim Burton Coffee, c’è un film che non ti stanchi mai di rivedere, o che associ ad un aneddoto particolare?
1884 che è la data nella quale proprio i torinesi, che già annoverano il Bicerin tra le loro specialità, gustarono il primo caffè espresso al mondo.
1884 che è anche la data in cui viene stabilito il meridiano 1 cioè il meridiano di Greenwich.
Ma che corrisponde anche a 100 anni esatti prima di quello che per me è il glorioso e emblematica anno 1984.
Per tornare a caffè, Bicerin e cioccolato però, va riconosciuto a Angelo Moriondo il gusto per le cose BUONE, dato che dopo il caffè ha fondato la cioccolateria Moriondo e Gariglio. Ciò che mi ha colpita, è l’insegna storica, che indica “confetteria” esattamente come Il caffè al Bicerin.
I torinesi, abituati a caffè e cioccolato, ci vengono simpaticamente descritti da The Economic Times come impazienti rispetto ai tempi della torrefazione.
Ma proprio per questo primeggiare nell’arte della torrefazione, qualcuno sostiene che Torino è la vera capitale italiana del caffè … come dice il proverbio … non c’è due senza tre, no?
Ecco la locandina del prossimo Turin Coffee: salone del caffè a Torino che si svolgerà nei giorni 11 e 12 giugno, sulla quale campeggia “Torino capitale del caffè.”
Sono felicissima di ricevere questa foto per la nuova tappa del viaggio di tazza in tazza! Ringrazio di cuore Valeria: la sua tazza carinissima arriva dal Piemonte.
Posso farcela, e ce la farò, ma dopo il caffè.
Praticamente un mantra impresso sulla tazza. Incoraggiamento ad ogni sorso. Che dire? Perfetto!
In Piemonte c’è un luogo del cuore per me: Novara, città che custodisce momenti importanti della mia vita.
Ma Valeria ha acceso il mio interesse su un altro luogo in particolare.
Un luogo dove una bevanda molto speciale viene servita in bicchieri senza manico … bicerin, appunto.
Non so tu ma io provo una improvvisa voglia di assaggiarlo
Valeria mi ha raccontato che va bevuto così come viene servito: cioè senza mescolarlo.
Il Bicerin è infatti composto da tre ingredienti base: caffè, crema di latte e cioccolata … ottima compagnia non c’è che dire
Ovviamente però il Bicerin è molto più di questo, ed è innanzitutto storia.
Storia di una bevanda settecentesca composta da tre diversi bicchieri separati, quasi come per una sorta di rituale, che nel tempo si è evoluta nella versione attuale che raggruppa n poc ‘d tut.
Storia di una bevanda che vanta estimatori illustri.
Umberto Eco la racconta ne Il cimitero di Praga: … Mi ero spinto sino a uno dei luoghi leggendari della Torino d’allora. Vestito da gesuita, e godendo con malizia dello stupore che suscitavo, mi recavo al Caffè Al Bicerin, vicino alla Consolata, a prendere quel bicchiere, odoroso di latte, cacao, caffè e altri aromi. Non sapevo ancora che del bicerin avrebbe scritto persino Alexandre Dumas, uno dei miei eroi, qualche anno dopo, ma nel corso di due o tre scorribande in quel luogo magico avevo appreso tutto su quel nettare…
Io ovviamente sono stata catturata dal logo con il profilo del gatto accanto alla Mole Antonelliana, ma il motivo per cui mi sono interessata sono I 12 passi …
Ora Serena è tra i finalisti del concorso Il gatto nero e io posso solo dire CHAPEAU.
La pagina ufficiale apre con una citazione di Edgar Allan Poe e dunque direi che ci sta soltanto il classico “chettelodicoafare,” ma si chiude con qualcosa di meno universalmente noto: Donald Barthelme “lo scopo della letteratura è creare uno strano oggetto peloso che ti spezza il cuore.”
Donald Barthelme è stato definito anche “moderno dadaista” e in effetti eccomi qua che cerco di focalizzare quello strano oggetto peloso di cui parla, sperando però di aver salvo il cuore.
Ma torniamo al TOHorror, non so se tu segui questo evento ma direi che l’occasione è ghiotta anche in vista del periodo: Ognissanti o Halloween o Samhain o Nos Galan Gaeaf che dir si voglia, e direi che gli spunti sono sicuramente interessanti.
Il sito di TOHorror ci racconta che la prima edizione del film festival, datata 1999, ha avuto come padrino nientemeno che Dario Argento, ma non cita un evento a mio avviso epocale che invece ti consiglio di vedere assolutamente:
il regista Tiziano Sossi spiega che la versione originale è di 76 minuti, e dunque, ricercando ho trovato questa preziosissima traduzione di Fucinemute che rappresenta un documento imperdibile!
Soprattutto dopo la parte di intervista che abbiamo ascoltato, della quale citerei questo passaggio che mi ha particolarmente colpita:
“I moved when I was 5 years old to Kentucky, in a boring and very small town in south of United Stated and everything that I learnt about evil, everything that I know about I have learnt in that little town, from people there”.
Mi sono trasferito in Kentucky quando avevo 5 anni, in una cittadina molto piccola e noiosa nel sud degli Stati Uniti e tutto quello che ho imparato sul male, tutto quello che so, l’ho imparato in quella piccola città, dalle persone lì.
Questo secondo me è vero horror! Sbaglio?
Ok, sdrammatizziamo: “my parents gave me enormous gifts, my fahter gave me a movie camera but he gave me music, he was a music professor and he gave me the joy of music, I growth around it, listen to it was the soundtrack of my life.”
I miei genitori mi hanno fatto regali enormi, mio padre mi ha regalato una cinepresa ma mi ha dato la musica, era un professore di musica e mi ha dato la gioia della musica, sono cresciuto con la musica intorno, ascoltarla è stata la colonna sonora della mia vita.
Eh! Che dire? Non ti si scatenano almeno due/tremila domande?
E tu? Ti andrebbe di raccontare com’è la colonna sonora della tua vita?
OPINIONI