WIKIPEDIA Quando Internet è questione di vita o di morte

WIKIPEDIA Quando Internet è questione di vita o di morte

WIKIPEDIA Quando Internet è questione di vita o di morte.

Il Potere della Conoscenza uccide la Conoscenza del Potere.

Una frase, un gioco di parole, la chiave di un sogno.

Il sogno di Aaron Swarzt, il sogno di chi crede nella libertà.

Pietro Ratto nel suo libro Wikipedia Quando Internet è questione di vita o di morte ricostruisce minuziosamente la nascita, la storia e l’evoluzione dell’enciclopedia online che tutti conosciamo.

I contenuti di Wikipedia sono aggiunti da utenti volontari che offrono il loro contributo aggiungendo informazioni che vengono condivise come creative commons.

L’idea nasce da un sogno, e viene alimentata dal forte bisogno di libertà.

Lo scopo di Wikipedia è di diffondere il sapere e renderlo disponibile a tutti, in maniera gratuita e universale.

Il Potere della conoscenza.

Il Potere della Conoscenza può davvero uccidere la Conoscenza del Potere?

Potere è influenza, potere è dominio.

Fin dove si può ingrandire un sogno?

La preziosa inchiesta di Pietro Ratto riporta tutte le fasi e soprattutto tutte le vicende di chi è stato sognatore, di chi è stato creatore e di chi è stato potente …

La bibliografia, o per meglio dire la sitografia è ampia e molto dettagliata.

In aggiunta ogni singolo link pubblicato nel libro è disponibile per la consultazione dal sito di Pietro Ratto BoscoCeduo

Personalmente sono particolarmente grata per aver avuto la possibilità di conoscere la storia di Aaron Swartz che va condivisa per un senso di giustizia ma anche di libertà

Qui è stato pubblicato un video del 2007 in cui Aaron parla della comunicazione di rete.

Tu hai l’abitudine di consultare Wikipedia?
Hai mai contribuito nella scrittura e pubblicazione delle informazioni?

YOU MAKE ME FEEL LIKE IT’S HALLOWEEN

YOU MAKE ME FEEL LIKE IT’S HALLOWEEN

You make me feel like it’s Halloween la prima volta che ho ascoltato questo brano gotico elettronico dei Muse ho pensato a un complimento: mi fai sentire come se fosse Halloween. Forte!

In realtà però il testo della canzone racconta di come ci si sente in trappola.

Pensando a una situazione senza via d’uscita, ti ritrovi a immaginare scenari da film horror?
Sicuramente i Muse hanno giocato con questo concetto.

 

Tributo o parodia?

Il video è stato realizzato a cura di Jesse Lee Stout: Muse Creative Director per Metaform Studio, la regia è di Tom Teller.

I riferimenti sono davvero tanti, vuoi citarne qualcuno tu?

Ci sono varie interpretazioni di You make me feel like it’s Halloween, alimentate anche dalla frase finale: but you are the caretaker cioè “ma sei tu il custode.”

In una intervista Matt Bellamy ha scherzosamente dichiarato che c’erano troppe canzoni sul Natale ed era tempo che qualcuno celebrasse qualche altra festa, come Halloween ad esempio. 

Tu cosa ne pensi?

Indubbiamente i Muse nel corso di questi venti anni costellati dai loro successi ci hanno abituati a ben altre emozioni.

Personalmente sono sempre stata colpita in primo luogo dalla carica potente che Matthew Bellamy & Co. Riescono a tramettere, ma anche dall’estro che li contraddistingue unito ad un genere del tutto esclusivo che inizialmente rendeva complicato incasellarli in un genere musicale definito.

Qual è la tua preferita tra le loro canzoni?

Lo so, non è facile scegliere, io non riesco a stilare classifiche, sebbene abbia un legame speciale con alcuni dei loro brani.

Alla luce di questo possiamo forse riconsiderare You make me feel like it’s Halloween più per il messaggio che per le citazioni horror, sei d’accordo?

Il 26 ottobre i Muse saranno all’ Alcatraz di Milano  ottimo modo per sentirsi in Hallooween mood.

E tu? Quando ti senti come se fosse Halloween?

NEA: NUOVA ECOLOGIA ARTISTICA

NEA: NUOVA ECOLOGIA ARTISTICA

 

Ormai poche ore ci separano dal Natale e il calendario dell’Avvento oggi ci riserva una tripla sorpresa a cura del blog NEA: NuovaEcologiaArtistica

L’autrice del blog: Sabine Stuart De Chevalier ha infatti elaborato tre diverse proposte, ma prima di svelarle vorrei sottolineare l’Arte intrinseca nel suo progetto nato come gruppo che lei ha curato come un giardino e sfociato nel sogno di un mondo di outsiders che celebrino la creatività lontano dai lustrini.

Tanta tanta stima.

Tra l’altro il primo contribuito di Sabine vede il caffè come elemento chiave e mi vedo costretta ad avvertire: astenersi se amanti del caffè amaro … Scherzo!

Il titolo è Consegna ad omicidio:

Dove vai?
Via.
Sei appena arrivata!
Eh.
Il pallore delle prime luci dell’alba filtrava, a pois, dai buchi della tapparella abbassata decorando le lenzuola di cotone bianco stropicciate e ammucchiate …
continua qui

Il secondo racconto è a firma di Alessandro Gianesini dal titolo La Messa di Natale:

Era già buio da un pezzo, ma dalla chiesetta all’angolo della strada giungevano le note dell’organo, accompagnate dalle voci del coro, che stava provando i canti della veglia di Natale.
Maurizio aveva finalmente deciso cosa regalare a Rita: le aveva scartate quasi tutte, perché nessuna gli sembrava quella giusta per far finalmente colpo su di lei. Domani, dopo la messa, sarebbe stato il momento perfetto per la sua dichiarazione… e non aveva certo intenzione di presentarsi a mani vuote …
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Leggendolo mi sono ritrovata indietro nel tempo a quando dopo la Messa di Natale non vedevamo l’ora di scambiarci gli auguri, la qual cosa durava parecchio dato che il gruppo di ragazzi era folto e nutrito. Bei tempi!

Anche per la terza sorpresa ho un’avvertenza, ma questa volta seria: ascolta con le cuffie!

Esatto: dopo disegni, poesie e racconti, oggi abbiamo una canzone!

La voce di Sabine è talmente bella da creare un’atmosfera suggestiva. Io avrei chiuso gli occhi da quanto le emozioni arrivavano lievi e magiche come fiocchi di neve, ma non volevo perdermi le immagini. Bellissimo video.

Silentàrt: clicca qui.

DINY DANCING

DINY DANCING

 

Sei dico DINY DANCING?

Sfido chiunque a non visualizzare le immagini di Dirty Dancing non appena partono le note di Do you love me di The Contours.

Ebbene, dopo aver visto il video della Boston Dynamics, per me il primato viene ufficialmente superato: non mi potrò più dimenticare questi robot che danzano

 

Tu non li trovi assolutamente coinvolgenti? Ammettilo: è impossibile stare fermi.

E non si tratta di computer grafica, per cui complimenti davvero ai programmatori: la coppia di Atlas insieme a Spot e a Handle si muovono secondo una programmazione intercoordinata e a tempo di musica.

Musica che sicuramente non è una scelta casuale … il testo infatti parla chiaro:

🎶 Mi hai spezzato il cuore

Perché non riuscivo a ballare

Non mi volevi nemmeno intorno

E ora sono tornato

Per farti sapere

Che so davvero muovermi bene

🎶

Mi ami?

(Posso davvero muovermi)

Mi ami?

(Sono nel ritmo)

Adesso mi ami?

(Mi ami)

Ora che posso ballare

(Ballare) 🎶

Che ne dici dunque di questi Diny Dancers?

🎶

Tell me

Tell me 🎶

IN THE END

IN THE END

Ho già parlato di In the end dunque non è un mistero quanto mi piaccia questa canzone.

Ma come per Zombie, avendo anche in questo caso contribuito, voglio celebrare il miliardo di visualizzazioni su You Tube, anche se per i Linkin Park è la seconda volta, dopo Numb.

A dare l’annuncio, oltre ai canali ufficiali, è stato un tweet di Mike Shinoda, e il pensiero va immediatamente a Chester Bennington.

Come per Dolores O’Riordan però, io voglio parlare della vita: e ti consiglio di guardare questo video nel quale Chester prepara il caffé.

Per noi qui in Italia, questo modo di filtrare con acqua già calda risulta parecchio strano, il nostro legame con la moka è viscerale, ma spaziando nei miei viaggi virtuali sul caffé ho avuto modo di vedere parecchie volte questo sistema e mi ci sono un pochino abituata.

Riguardo all’esecuzione di Chester adoro la sua visione della tazza, come se possa non avere una capienza laughing

Nel video si vede anche molto bene il suo tatuaggio sul dito: lui e Samantha Marie Olit, la prima moglie, non avevano soldi per le fedi, aneddoto che mi ha colpita: lo trovo un po’ il simbolo di come la vita riservi evoluzioni inaspettate, o di quanto inseguire sogni non sia vano.

Per tornare al video di In the end, che aveva già vinto agli MTV nel 2002 come Best rock video, tu hai mai provato a decodificare le iscrizioni sul portale dal quale esce Chester?

Oltre al concetto di tempo di cui ho già scritto, ciò che mi ha colpita fin dal primo ascolto è stata l’esplosione collerica del ritornello: Chester che si sporge con una forza dirompente, per quanto mi riguarda è coinvolgente al punto da non riuscire a non cantare.

Mike Shinoda ha dichiarato: “la canzone non sa se vuole essere ottimista o pessimista. Ed è proprio questo che mi piace.”

Trovo che sia esattamente questa la chiave: racchiudere messaggi ed emozioni che possono adattarsi a diverse visioni.

L’erba che spunta dove Mike pesta con i suoi scarponi è l’immagine che preferisco, Chester Bennington rispondendo ad un’intervista ha detto:“l’ultima immagine del video è quella dell’erba che cresce: c’è ancora il tempo per cambiare. Bisogna vedere la catastrofe all’orizzonte per decidersi ad agire. Volevamo fare riflettere, poi ognuno tira le sue conclusioni.

Le tue quali sono?

 

 

 

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