Le mani raccontano è una esposizione organizzata a cura dell’associazione Arte in Vigevano.
Come puoi vedere dalla copertina del catalogo della mostra, vengono ritratte le mani delle artiste, mani che sono espressione del femminile come arte presso la seconda scuderia del Castello Sforzesco di Vigevano.
Le mani raccontano arte espressa in modi diversi tra loro arrivando comunque a comunicare un elemento comune: la passione.
Le mani che raccontano la creatività delle donne.
Le mani che raccontano sono quelle di dieci donne del pavese:
Samantha Bonanno
Antonietta Bussi
Luciana Casatti
Loretta Dell’Acqua
Laura Dell’Erba
Diana Dent
Carla Gioetto
Rosy Mantovani
Chiara Sidoti
e Rita Viarenghi, artista e organizzatrice dell’evento.
Seguo Samantha Bonanno da tempo e ancora una volta sono rimasta incantata.
Le sue sono mani magiche, capaci di creare con la carta eteree suggestioni insieme a concrete emozioni.
Di sé stessa dice: “for me everything in life is Art.”
Questo è il suo Nubivago: voce dotta recuperata dal latino nubivagus, composto da nubes ‘nube’ e dal tema di vagari ‘vagare’ che vaga, vola fra le nubi; che ha la testa fra le nuvole.
Discoteche abbandonate è la nuova canzone di Max Pezzali per Warner Music.
Il titolo non fa mistero dell’argomento, ma ciò che mi ha colpita è il video: una sequenza di immagini che ritraggono i fatiscenti resti di quelli che erano luoghi pieni di vita e di momenti allegramente festosi, ora inesorabilmente abbandonati.
La suggestione è resa ancora più incisiva dal rincorrersi di una serie di frasi a cura del Gotha dei disc jokeys, guarda tu stessa/o:
Sei mai stata/o in una di queste discoteche?
A me piacevano i venerdì sera al Celebrità: una discoteca nei dintorni di Novara che a onor del vero esiste ancora, lì io e la mia amica Daniela trascorrevamo letteralmente tutto il tempo ballando, e riuscendo nel contempo a chiacchierare 🙂
Ma è al Vanità che sono andata per incontrare colui che poi è diventato mio marito <3
Il Vanità, la discoteca di Vigevano ritratta nell’immagine sotto al titolo, non esiste più: al suo posto è stato costruito un complesso signorile.
Anche per questo trovo che, ancora una volta, Max Pezzali riesce a raccontare dandoci la sensazione di ascoltare parole uscite direttamente dai nostri stessi discorsi.
È decisamente la sua cifra, così come il segreto del suo successo: essere semplicemente uno di noi.
Non dimenticherò mai una sera estiva prima dei social, prima anche dei cellulari: la TV trasmette il concorso voci nuove di Castrocaro e un Jovanotti allora “incelentanizzato” per sua stessa definizione, ovvero innamorato di Rosita, presenta un duo.
Loro arrivano e cantano Non me la menare, non capisco cosa vuoi, tanto lo sapevi che non ero come voi …
Per me è stato immediato e naturale rimanere in sintonia.
Di lì a poco le canzoni dell’album Hanno ucciso l’uomo ragno sarebbero state la colonna sonora delle vacanze in Sardegna, c’era anche Daniela 🙂
1993: estate successiva. La vita ha in serbo per la mia famiglia una di quelle prove difficili: dover affrontare il destino che irrompe per esplicitare come da un momento all’altro tutto può crollare.
Mentre sono in ospedale guardando mio padre che faticosamente ricomincia a vivere dopo un’emorragia, ricevo un regalo: la cassetta di Nord Sud Ovest Est.
Sì: proprio la “cassettina” … quella dell’omino nel tombino, quella di Albertino. Chi se la ricorda?
Colui che ero andata a cercare al Vanità 🙂 mi ha regalato Nord Sud Ovest Est e Nord Sud Ovest Est ci ha regalato la nostra canzone da cantare abbracciati al concerto al palazzetto di Pavia.
Erano ancora lontani i tempi dello stadio di San Siro, e gli 883 cantavano a casa loro: esattamente Pavia, che è provincia anche in senso lato.
Casa loro, casa nostra.
Erano anche lontani i tempi in cui il sogno della 883 si sarebbe concretizzato.
I personaggi dello staff Harley Davidson Pavia sono noti a tutti coloro che hanno seguito la serie Le strade di Max, la conosci?
Il restauro è stato finanziato grazie a una raccolta fondi organizzata dall’Associazione Amici del Teatro Cagnoni e a Fondazione Piacenza Vigevano.
A quest’opera è dedicato Sipario alla ribalta scritto a quattro mani da Edoardo Maffeo, Dino Rabai, Giovanni Borroni e Pier Luigi Muggiati edito da Ievve.
Sipario alla ribalta è stato pubblicato con il contributo di ASM Energia, Amici di Palazzo Crespi, Soroptimist Lomellina e con il patrocinio di Comune di Vigevano.
Sabato 9 marzo presso il ridotto del Teatro Cagnoni gli autori hanno partecipato alla presentazione del libro in qualità di relatori.
Edoardo Maffeo ha curato la parte del libro relativa ad un’attenta biografia del pittore vigevanese Giovan Battista Garberini.
Dino Rabai ha raccontato com’era la Vigevano di fine 800 attraverso una minuziosa ricerca basata su archivi storici, intessendo il suo intervento di sfumature e aneddoti curiosi e interessanti.
Giovanni Borroni si è occupato della storiografia dell’800 a livello nazionale e internazionale come secolo di cambiamenti importanti e ha offerto una serie di riflessioni che consiglio davvero di non perdere: lui stesso la ha definita breve cronologia di un secolo lungo in realtà lunga cronologia di un secolo corto.
Lascio anche a te la domanda che Giovanni Borroni ha fatto ai presenti: qual è il senso storiografico della suddivisione della storia in secoli?
Pier Luigi Muggiati ha ricomposto i fatti storici, fornendo una precisa ricostruzione al di là della leggenda che è stata tramandata nel tempo e svelando un dettaglio particolarmente rilevante.
Ma facciamo un passo indietro e torniamo all’Assedio di Vigevano ritratto sul velario: se ti soffermi a guardare la scena ritratta puoi notare che al centro vengono ritratte delle donne.
Sono loro a difendere strenuamente la breccia degli invasori capitanati da Francesco Sforza, guidate da colei che risulta dipinta come un’eroina in armatura scintillante con la spada sguainata.
Abbiamo sempre conosciuto questo personaggio come Camilla Rodolfi.
Camilla Rodolfi però non è una donna realmente esistita: il nome Camilla è ispirato dal personaggio dell’Eneide mentre il cognome Rodolfi apparteneva a una importante famiglia vigevanese.
Donna che indubbiamente merita menzione è Pinin Brambilla Barcilon famosa per il restauro del Cenacolo: fu restauratrice anche dei velari del Garberini, il libro include la sua relazione custodita presso La Venaria Reale.
Giovan Battista Garberini dipinse anche un secondo sipario dal titolo La Festa sul Ticino.
Tu sapevi che il sipario o velario si chiama anche “comodino”?
Biennale di Vigevano: nel preciso istante in cui ho visto il primo video di presentazione ho provato un grande senso di gratitudine.
In un’intervista Arianna Forni, ideatrice e curatrice di questo progetto artistico e culturale, ha raccontato di avere avuto l’ispirazione durante la visita alla mostra di un artista che esponeva a Vigevano, e di essersi innamorata del Castello Sforzesco dopo circa 45 secondi …
Ci tengo a dirlo non tanto con orgoglio, quanto per ricordare a chi come me ci vive e in qualche caso non ne considera più di tanto il valore.
Chi è Arianna Forni? La sua bio è ricchissima, ma tra le tante cose mi piace ricordare in particolare il suo blog: The Greatest Coat.
Sulla home, a disposizione di click, trovi anche Loosing my religion dei R.E.M. e io questo non posso che considerarlo un segno.
Storia della musica a parte, Arianna con le sue parole ci conduce in un viaggio artistico nell’arte e con l’arte.
Al fianco di Arianna Forni, direttore artistico di tutti gli eventi collaterali: musicali e non solo, un artista capace di incarnare la perfetta fusione di musica e pittura: Andrea Fumagalli, Andy.
La Biennale di Vigevano ha il patrocinio del Comune di Vigevano
e si terrà dall’8 aprile al 31 maggio, quindi ritieniti avvisata/o.
Nel frattempo ti consiglio di non perdere le presentazioni degli artisti che trovi sulle pagine social di Biennale Vigevano whispers of arts.
AFMetastrategy realizza un crescendo di stories che contengono call for artists, call for partners, call for endorsement e presentazioni di tutti gli artisti che parteciperanno.
Davvero il Castello Sforzesco e la Piazza Ducale sono il luogo in cui passo dopo passo il sogno si trasforma in realtà, anzi, si trasforma in Arte.
Ti ho già parlato della Piazza Ducale di Vigevano: abbiamo scoperto insieme le tracce di presenze ebraiche, partendo dal passato per arrivare al presente della versione smart city.
La abbiamo vista nella come un salotto per bere il caffè ma anche come cornice per i cosplayers dei personaggi di Star Wars.
Vorrei che non ti perdessi la versione Piazza Ducale “coperta.”
Suggestiva, vero?
Di impatto.
All’alba
e al tramonto di un giorno intero dedicato alla condivisione.
Queste stupende coperte colorate sono tutte formate da quattro quadrati lavorati a maglia o all’uncinetto uniti insieme da un filo rosso come simbolo di relazione e unione.
Per mesi tante donne si sono adoperate per preparare queste coperte con lana multicolore e tanta fantasia.
Chi da sola, come Betty durante la convalescenza, chi in gruppo, come la mamma di Carola durante gli incontri settimanali a base di chiacchiere, maglia e cose buone da mangiare.
E altre coperte sono arrivate un po’ da tutta Italia, rispondendo alla chiamata di Viva Vittoria.
Viva Vittoria è un’opera relazionale condivisa dalle donne per le donne.
Creare la maglia viene inteso come metafora dello sviluppo di se stesse e veicola un messaggio di consapevolezza: siamo noi artefici della nostra esistenza.
Se siamo in grado di produrre il cambiamento in noi, il cambiamento può avvenire di riflesso anche nella società.
L’idea di portare queste coperte frutto di momenti di aggregazione è nata a Brescia nel 2015 e il ricavato della vendita viene destinato a scopi benefici.
A Vigevano, in Piazza Ducale in poche ore sono state adottate tremila coperte, la somma raccolta sarà devoluta all’associazione Kore al fianco delle donne vittime di violenza.
OPINIONI