Questo articolo è disponibile anche in:
English
Keep calm and … pattinaggio!
Ebbene sì: questa volta il keep calm è su rotelle!
E non sono quelle arrugginite che mancano a me, per tua fortuna.
Ma nemmeno le rotelle degli esperimenti che recentemente io e Eleonora, per una curiosa coincidenza, ci siamo raccontate in questi commenti.
Le rotelle Keep Calm sono spettacolari e appartengono al quartetto di pattinaggio della società Victoria Alba Asd.
Victoria Alba è una associazione di circa 100 tesserati, che vanno da bambini di 5 anni ad adulti appassionati di pattinaggio. Si allenano ad Alba in provincia di Cuneo e partecipano a manifestazioni e gare a livello provinciale, regionale e nazionale.
Io ho avuto modo di conoscere Victoria Alba dopo la partecipazione al campionato regionale Fisr a Novara dove le ragazze Keep Calm hanno ottenuto il quinto posto nella categoria Quartetti Divisione Nazionale con una esibizione ispirata al film “The greatest showman” … tanto per rimanere in tema musical.
I loro nomi sono Benedetta, Michela, Sara e Sophie e hanno tra i 14 e i 16 anni.
Ovviamente non potevo non contattarle per chiedere come è nata la scelta del nome Keep Calm.
Ecco la loro risposta:
La scelta di questo nome non è avvenuta per caso, anzi, come sappiamo la traduzione di questo breve costrutto è “stai calmo” o “mantieni la calma.” Noi come squadra abbiamo deciso di renderlo personale, ricordandoci che abbiamo tutte le capacità per affrontare a testa alta le nostre competizioni stagionali, senza farci affannare da incertezza o agitazione interiore. Perché in fondo noi stesse abbiamo deciso di intraprendere questo percorso che in un certo senso ci ha aiutato a maturare e crescere come persone che hanno il controllo di sé.
Direi che hanno le idee ben chiare e che si meritano i miei più sinceri applausi.
Forza ragazze! Il mio tifo è tutto per voi!
Nel caso tu voglia seguire il quartetto Keep Calm, così come gli altri atleti, puoi trovarli sia sulla pagina Facebook che sul profilo Instagram.
Hai mai provato a pattinare?
Sono certa che mi racconterai fantastiche performance.
I pattini a rotelle con le quali mi sono completamente “grattuggiata” un avambraccio in seconda elementare erano più o meno come quelli in questa foto.
Non ridere troppo però!
Sono come i miei! 😄😄😄
Ho pattinato pochissimo.
Anche adesso qui ci sarebbe tanto ghiaccio, ma preferisco sciare.
Luisella gemelle di pattini!? 😉
Almeno tu non ti sei procurata il mega crostone sul braccio che avevo io … e proprio prima dell’esame di seconda elementare.
Sul ghiaccio invece non ho mai provato. Ed è una di quelle cose che rimpiango: ho sempre sperato che capitasse l’occasione prima o poi, e invece …
So che non ci crederai, ma non ho nemmeno mai sciato …
Avevo provato secoli fa 😂 ma non ho mai imparato!
Maria c’è sempre tempo!
Io dopo la rovinosa caduta ho insistito perché ci tenevo proprio e alla fine sono riuscita anche a divertirmi un pochino. Ma come dici: era secoli fa … 🙂
Sono come quelli che mi avevano regalato i miei genitori, Non mi avevano detto che erano frenati, per cui dovevo arrancare con i pattini ai piedi facendo una gran fatica e senza nessun divertimento. Ovviamente ho presto detto che non mi piacevano affatto😉
Oh povera … chissà che fatica … più che pattinaggio sarà stato allenamento intensivo gambe e polpacci, posso capire che tu abbia preferito altri tipi di divertimento, però lasciatelo dire: sei stata stoica! Complimenti Luisa <3
Quante cadute! però era divertente scorrazzare per il cortile. Nelle “occasioni speciali” i miei mi portavano in pineta, dove c’era una pista. Non ho maiimparato davvero a pattinare, mi limitavo a girellare su e giù. Bei ricordi.
BEI ricordi davvero Pat!
Per me è stata più o meno la stessa cosa: momenti di gioco in cortile e soltanto in qualche rara occasione su una pista. Ma momenti di serenità impagabile.
GRAZIE! <3
Congratulazioni a queste ragazze, 👏👏👏! E in bocca al lupo per un futuro pieno di successi, 😀! Eh, sì: come ti raccontavo i miei tentativi sui pattini a rotelle sono stati un vero fiasco, 🤦♀️. Per fortuna che non ho comprato i rollerblade, altrimenti sarei finita con qualche caviglia slogata, 😉.
Saranno felici per il tuo in bocca al lupo, ti ringrazio io a nome loro.
Sai che anche io pensavo alla differenza tra i pattini dei miei anni 70 e i rollerblade!? Nel mezzo: ere geologiche …
Prima dei rollerblade c’erano i pattini a stivaletto, ma io li consideravo inarrivabili … i miei piuttosto erano allungabili e adattabili alle mie scarpe, cioè per la crescita 🙂
😊. Un pochino diversi da quelli della tua foto ma anche i miei erano di quelli che si potevano allungare in base alla crescita del piede, 🙂. Se non vado errato i modelli a stivaletto ci sono in uno dei due film “Il tempo delle mele” con Sophie Marceau dove lei va a pattinare con i suoi amici, 😉.
Giusto Eleonora!
Era proprio anche l’immagine simbolo della locandina!
Che ricordi!!
Quando è uscito Il tempo delle mele io ero proprio alle medie, figurati!
io sono nata qualche anno dopo che sono usciti sia il primo che il secondo ma in compenso li ho visti tantissime volte in tv. La canzone “Reality”, poi, è stupenda: basta sentirne anche solo poche note che subito si pensa a “Il tempo delle mele”, 😉.
Hai ragione: Reality è proprio una di quelle canzoni che alle prime note ti porta all’inequivocabile associazione di pensiero.
La Boum 🙂
Ricordo una festa di carnevale a casa di un compagno dove una coetanea è arrivata con un costume che prevedeva i pattini a scarponcino proprio come quelli. Una volta i costumi erano fatti a mano in casa, il suo però è stato spettacolare.
Peccato che quest’usanza di crearsi da sé il proprio costume di Carnevale stia scomparendo perché sicuramente quelli fatti a mano hanno il vantaggio di essere unici e personali, fatti apposta per chi li indosserà, 🙂. Quelli che si comprano adesso nei negozi, invece, sono tutti uguali e per nulla personali, 😞. Io sono delle generazioni che s’acquistavano già nei negozi ma allo stesso tempo c’era sempre qualche mamma, nonna, zia che creava da zero il vestito di Carnevale, 🙂.
Sono assolutamente d’accordo!
Magari erano imperfetti ma unici e soprattutto fatti con amore: ricordo come mia mamma rimanesse molto sere a cucire o a decorare fino a tardi, felice di preparare i costumi per me e per mio fratello.
Bellissimo poi anche il fatto che si iniziasse già parecchio tempo prima a pensare, progettare, inventare ricercare stoffe e materiali … insomma il Carnevale non era solo il giorno in cui finalmente si arrivava ad indossare il costume.
Anche le feste, magari meno “importanti” ma altrettanto bellissime, erano vissute in modo molto diverso da come vengono vissute oggi, 🙂.
Vero.
In maniera semplice: il costume fai da te e le frittelle della mamma, eppure eravamo felici.
Oggi sono più che altro giorni in cui non si va a scuola e nulla più.
Io cerco sempre di non arrendermi però e di celebrare, fosse pur con poco più di niente.
Amo il pattinaggio, le poche volte che ho provato ho fatto voli…non pindarici, doloranti 🙂
Oh no … povera … in questo caso i pindarici sarebbero stati meglio.
In effetti è un’attività un tantino pericolosa all’inizio.
Però il tuo “amo il pattinaggio” iniziale mi fa suppore che tutto sommato la passione ha vinto.
Abbraccione Paola!
Da ragazzina li ho usati, ricordo anche il periodo dell’austerity che li utilizzavo per andare a casa delle amiche……..a volte mi verrebbe voglia di riprovarci, ma poi ci penso bene e lascio perdere
Ah bravissima!!
Tu dunque avevi anche trovato il modo di mettere a frutto il tuo pattinaggio per qualcosa di utile come gli spostamenti durante l’austerity! Grande Mi!
Perché ora lasci perdere?! Sarebbe divertente, no?
Ciao, non rido affatto.
Innanzitutto è bellissimo il post, la motivazione delle ragazze è molto coinvolgente e mi piace molto il messaggio che passa.
Da piccola, avevo un paio di pattini, se non proprio uguali, di sicuro molto simili.
Mi avventurai per una discesa, dopo aver pattinato a lungo sulla pista. Avevo sete, era estate e papà era un po’ distante. Provai a chiamarlo, non mi sentì.
Mi feci male al braccio sinistro, frattura al legno verde, si chiama così perché l’osso nei bambini non è ancora del tutto formato. Me la cavai con una doccetta e tutto okay. Saluti
Grazie GRAZIE Valeria!!
Sono contenta che il tuo ricordo, per quanto non piacevole, si sia concluso senza traumi gravi.
Sai che non sapevo che le ossa dei bambini vengono definite “legno verde”?
Il legno mi fa pensare a radici, e radici mi fa pensare a famiglia <3