DARK MATTER

DARK MATTER

Dark matter … innanzitutto possiamo dire di essere immediatamente attratti da queste parole?

Io personalmente sì, senza contare che la prima cosa che ci ho letto è stato il proseguimento di quella sorta di filo lasciato in sospeso dopo 72 seasons o Memento mori

Dunque anche i Pearl Jam ci raccontano in qualche modo l’oscuro … questo dovremmo chiederlo principalmente a Luciana: la più grande fan dei Pearl Jam che io conosca.

Lucy tu mi correggerai se sbaglio, vero?

Il primo rumors che ho sentito su Dark Matter riguarda il nome illustre nei credits: Sean Penn.

Il suo contributo consisterebbe nel suono di una stecca da biliardo che colpisce la palla, registrato da Eddie Vedder con il proprio cellulare.

Figo.

Senza contare il fatto che il pensiero di Eddie e Sean porta automaticamente a Into the wild

Un po’ wild è stato anche l’inizio delle registrazioni, partito a casa di Andrew Watt e poi trasferito causa allagamento da pioggia.

Definirei Andrew un natural born fan provando ad immaginare il suo repertorio di t-shirt dei Pearl Jam: una diversa per ogni giorno di registrazione.

Quindi a questo punto chiedo: anche tu conservi una o più t-shirt dai concerti che hai vissuto? Mi racconti quali sono?

Intanto io ti elenco i titoli delle undici tracce di Dark Matter:
Scared of Fear
React, Respond
Wreckage
Dark Matter
Won’t Tell
Upper Hand
Waiting for Stevie
Running
Something Special
Got to Give
Setting Sun

e non ti nascondo che prima di scoprire a quale Stevie si riferiscono, ho sperato che fosse Nicks … invece è Wonder.

Ma c’è un altro riferimento, che voglio interpretare in modo particolare: nella canzone Scared of Fear

We used to laugh, we used to sing
We used to dance, we used to believe

che dici, pensiamo a Seattle, anni 90?

Anche se in realtà ognuno di noi ha il proprio ricordo che si adatta a queste parole, ti va di raccontare il tuo?

Ti lascio con la conclusione di Dark Matter: parole che noi tutti dovremmo ricordare, oltre che cantare
In questi giorni è strano
quando tutti gli altri pagano
per gli errori di qualcun altro
questa colpa prende forma
finché tutti pagheranno
per gli errori di qualcun altro …

DANSE MACABRE

DANSE MACABRE

Danse macabre è il nuovo lavoro dei Duran Duran in uscita il 27 ottobre giusto in tempo per Halloween

In realtà l’idea di Danse macabre nasce proprio dalla performance a tema Halloween all’Encore Theatre al Wynn di Las Vegas il 30 e 31 Ottobre di un anno fa. 

Sì, lo so, nemmeno io volevo credere a quello che stavo vedendo, eppure è tutto vero.

Diciamo che da quella partenza all’album finale la danza più che macabra è stata intensa e ha prodotto tre inediti, tre nuove versioni dalla loro discografia e sei cover.

Ecco le cover sono sempre un grandissimo rischio, questo è un dato di fatto, però io a prescindere apprezzo il tributo a pezzi di storia della musica.

Paint it black è una canzone che mi piace moltissimo e non dirò altro.

Spellbound di Siouxie and the Banshees grazie a Stranger Things ora è apprezzata anche dai non boomer, chissà se ascolteranno anche la versione Duran Duran.

Sicuramente Bury a friend di Billie Eilish è un grande punto di contatto.

E riguardo a Psycho Killer galeotta fu la passione per Tina Weymouth che John Taylor ha scoperto di condividere con Victoria De Angelis.

Quando si dice Talking Heads …

Ecco cosa ha raccontato John in proposito

Condivisione, collaborazione sono concetti che amo, così come amo i personaggi rock e per rock non intendo semplicemente musica.

Può una danza macabra essere rock?

Non lo so, quello che so è che Simon Le Bon, John Taylor, Nick Rhodes, Roger Taylor, e per l’occasione anche Andy Taylor e Warren Cuccurullo in qualche modo proseguono il filo che stiamo seguendo insieme.

Se lo ripercorriamo a ritroso torniamo a Lux Æterna dei Metallica, e prima a Memento Mori dei Depeche Mode, fino ad arrivare allo scorso Ottobre con i Muse e You make me feel like it’s Halloween

Dunque sei pronto per la Danse Macabre?

ATOMIC CITY – SPHERE

ATOMIC CITY – SPHERE

Atomic City è la nuova canzone degli U2 uscita il 29 settembre.

Gli U2 a sorpresa si erano esibiti in una anteprima a Las Vegas qualche giorno fa

Hai riconosciuto Freemont Street?

Esatto: la location del video I still haven’t found what I am looking for.

Ascoltando Atomic City si riconosce bene anche altro, vero?

Io ho pensato immediatamente: “Debbie Harry!”

Infatti Blondie così come Giorgio Moroder compaiono nei crediti.

Da Atomic a Atomic city dunque.

Anche se Atomic City non è più un riferimento ai Blondie ma è come Las Vegas veniva definita negli anni 50.

Las Vegas.

Da quando ho visto il film con Cameron Diaz e Ashton Kutcher ogni volta che sento nominare Las Vegas non posso resistere senza ripeterlo in vari modi come fanno loro nel film, hai presente la scena?

Las Vegas in particolare è stata la scelta degli U2 per il loro residency show “U2: UV Achtung Baby Live At Sphere.”

Achtung Baby non necessita di ulteriore presentazione: semplicemente il fatto che sia l’album che contiene One, lo rende memorabile.

Sphere, o MSG Sphere è un’arena creata per spettacoli di intrattenimento a The Venetian Resort di Paradise, Nevada ed è al momento la più colossale e avanguardistica sfera al mondo: ricoperta di pannelli led che permettono la proiezione di immagini anche all’esterno, oltre ad un’esperienza virtuale all’interno.

Se ami la matematica ti consiglio di dare uno sguardo a questa pagina: contiene la spiegazione di come per creare Sphere, siano state utilizzate formule matematiche vecchie di secoli e ingegneria e tecnologia del ventiduesimo secolo.

Volendo organizzare un Residency show in contrapposizione ai tour che siamo abituati a conoscere in ambito musicale, gli U2 hanno pensato di concretizzare la creatività utilizzando le più moderne tecnologie.

Cosa ne pensi?

Secondo Eraclito l’armonia invisibile è una sfera perfetta e incontaminata. Quella visibile, invece, si deforma continuamente sotto il peso della realtà.

In questo caso il peso è della realtà virtuale …

GLASTONBURY FESTIVAL

GLASTONBURY FESTIVAL

Glastonbury Festival è un altro iconico appuntamento musicale che si svolge nei giorni successivi al solstizio d’estate

Glastonbury si trova a circa un’ora da Stonehenge ed è celebre per la Glastonbury Tor ovvero una collina sulla quale si trova la Torre di San Michele.

Su questo luogo ci sono leggende che riconducono ad Avalon, Ynys yr Afalon, la famosa isola legata al mito di Re Artù che appassiona moltissimo da sempre.

Glastonbury sorge inoltre su una Ley line: una linea temporanea ovvero una delle linee che collegano virtualmente luoghi di rilevanza storica legati alla sfera spirituale.

Il Glastonbury Festival invece riguarda la sfera musicale e nasce nel 1970 dall’ispirazione di Michael Evis dopo aver assistito ad una esibizione dei Led Zeppelin.

Che dire … c’è da capirlo.

In tutti questi anni si sono avvicendate esibizioni memorabili, difficile persino stilare una classifica, su tutte vorrei citarti questa

 

Recentemente i R.E.M. hanno ripubblicato sul loro profilo twitter cinque canzoni prese dal loro concerto del 1999 chiedendo ai loro fan di votare la migliore tra: Loosing my religion, It’s the end of the world as we know it (su questa canzone abbiamo già chiacchierato qui) Everybody hurts, At my most beautiful e Man on the moon

Tu sapresti scegliere?
Oppure hai una tua esibizione preferita di qualche altro artista?

Anche il Glastonbury Festival è una occasione caso per sbizzarrirsi con outfit particolari, che risultano però diversi rispetto a quelli sfoggiati al sole della California per il Coachella

Il clima inglese richiede impermeabili e stivali: ecco una carrellata di look  tra i quali possiamo ammirare Emma Watson

Che ne dici?
Sole o pioggia purché ci sia buona musica!

E ovviamente il caffè 🙂 

72 SEASONS

72 SEASONS

 

72 Seasons è il titolo scelto dai Metallica per il loro nuovo album uscito ieri e anticipato da una global premiere giovedì 13 aprile in contemporanea nei cinema di tutto il mondo.

72 Seasons equivalgono ai primi diciotto anni di vita.

Le 72 stagioni della vita prima della maggiore età, prima di diventare adulti, se così si può dire.

James Hetfield ha raccontato di essersi ispirato all’idea della maturazione che avviene durante questi anni dopo aver letto un libro.

In nessuna delle interviste che ho trovato è mai stato chiesto quale fosse questo libro, eppure è la prima domanda in assoluto che io farei: “James che libro hai letto?”

In generale le 72 stagioni di James Hetfield, Lars Ulrich, Kirk Hammett e Robert Trujillo non sono state facili e credo che inevitabilmente ognuno di noi si ritrovi periodicamente a ripensare alle proprie.

A me ad esempio capita spesso di dire che, dopo un’infanzia spensierata, l’adolescenza è stata un po’ un medioevo nella sua accezione negativa.

E tu che ricordi hai delle tue 72 Seasons?

Sempre parlando di oscurità: darkness, James Hetfield ne ricorda l’importanza perché senza di essa non esisterebbe la luce.

Io ho riflettuto su questo concetto per la prima volta proprio durante le mie 72 stagioni ….

A proposito di luce, Lux Æterna è il singolo di esordio di questo album e associandolo a Memento Mori mi sono chiesta se questi evidenti riferimenti siano una conseguenza del periodo storico nel quale stiamo vivendo.

In realtà James Hetfield ha definito Lux Æterna una canzone gioiosa e una sorta di ritorno agli anni ’80

Tu cosa pensi di questa definizione?

Io personalmente non ho ancora deciso se sono del tutto d’accordo, però di una cosa sono sicura: il secondo brano estratto If Darkness had a son è perfetto per dare una notevole carica.

Io e mio figlio la abbiamo ascoltata di mattina, mentre eravamo in auto diretti verso scuola e ufficio e ci siamo ritrovati belli sorridenti e divertiti.

A quanto pare non sono la sola a ricavare energia dai Metallica, visto che la squadra della Virginia Tech utilizza Enter Sandman per il pre-partita … certo non si possono fare paragoni con la aka, ma per chi non ha radici e antenati Maori, l’effetto risulta sufficientemente potente, o no?

A parte il caffè, ovviamente, cosa ti dà la carica?

MEMENTO MORI

MEMENTO MORI

Memento mori sono le parole, scritte in maniera originale, che appaiono sul sito ufficiale dei Depeche mode sotto a un countdown in rosso.

Memento mori è il titolo del nuovo lavoro dei Depeche Mode in uscita il 24 marzo.

Ti capita mai di trovare particolari connessioni su più livelli, rispetto a forme artistiche che rappresentano elementi che ti stanno particolarmente a cuore?

Ecco: sul profilo ufficiale Instagram trovi questo video che mostra, un po’ in stile speed painting, un enorme murales che raffigura ali … e tu sai che io ho un debole per le ali, vero?

Ma il mio legame con i Depeche Mode è molto molto lontano nel tempo: il mio primo concerto a Milano.

Tra l’altro Milano ricorre nella loro storia perchè Violator è stato in parte registrato proprio a Milano in zona Mecenate.

Leggendario l’aneddoto del suono dei passi sulla tromba delle scale, altro che percussioni elettroniche …

A proposito di Violator domani ricorre l’anniversario dell’uscita: 19 marzo 1990.

33, come gli anni di Jesus, quel loro Personal Jesus che hanno voluto personalizzare, umanizzare, rendere tangibile.

Feeling unknown
And you’re all alone
Flesh and bone
By the telephone
Lift up the receiver
I’ll make you a believer

Ti senti sconosciuto
E sei tutto solo
Pelle e ossa
Accanto al telefono
Alza la cornetta
Ti renderò un credente
.

Questo concetto espresso nel brano è stato in qualche modo reso reale con il lancio per promuovere il singolo: una idea semplicemente geniale.

In una pagina del Melody Maker appariva soltanto un numero di telefono accompagnato dalle parole Your Own Personal Jesus.

Chi chiamò il numero ebbe la possibilità di sentire il frammento “reach out and touch faith” seguito dal famosissimo riff.

Se non è storia della musica questa …

Tra l’altro non ti viene la nostalgia di quando i telefoni non ci seguivano in ogni minuto della giornata, e di quando non ci avrebbe mai sfiorato l’idea di “temere” numeri di telefono sconosciuti in quanto potenziale fonte di stalking commerciale?

Ma torniamo a Memento mori: significa “ricordati che devi morire.”

Io per fortuna o purtroppo non posso pensare a queste parole senza associarle a Non ci resta che piangere, quindi, anziché piangere, sorrido.

Ma anche Dave Gahan e Martin Gore vogliono intendere il loro Memento mori in senso positivo, come un Carpe Diem: vivi al massimo.

Come vorrebbe Fletch.

E dunque eccoli, nel video ancora una volta a cura di Anton Corbijn, che giocano a scacchi con la morte come ne Il settimo sigillo di Ingmar Bergman

Ghosts again … di nuovo fantasmi.

Il percorso della vita: dal cercare di rendere tangibile lo spirito, al pensare di essere felici anche dopo la fine di qualcosa.

Pensi che sia davvero il perfetto equilibrio tra malinconia e gioia come Dave Gahan?

Tu riesci a ricordarti che “devi morire”?

Lo so, posta così questa domanda sembra assurda, io spesso mi arrabbio con me stessa: quando mi lascio prendere dai deliri quotidiani invece di dare valore a ogni singolo giorno, a ogni singolo momento.

Dimmi che tu sei più brava/o di me.

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