BEATRIX

BEATRIX

Beatrix è un horror soprannaturale scritto da Cristiano Venturelli.

Guarda come è bello il suo sito: a me le onde del mare sono piaciute moltissimo.

Ti ho già parlato di Cristiano a proposito di un altro suo libro: Echi dall’ignoto

Cristiano è una persona molto cordiale e disponibile e con l’entusiasmo di chi ama ciò che scrive mi ha regalato l’opportunità di leggere anche Beatrix.

L’autore chiede quale potere può racchiudere uno sguardo?

Lascio a te le ipotesi, curiosa di scoprire se per te avere un potere equivale a qualcosa di positivo o di negativo?

Ci sono sempre due facce: il bene e il male.

Lupo bianco o lupo nero? Ricordi di quando abbiamo parlato dell’esperimento di Stanford?

E se i poteri fossero di natura soprannaturale, se fossero qualcosa che non appartiene alla natura umana, tu li temeresti o ne subiresti il fascino?

Sai che io non svelo mai completamente gli elementi sorprendenti di ciascun libro, proprio per lasciare la scoperta così come è stata sorprendente per me.

Ma ti dirò che Beatrix è un condensato di sfaccettature che uniscono anime opposte: mammastrega … diversità, magia ma anche sofferenza.

Ti faccio una domanda: se dico sofferenza, qual è la prima cosa alla quale pensi?

LA SPOSA NORMANNA

LA SPOSA NORMANNA

La Sposa Normanna di Carla Maria Russo, nella edizione di Neri Pozza è una lettura che per quanto mi riguarda appartiene alla collana “i libri di Monica” e la ringrazio.

La Sposa Normanna è Costanza d’Altavilla

Romanzo storico, in parte di libera interpretazione La Sposa Normanna è un testo spesso adottato anche in ambiti scolastici.

Costanza di Altavilla è la madre di Federico II.

Il libro racconta la sua vita ponendo l’accento sul suo essere madre contro ogni avversità: fisica e politica.

Carla Maria Russo ne dipinge il profilo attribuendole il merito di aver insegnato al proprio figlio l’importanza di saper vivere mantenendo uno stretto e importante contatto con la gente.

Dalle parole dell’autrice emerge una profonda ammirazione per una donna alla quale è stata negata la propria vocazione monastica per garantire la prosecuzione del regno attraverso una progenie di sangue reale.

Costantino, per lei, Federico II di Svevia per la storia, ha visto la luce a Jesi, in una tenda posta nella piazza centrale affinché tutti potessero assistere e testimoniare la sua nascita e perché tutte le donne potessero aiutare Costanza durante un parto giudicato impossibile.

Tu conosci la storia di Costanza di Altavilla?

Cosa pensi dei romanzi storici?

A me è piaciuto approfondire molti dettagli attraverso un duplice sguardo: gli occhi appassionati dell’autrice e gli occhi de La Sposa Normanna.

ESERCIZI DI STILE

ESERCIZI DI STILE


Ho letto Esercizi di stile di Raymond Queneau nella versione curata da Stefano Bartezzaghi edizione Super ET di Giulio Einaudi Editore con testo in francese a fronte e prefazione di Umberto Eco, grazie alla mia collega.

La prima edizione risale all’anno 1947, Éditions Gallimard.

Riporto le parole di Eco: un episodio di vita quotidiana di sconcertante banalità e novantanove variazioni sul tema in cui la storia viene ridetta mettendo alla prova tutte le figure retoriche.

Ecco sicuramente tu conoscerai molto bene le figure retoriche, io invece purtroppo devo ammettere di averle imparate insieme a mio figlio mentre le studiava lui.

Entrambi abbiamo frequentato un istituto tecnico, sicuramente i programmi sono cambiati, ma io credo che sia questione anche di fortuna nell’avere gli insegnanti giusti.

Forse per questo o forse perché comunque l’approfondimento del linguaggio è qualcosa che mi affascina da sempre, mi sono divertita nello scoprire come Queneau è riuscito a raccontare la stessa scena in novantanove modi diversi.

In realtà le versioni sarebbero di più, nel corso delle revisioni Queneau ha aggiunto, ma anche tolto, perché per lui il numero doveva rimanere sempre lo stesso: novantanove.

Esercizi di stile ma non solo: Bartezzaghi illustra il gioco di numeri perché tutto è un equilibrio logico:
Raymond = 7 lettere
Queneau = 7 lettere

anche il secondo nome è di 7 lettere = Alfonse

7×7 + 1 + 7×7

quell’uno al centro, lo stesso uno che manca per arrivare a cento, secondo te cosa rappresenta?

Esercizi di stile ma non solo: l’ispirazione arriva dalla musica e più precisazione alle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, ovvero trenta variazioni per clavicembalo.

Matatavitatau, La regina gioiosa: sentitevi pure liberi di aggiungere dettagli, se volete.

Esercizi di stile ma non solo: anche fantasia, lo stesso Eco definendo il Lipogramma come l’esempio più tipico di “perfezionismo” ammette la tentazione di provare a produrne ventuno versioni, oltre a proporre ulteriori esercizi.

A proposito di lipogrammi, Luisa è maestra, clicca sul link di Words and Music and Stories

E tu? Sei perfezionista?

Ti ho stimolato la voglia di esercizi di stile?

Ricordi il monologo del naso nel Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand?

Quale soggetto / oggetto sceglieresti invece?

LA FABBRICA DELLE RAGAZZE

LA FABBRICA DELLE RAGAZZE

La Fabbrica delle Ragazze di Ilaria Rossetti edito da Bompiani: prendi nota di questo titolo, te lo consiglio.

 

Io sono nuovamente grata a Monica: lo ho letto grazie a lei e mi è piaciuto tanto.

 

La Fabbrica delle Ragazze nasce dalla ricerca dell’autrice improntata sulle morti sul lavoro, ma è molto di più.

 

È il racconto di un fatto storico letteralmente cancellato, è la descrizione di luoghi che riconosco in un certo senso come familiari e testimonia anche la teoria dei sei gradi di separazione.

 

Ma soprattutto è un libro scritto davvero bene.

 

I miei complimenti a Ilaria Rossetti.

 

La Fabbrica delle Ragazze sorge a Bollate, durante la prima guerra mondiale, per far fronte all’esigenza di armi, bombe e munizioni per rifornire il fronte.

 

Ecco perché “delle ragazze:” unica forza lavoro rimasta, idonee in particolare per le loro mani piccole.

 

Sai che non amo svelare troppo ma tengo a sottolineare l’importanza di diffondere la storia di persone usate e poi cancellate perché la macchina della guerra non può fermarsi, allora come ora.

 

Dunque si arriva persino a radere al suolo, lasciando solo solchi nella terra e nei cuori di chi ha vissuto, nell’attesa che la memoria si spenga insieme alla vite di chi conosceva la realtà dei fatti.

 

Per questo è importantissimo che continuiamo a raccontare noi, al posto loro, questa e tutte le storie altrettanto scomode.

 

Il primo è stato un narratore d’eccellenza: nientemeno che Ernest Hemingway che il destino ha condotto dall’America fino a Castellazzo di Bollate proprio a seguito dell’esplosione della fabbrica, narrata nei famosi Quarantanove Racconti

 

Sul luogo, completamente ricoperto dagli alberi, rimane soltanto una cabina elettrica, con un murale molto suggestivo.

 

La Fabbrica delle Ragazze

 

Altri personaggi del libro invece conducono il lettore fino a Milano, seguendo la via del fiume Seveso, dipingendo un viaggio nella natura e nel tempo.


Tu hai mai ascoltato racconti di nonni tuoi o “acquisiti”?
I nonni in fondo sanno diventare nonni di tutti, o sbaglio?

C’è una storia da tramandare anche nel luogo in cui vivi tu?

TATÀ

TATÀ

Tatà è l’appellativo vezzeggiativo di Tante, che significa zia in francese.

Non c’è il due senza il tre, anche se Tre in realtà è il secondo tra i libri di Valérie Perrin  che ho letto.

Valérie ha raccontato di aver deciso di scrivere la storia di una zia dopo aver sentito un bambino che urlava “Tatà!”

Ti capita mai che un singolo particolare ti colpisca trasformandosi in una sorta di chiave di accesso a emozioni o pensieri molto più grandi?

Tu dove trovi la tua ispirazione?

Valérie sa bene come scrivere un libro di successo, io la immagino un po’ come una cuoca provetta che utilizza tanti ingredienti con la consapevolezza che sono giusti per il risultato finale.

Tatà è ambientato a Gueugnon in Borgogna, luogo di origine dell’autrice e profonda provincia

Gueugnon è famosa per la squadra di calcio locale che ha raggiunto livelli molto importanti. Il padre di Valérie era un calciatore in questa squadra.

Il cuore della storia è raccontato nella prima pagina: la protagonista scopre che sua zia è rimorta

Sì: rimorta, termine coniato per rappresentare il fatto che viene comunicato il decesso della zia che in realtà è già morta da tre anni.

Capire come sia possibile porta alla scoperta di una zia tanto immensa quanto sommersa come un iceberg.

E tu? Hai una zia del cuore?

FELICITÀ

FELICITÀ

Felicità è il titolo dell’ultima lettura che devo a Monica.

Cos’è per te la felicità

La risposta a questa domanda è sempre molto soggettiva.

E se la felicità fosse uno stato d’animo diffuso e coinvolgesse tutti?

L’autore del libro: Will Ferguson delinea la sua ipotesi su cosa accadrebbe se in breve tempo tutti fossero felici.

Come? Attraverso un manuale: il manuale della felicità.

Pensi che ne avremmo bisogno?

Il protagonista del libro: un editor che ricevere il manoscritto di questo manuale lo cestina immediatamente, ma poi …

Tutto è raccontato con una ironia che ha distinto questa lettura divertente pur mantenendo una importante riflessione di fondo.

Tengo particolarmente a segnalarti la casa editrice: Accènto. 

Fondata da Alessandro Cattelan, questa casa editrice indipendente ha tra i propri progetti, l’obiettivo di tradurre libri che mancano sul mercato italiano, come in questo caso.

Oltre all’umorismo, questo libro mi ha regalato una piccola scoperta, che con il mio amore per le parole, e per le parole in lingue differenti,  ho davvero apprezzato:

Recentemente May aveva curato per la Panderic la pubblicazione di un bizzarro dizionario di termini oscuri. Il titolo era Gli intraducibili, e si trattava di una scherzosa rassegna di alcuni termini assenti dalla lingua inglese. Interi sentimenti, interi concetti che restavano inespressi per il semplice motivo che non era mai stata coniata una parola capace di definirli. Parole come “mono-no-awarè,” “la tristezza delle cose,” un termine giapponese che definiva l’eterno pathos che fa capolino appena sotto la superficie della vita. Parole come “mokita,” che in lingua kiriwina della Nuova Guinea indica “la verità di cui nessuno parla.” Si riferisce al tacito accordo, tra due o più persone, di evitare riferimenti espliciti a un segreto ben noto…

Conosci anche tu qualche intraducibile?

Archivi

Pin It on Pinterest