CIOCCOLATO DI MODICA

CIOCCOLATO DI MODICA

Cioccolato di Modica è lo squisito regalo di Valeria, che ringrazio ancora!

Ne avevo sentito parlare parecchio ma non lo avevo mai assaggiato, tu sì?

Al primo morso è stata una rivelazione totale: non conoscevo la sua particolarità.

Il cioccolato di Modica è granuloso, ha una consistenza molto friabile, ma allo stesso tempo la tavoletta risulta compatta.

Si avverte moltissimo lo zucchero.

Una percezione permessa dal tipo di lavorazione del tutto singolare: a freddo.

Per spiegarti meglio uso le parole di Hanns Josef Ortheil:
grande è lo stupore quando degusto il Cioccolato di Modica perché improvvisamente si gustano sulla lingua i cristalli di zucchero: come un mulinello di semi scivolano sulla lingua da una parte all’altra.

Questo stupore, viene descritto nel libro Die insel der dolci ovvero L’isola dei dolci nel quale l’autore parla di miracoli fatti di frutta, zucchero, noci, nutriti dagli aromi che solo il sole del sud produce.

Un viaggio alla scoperta della Sicilia dolce, da Catania via Palermo fino alla città del cioccolato di Modica, sempre sulle tracce di misteriose prelibatezze, insieme alla figlia: Lotta Ortheil, fotografa, per rappresentare insieme la magia dell’Isola dei Profumi e dei Dolci.

E non so se hai avuto modo di vedere in questi giorni una ulteriore magia della natura, sbalorditiva quanto spaventosa: l’Etna in attività.

Ritornando alle esplosioni di gusto, che sono indubbiamente meno pericolose, vorrei concludere aggiungendo che il prodotto IGP di Modica  contiene proprietà antiossidanti e anticoagulanti, ma soprattutto, come accade per tutti i tipi di cioccolato, stimola la produzione di endorfine.

E le endorfine inducono euforia e dunque buon umore, cosa della quale abbiamo tutti necessità, o no?

E PER LA GENTE CHE …

E PER LA GENTE CHE …

E per la gente che
ama soltanto te
per tutti quei chilometri che ho fatto per te
Internazionale devi vincere!

Questo “eeeeee per la gente che” mi piace particolarmente .

La gente.
La gente che domenica 30 aprile ha festeggiato la seconda stella dell’Inter a campionato non ancora concluso, dopo un anno di grandi soddisfazioni che ha ripagato di luuuuuuunghi periodi diciamo più sfortunati.

Ma non solo: la gente che ha una passione.
La gente che canta, esulta, sorride, festeggia. La gente positiva, la gente allegra.

Il mondo dei tifosi è una galassia variegata che racchiude tante tipologie di persone e indubbiamente ha anche tanti difetti e criticità.

Ma domenica è stata la rivincita di chi alla violenza preferisce la fratellanza, di chi non distrugge, di chi condivide e unisce.

Ti racconto un piccolo episodio accaduto in metropolitana: banchina piuttosto affollata di persone in attesa con bandiere, sciarpe, maglie e quant’altro.

Dalla scala del binario di fronte sbucano quattro o cinque ragazzini giovanissimi, vedono i tifosi e urlano “forza Inter.”

Immediatamente parte un coro dedicato a loro.

Una bimba dai capelli lunghissimi, fino a quel momento in disparte con il suo papà, sfodera una bandiera più grande di lei ed inizia a sventolare.

Occhi gioiosi, sorrisi.

E poi il più piccolo dei ragazzini di fronte esclama “lui però è milanista!”

Risata generale.

Gioia.

Lì, lontano da tutte le dinamiche di mercato, guadagni, business, rivalità, astio, pericolosità, un piccolo momento che ricorderemo per sempre.

Questo è quello che del calcio mi piace.

🎵E per la gente che …🎵🎵

Personalmente trovo molto suggestivo ascoltare i tifosi dell’Inter che cantano in coro questa canzone, per non parlare di quando alle voci si aggiungono le luci dei cellulari che creano come un firmamento all’unisono, in una parola magia.

È capitato che a questo coro di luci allo stadio, seguisse un’azione fortunata, e qualcuno ha attribuito il fenomeno alla Love Frequency.

I famosi 528Hz che rappresentano la frequenza del DNA nel senso che è come se il corpo sappia come sintonizzarsi su questa frequenza. Ne hai mai sentito parlare?

In questi contesti il confine tra la sfera spirituale e la parte concreta si fondono, ma la teoria si posa su basi reali.

Qui trovi uno studio esplicativo.

Da notare che ai soggetti analizzati è stato richiesto di non consumare caffeina!

Rob da matt … 🙂

Scherzi a parte in compenso dovrebbe salire l’ossitocina ad esempio.

Tu cosa pensi?

Sei tifosa/o?

Quale potrebbe essere la canzone adatta a creare la tua Love Frequency?

LAVAZZA BEST COFFEE ROASTER

LAVAZZA BEST COFFEE ROASTER

 

Sapevi che Lavazza è stata premiata agli European Coffee Awards?

I Coffee Awards riuniscono ogni anno i migliori leader del settore e i vincitori vengono scelti dopo un’analisi rigorosa da parte di un team.

Il riconoscimento a Lavazza è stato assegnato a Barcellona, dove si è svolta la quattordicesima edizione.

Il creatore dell’European Coffee Symposium (ECS) è Jeffrey Young che dal 2008 si adopera per realizzare il sogno di riunire le menti più influenti dei settori del caffè e dell’ospitalità in tutta Europa.

Jeffrey Young è il Managing Director di Allegra Strategies con 20 anni di esperienza nell’analisi del mercato globale e si occupa in particolare di caffè attraverso l’Allegra World Coffee Portal

Lavazza è stata insignita del titolo Best Coffee Roaster 2023 ovvero miglior torrefattore.

Personalmente sono contenta, tu che ne pensi?

Lavazza Qualità Rossa ha accompagnato tutta la mia vita: a partire dai primi ricordi di bambina.

In effetti è nel 1970 che Lavazza crea un nuovo standard introducendo la confezione in foglio di alluminio sottovuoto per il lancio di Qualità Rossa.

Non serve che ti ricordi che la nota aromatica di Lavazza Qualità Rossa è cioccolato, vero?

Un prodotto che ha attraversato più di mezzo secolo rimanendo coerentemente intatto e mantenendo quel giusto equilibrio tra qualità e prezzo che gli ha permesso di servire il 20% dei caffè in Italia.

Che ne dici?

Senza contare che Lavazza ci ha regalato Caballero e Carmencita, te li ricordi?

Carmencita voleva solo Paulista “l’uomo in vista e col baffo che conquista” ma non avrebbe mai immaginato Lavazza Best European Coffee Roaster.

PIAZZA DUCALE COPERTA

PIAZZA DUCALE COPERTA

Ti ho già parlato della Piazza Ducale di Vigevano: abbiamo scoperto insieme le tracce di presenze ebraiche, partendo dal passato per arrivare al presente della versione smart city

La abbiamo vista nella come un salotto per bere il caffè ma anche come cornice per i cosplayers dei personaggi di Star Wars

Vorrei che non ti perdessi la versione Piazza Ducale “coperta.”

Suggestiva, vero?

Di impatto.

All’alba

e al tramonto di un giorno intero dedicato alla condivisione.

Queste stupende coperte colorate sono tutte formate da quattro quadrati lavorati a maglia o all’uncinetto uniti insieme da un filo rosso come simbolo di relazione e unione.

Per mesi tante donne si sono adoperate per preparare queste coperte con lana multicolore e tanta fantasia.

Chi da sola, come Betty durante la convalescenza, chi in gruppo, come la mamma di Carola durante gli incontri settimanali a base di chiacchiere, maglia e cose buone da mangiare.

E altre coperte sono arrivate un po’ da tutta Italia, rispondendo alla chiamata di Viva Vittoria

Viva Vittoria è un’opera relazionale condivisa dalle donne per le donne.

Creare la maglia viene inteso come metafora dello sviluppo di se stesse e veicola un messaggio di consapevolezza: siamo noi artefici della nostra esistenza.

Se siamo in grado di produrre il cambiamento in noi, il cambiamento può avvenire di riflesso anche nella società.

L’idea di portare queste coperte frutto di momenti di aggregazione è nata a Brescia nel 2015 e il ricavato della vendita viene destinato a scopi benefici.

A Vigevano, in Piazza Ducale in poche ore sono state adottate tremila coperte, la somma raccolta sarà devoluta all’associazione Kore al fianco delle donne vittime di violenza.

AUSPICABILE PER ALTRI DIECI ANNI

AUSPICABILE PER ALTRI DIECI ANNI

L’Italia apprezza il grosso sforzo collettivo profuso dagli Stati membri, dall’EFSA, dall’ECHA e dalla Commissione per finalizzare una nuova valutazione del glyphosate, avvenuta a pochi anni di distanza dalla precedente e con l’esame di un notevolissimo numero di dati.

Tuttavia, in relazione ad alcuni punti di ulteriore approfondimento evidenziati dal parere dell’EFSA ed emersi nella discussione finalizzata all’adozione del regolamento di rinnovo l’Italia ritiene opportuno sottolineare che sia auspicabile:

che l’utilizzo della sostanza attiva non sia autorizzato in fase di pre-raccolta

l’avvio, a livello comunitario, di ulteriori studi integrativi finalizzati alla raccolta di dati atti a colmare le lacune conoscitive al fine di tutelare la biodiversità e le diverse matrici ambientali;

il completamento, senza indebito ritardo, della valutazione dei dossier relativi all’approvazione o al rinnovo dell’approvazione di sostanze attive potenzialmente alternative al gliphosate.

Questo è il nostro “contributo” … cioè la firma dell’Italia sulla proroga per un periodo di SOLI 10 anni DIECI! all’utilizzo del glifosato

Certo, vuoi non approfondire per un decennio?

Del resto, la Bella Addormentata ha dormito per cento anni, cosa vuoi che siano altri dieci?

Nel frattempo è auspicabile, AUSPICABILE! che il Roundup non venga utilizzato in fase di pre-raccolta, ovvio, meglio non averlo fresco di raccolta nel piatto, ma bello cresciuto e integrato nell’alimento.

Perdona il mio sarcasmo ma non sopporto queste due facce: negli ultimi anni i governi si sono “molto preoccupati” per la nostra salute, ma a quanto pare solo su determinati aspetti.

Mi domando come mai, in questo caso occorrano ULTERIORI studi per almeno ALTRI dieci anni.

Già, altri dieci anni, perché, come ti avevo già raccontato, questa storia va parecchio indietro nel tempo

Tutto ciò mentre una giuria californiana ha ritenuto la Bayer, società che ha acquisito la Monsanto, responsabile in una causa intentata da un uomo che sosteneva che il suo cancro era dovuto all’esposizione al diserbante Roundup della società, e l’ha condannata a pagare 332 milioni di dollari di danni.

Il verdetto include 7 milioni di dollari di risarcimento danni e 325 milioni di dollari di danni punitivi concessi al querelante Mike Dennis, a cui è stata diagnosticata all’età di 51 anni una forma di linfoma non Hodgkin, secondo un portavoce della società

Ma è auspicabile che l’utilizzo della sostanza attiva non sia autorizzato in fase di pre-raccolta per altri dieci anni.

CAFFÈ LECCESE

CAFFÈ LECCESE

Caffè Leccese è una specialità dalla caratteristica freschezza.

Abbiamo chiacchierato sul caffè a Milano, abbiamo approfondito le tre c di Napoli,  e abbiamo scoperto il Nero di Trieste.

In Puglia però il caffè è freddo, perché ingrediente essenziale è il ghiaccio.

E non è un caso: il ghiaccio costituiva l’attività di Antonio Quarta che lo vendeva a peso.

Chi era Antonio Quarta?

Mio nonno diceva che c’era il bisogno di una bevanda che desse sollievo alle nostre estati afose e roventi tra i due mari. Ma siccome il classico caffè freddo spesso risente di acidità, se tenuto in frigorifero a lungo, mio nonno Antonio ebbe un’idea geniale: il caffè in ghiaccio.
Il procedimento è semplice ma nessuno ci aveva pensato prima. Preparare il caffè normalmente, zuccherarlo, e poi versarlo in un bicchiere pieno di cubetti di ghiaccio. Il nonno, che aveva una piccola fabbrica per la produzione di ghiaccio, incominciò a servire così il caffè appena fatto. E, senza volerlo, aveva inventato una vera e propria ricetta del Caffè Salentino che si diffuse presto in tutta Lecce e nella provincia.

Queste parole sono di Antonio Quarta (nipote), Presidente per due mandati dell’Associazione italiana dei Torrefattori, e oggi componente del Direttivo del Comitato Italiano Caffè, oltre che amministratore della torrefazione Quarta Caffè, azienda che opera in Salento da oltre 60 anni.

Nei giorni scorsi è nata una polemica nel gruppo Leccesi in Lecce con lo slogan STOP CALLING IT CAFFÈ LECCESE.

Oggetto del contendere il latte di mandorla: a quanto pare qualcuno a Lecce non gradisce che venga associato agli ingredienti del Caffè Leccese.

Il caffè freddo prevede la rigorosa aggiunta del caffè nella tazza dove ci sono già i cubetti, come confermato anche da Antonio Quarta che rivendica l’idea della straordinaria alchimia tra il caldo aroma di caffè appena fatto e la frescura dell’acqua cristallizzata al punto giusto.

Diffusamente si considera scontata l’aggiunta di latte di mandorla al caffè freddo considerandolo parte integrante degli ingredienti.

Persino secondo il Cucchiaio d’Argento Caffè Leccese è una preparazione che ha fatto innamorare tutta l’Italia, e prevede la ricetta con il latte di mandorla. 

I leccesi però a quanto pare non intendono considerare il latte di mandorla come scontato definendolo un’aggiunta extra, una usanza salentina.

Di fatto la storia raccontata da Antonio Quarta prosegue così: un‘altra variante ha visto l’introduzione nel caffè in ghiaccio del latte di mandorla, al posto delle zucchero, diventando una bevanda gradita dai consumatori per la colazione, da abbinare al pasticciotto leccese.

Direi che è effettivamente un “pasticciotto” questa polemica leccese.

Tu cosa ne pensi?

Ti è mai capitato di bere o ordinare Caffè Leccese?

 

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