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Associazione Caffè Trieste è una delle poche associazioni ancora attive ed è terza in Europa.
Rimanendo sul filone del caffè a Trieste è stato davvero molto interessante conoscere meglio la filiera.
Per questo devo dire GRAZIE a Fabrizio Polojaz Presidente di AssoCaffè Trieste per la disponibilità e per la cortesia con le quali mi ha illustrato ogni singolo aspetto che connette Trieste al caffè in modo totale.
IL CAFFÈ PER TRIESTE È STORIA
Trieste è sempre stata una città portuale, come sappiamo non viene ricordata come particolarmente influente: conosciamo piuttosto la magnificenza e la potenza di Venezia. Ma tra il 1710 e il 1720 Trieste trova “un protettore:” Vienna. L’Impero Austriaco è diventato un impero continentale e decide di creare a Trieste il proprio porto mercantile.
Alla fine del 1700, con il tramonto della Serenissima il secondo importante passo: si interrompe la concorrenza.
Terzo punto cruciale: la costruzione di una ferrovia “meridionale” (rispetto all’Austria), per permettere alle merci scaricate dalle navi di partire via treno per arrivare a Vienna nel giro di un giorno.
Il quarto rilevante progresso avviene con la costruzione del canale di Suez: l’ingresso nel Mediterraneo non necessita più del passaggio attraverso le Colonne di Ercole, e, direttamente dall’Egeo, la via per Trieste è breve, oltre che favorevole.
Ancora oggi Trieste è il porto più settentrionale del Mediterraneo.
Qui trovi una stampa originale dalla collezione Dino Cafagna che illustra Triste nel 1719 prima del porto franco.
IL CAFFÈ PER TRIESTE È FILIERA
Come tutti sappiamo il caffè non viene coltivato in Europa, ma cresce nella fascia tropicale: Africa equatoriale, Asia, India, Centro America e Sud America.
Cito testualmente le parole del Presidente Fabrizio Polojaz:
queste merci creano conoscenza, conoscenza crea professione e professione crea filiera.
Questa filiera inizia con la parte finanziaria: vale a dire istituti bancari per l’acquisto, e assicurazioni con polizze molto specifiche.
La logistica ricopre un ruolo essenziale a partire dagli spedizionieri perché ovviamente si parla di trasporti a lunga percorrenza, ma include anche i magazzini per la conservazione, le lavorazioni per la miglioria della materia prima, e la gestione fitosanitaria.
Una prima trasformazione viene operata dalle torrefazioni che a Trieste sono una quindicina.
Esiste poi un’industria per la decaffeinizzazione (ce ne sono solo nove in tutta Europa).
E ancora laboratori chimici, degustazione, periti, scuole di formazione e comparto attrezzature varie.
IL CAFFÈ PER TRIESTE È PUNTO DI INCONTRO
Tre famiglie linguistiche europee:
latini
slavi
germani
tre preparazioni:
per gli italiani moka ed espresso
per i nordici caffè filtro
per i balcani caffè alla turca e alla greca
di nuovo, cito testualmente le parole del Presidente Fabrizio Polojaz
il triestino è un consumatore viziato, amante del buon caffè.
E ancora, parafrasando lo storico e indimenticato spot di Nino Manfredi
il caffè è ricarica, anche spirituale e se il caffè non è buono … che piacere è?
Come non essere d’accordo?
Tra l’altro va detto che i consumatori triestini non sono solo “viziati:” a fronte di una media nazionale di consumo pro capite annuo pari a circa 5 chili, la media di Trieste arriva quasi a 10!
Non male davvero.
Ma la cosa ancora più fantastica è la loro … come vogliamo chiamarla?
Nomenclatura? Direi di no: non è esattamente una terminologia tecnica.
Codice? Nemmeno, codice è troppo “matematico.”
Peculiarità? Ma a me suona in maniera poco poetica.
Insomma hanno la loro speciale abitudine, di chiedere un NERO quando desiderano ordinare un espresso al bar, proprio come anche Nick ci raccontava nei commenti a proposito del suo professore.
Quando ho chiesto al Presidente Fabrizio Polojaz se c’è un motivo particolare per “nero” mi ha risposto semplicemente: per vezzeggiare.
Non è però solo una questione di nero, a quanto pare i baristi a Trieste hanno qualcosa in più da imparare rispetto agli altri: sei pronta/o?
Il cappuccino de facto a Trieste non esiste.
Per la bevanda latte e caffè alla quale siamo abituati a pensare noi si ordina caffellatte.
CAPO, è accorciato anche nelle dimensioni: tazza piccola o bicchiere.
Ma se fosse bicchiere, allora sarebbe CAPO IN B, ovvio no!?
Non ti viene immediatamente voglia di provare, anche considerato ciò che ci ha raccontato Luciana qui?
Trovandoci “al bar,” viene naturale chiedere un parere anche riguardo all’aumento del prezzo del caffè, tanto criticato un po’ ovunque.
Il Presidente di Assocaffè Trieste a questo proposito ci invita a dare uno sguardo dietro le quinte.
La tazzina rappresenta una serie di step lunghissimi: dopo la coltivazione il caffè viene spolpato, lavorato, mantenuto in silos, trattato in pergamino, insaccato e spedito.
A destinazione vengono fatte ulteriori selezioni, viene tostato e miscelato, perché il caffè è frutto della composizione di diverse qualità, prima di arrivare al barista che lo macina e lo pressa.
Tutte queste sono le voci che compongono lo scontrino.
Gli ultimi due anni, così difficili per tutto e tutti sono stati problematici dal punto di vista della coltivazione, che ha subito dei cali di produzione causati dalla difficoltà di raccogliere il caffè nel momento giusto.
E non c’è soltanto penuria di prodotto di buona qualità, c’è anche difficoltà logistica, sia a livello di traffico: dopo il lungo periodo di fermo tutti vogliono imbarcare, sia a livello di costi che sono letteralmente decuplicati.
Ma ad incidere sono anche stati i considerevoli cali di consumo e, non ultimi, gli appesantimenti organizzativi e gestionali che il barista ha dovuto adottare per adempiere alle richieste dei vari DPCM.
Vale dunque la pena difendere la qualità e il lavoro, sei d’accordo?
IL CAFFÈ PER TRIESTE È ANCHE TURISMO
Oltre ai caffè storici già citati, che offrono una esperienza unica ai visitatori, Trieste organizza un Festival del caffè: il Trieste Coffee Festival, in aggiunta alla fiera professionale Triestespresso Expo, e in particolare l’Associazione Caffè Trieste, sta lavorando con gli operatori turistici.
L’obiettivo è fare in modo che la conoscenza che hanno maturato, così tanto radicata nel territorio, e connotata a trecentosessanta gradi, possa essere fruibile anche ai turisti.
È tra l’altro già possibile organizzare visite presso le torrefazioni per scoprire questo importante stadio nella lavorazione del caffè, ad esempio.
Cosa dici a questo punto?
Possono davvero dire di essere la capitale del caffè.
Anche se, giustamente, il Ministro Centinaio in risposta al tweet ha scritto che il dossier presentato all’Unesco coinvolge le città simbolo del caffè in Italia, tra cui Trieste.
Grazie della condivisione, Claudia.
Purtroppo la pandemia mi ha impedito una gita nella bella Trieste gia’ programmata.
Oh che peccato!
Mi dispiace e spero che tu possa recuperare prestissimo!
Mi farà senz’altro piacere conoscere le tue impressioni.
GRAZIE Luisella!
Un post interessante e affascinante. Prima che tu iniziassi a parlarne non sapevo nulla di questo forte legame tra Trieste e il caffè
Luisa ti ringrazio molto!!
E sono tanto felice di aver un pochino contribuito a portare una piccola luce su questo legame che vale davvero la pena scoprire.
Pensa che la risposta che ti ho dato al mio articolo è stata prima di leggere questo tuo! 🙈
Ecco, allora speriamo che il futuro ci riservi PATRIMONI e non divieti!
Ce la potremo fare?
Io scrivo la storia così com’è, non la cambio mica! 😜
Allora se tutto va bene … siamo rovinati …
Non ci resta che piangere?
Eh, sì… una cosa così. 😅
.
wow, non conoscevo tutte queste informazioni!
GRAZIE Gabriella!
Sono molto contenta di aver in qualche modo contribuito a condividere dettagli non ancora conosciuti!
Il caffè è buonissimo e poi ci sono talmente tante varietà!
Vero!!
Anche le varietà di caffè andrebbero sicuramente approfondite: altro argomento molto interessante!
Siiiiiiiiiii il caffè è buonissimo! GRAZIE Silvia!
Sempre più curiosa di conoscere Trieste
Anche io Laura, ma trovo che in particolare il tuo punto di vista sarebbe ancora più interessante e caratterizzato.
Aspettiamo dunque che tutto ciò si possa realizzare prestissimo!
interessante! Gustare un “nero” è un motivo in più per visitare Trieste 🙂
ml
Assolutamente sì!
Un gran BUON motivo!
Aspetterò i racconti e le impressioni di chi riuscirà ad andarci.
GRAZIE Massimo.
Interessante!
Ti ringrazio Mirna!
I love coffee. My favourite is café latte, I drink it everywhere I can get it, even in Moscow.
Olivia I am so HAPPY to read that you love coffee as well!
And it would be top interesting if maybe one day you will like to tell me something about coffee in Moscow or in the place you prefer.
I used to like coffee with milk as well but now my favorite is black.
THANK YOU SO MUCH!
I do not really have a favourite place in Moscow for coffee, Claudia, I just grab it at any café, where I can get one, when I am on the go.
Is it common to have a coffee in Russia, or are there other types of more popular drinks?
Coffee is popular in Russia, and so is tea. It depends on the occasion and the time of day.
THANKS Olivia!
And how is coffee most commonly prepared in Russia? Coffee maker, mocha, espresso machine?
They have all kinds of machines, Claudia, just like in the West.
Thanks.
I assumed there might be a specific common preference.
I suppose the coffee maker is the most common machine. Mocca and espresso are not that well-known in Russia.
I just found Russian coffee but it’s not a coffee: it’s a drink.
Do you think the name derives only from the fact that it contains vodka or is it really popular in Russia?
I have no idea. I never touch vodka and am not at all familiar with it. I also do not drink any alcohol in my coffee and tea. I did not even know that an alcoholic drink named “Russian coffee” exists.
Voilà.
So I suppose it’s a name given here just because the drink contains vodka.
A bit like the famous dish that we call “Russian salad” but which is not of Russian origin.
Indeed, in other countries it is even known as “Italian salad” …
Voilà!
Russian Vodka, Russian Salad, Russian Roulette. I know of know Russians who play this game, shooting themselves in the head. It is a US invention.
Now I am waiting for the moment when the Amerikkkans will rename the Texas School Shooting the Moscow Church Shooting. As idiotic as they in general are, they are surely great in renaming things and events.
What happened in Texas is terrible, I can’t even find the words.
I suffer too much from violence, weapons, war. It is absurd, inhumane and meaningless.
The school shootings, department store shootings, police shootings, street shootings,bar shootings and other mass shootings are a part of Amerikkkan kkkulture. What would they do without it? Life would be so boring for them they would die of boredom.
You have a very strict opinion Olivia, I hope it does not come from some bad experience you have had.
I have some American friends and I am very happy to have met them: one writes poetry that I really like, another runs a farm and has a fantastic sense of humor etc.
As an Italian, for many I am probably a mafia. Fortunately, we can disassociate and depart.
So I hope that also with regard to the United States, more and more people will loudly cry their no to violence.
I have a very negative view of the Amerikkka in the Northern part of the lovely Americas. However, I love Central and South America. I have visited Mexico, Venezuela, Brazil, Chile, Peru several times. All of them are beautiful countries with lovely people.
And I forgot to mention Costa Rica in Central America, as well as some islands in the Caribbean Sea, I have been there and enjoyed my visits.
Wow Olivia !! You have really traveled a lot!
Your wealth of experience is immeasurable!
Is the Caribbean Sea as dreamlike as they say?
It is beautiful, but way too hot for me.I can hardly breathe in tropical weather with very intensive sunshine. I need a more moderate climate to survive. The trip was interesting, but I would not repeat it.
What a shame.
I am very attracted to the tropics, but in reality I have never experienced that climate despite the fact that even here the humidity is considerable considering the latitude.
Yes, the tropics are attractive: the colours, sounds, the lush vegetation. I also like the music, the liveliness, everything, in tropical countries. Unfortunately, I have a hard time breathing in such a climate. The immense heat, combined with humidity, almost suffocates me.
I’m so sorry!
The sense of suffocating must be terrible.
Embrace.
Well, if I stay away from the tropics, I do not suffocate, Claudia.
Right. Each of us was created for a habitat, just like it works in nature. For example, I have never tried to stay at a very low temperature and I honestly think I suffer more from the cold than the heat.
Extreme heat and extreme cold are hard for the human organism. For me, moderate temperatures are best.
This is kind of a coincidence! I often say that extremes never go well, referring not only to temperature but to life situations in general.
I agree, Claudia. Moderation is always the best, choosing the “golden middle way”.
Aristotle! Oh how I would like to know more about philosophy! Unfortunately I have never studied it.
I also did not study Aristotle’s philosophy, although I learned ancient Greek at my school in Heidelberg; We read Homer, the “Odysee”, in excerpts. This is what I remember best.
I have a better memory of my Italian teacher in middle school, although he was not particularly “classic” … while in high school I had two different professors: the two-year teacher carefully dealt with Manzoni’s Promessi Sposi and then she was very passionate for Giovanni Verga or Ignazio Silone.
Regarding the three-year teacher I have a void: I perfectly remember the personality, the clothes, but practically nothing about the teaching … 🙁
There are teachers that we remember forever – and others that we completely forget.
Absolutely true!
My elementary school teacher, for example, is an unforgettable Woman.
The Italian middle school teacher too.
I remember them for their skill, for humanity, for their teachings.
Then unfortunately there are other teachers who remember for negative reasons …
Teachers who were negative are barred from my memory. I want to remain an optimistic person, Claudia. I will never let my good mood be spoiled.
You really are to be admired Olivia!
You have an iron will!
I certainly have a lot to learn.
Yes, I have an iron will. I believe it is partly in my genes, partly trained. From my mother’s Russian side, I have a Red Army General among my ancestors. He certainly was not a sissy. On the German father’s side, my greatgrandfather Carl August Seibel founded a shoe factory. This also needs an iron will. Iron will from both sides – as you can tell.
Wow!
A remarkable genetics: a successful family!
And you too, within the family tree, shine!
Thank you, Claudia.
Только вперед! Ни шагу назад!
Only forwards! No step back!
I have adopted this motto of the Red Army in World War II. What led to victory then, will also lead to victory now.
In fact it is a very good motto.
There is no point in going back, but I find that you really have a particular strength in moving forward.
And in general in everything you do!