“ORA IL SUONO DI BEIRUT È SPAZZARE IL VETRO, I PEZZI DI VITE IN FRANTUMI”

“ORA IL SUONO DI BEIRUT È SPAZZARE IL VETRO, I PEZZI DI VITE IN FRANTUMI”

Ora il suono di #Beirut è spazzare il vetro, i pezzi di vite in frantumi. Sono e sono sempre le persone qui che ripuliscono la distruzione dell’establishment e ricostruiscono.

Le parole del Rusted Radishes mi hanno colpita quasi come le immagini che scorrono sotto i nostri occhi sgomenti.

Pezzi di vite in frantumi.
Terribile.

E dopo il disorientamento sbigottiti ci si chiede PERCHÉ.
Impossibile capirlo ora.

Le notizie si rincorrono, sembra tutto così assurdo, incredibile.

Allora ho provato ad andare a leggere nella maniera più diretta possibile.
Cercando e sperando di trovare una voce.

Il Beirut Today racconta che:
Secondo quanto riferito dalle dichiarazioni del primo ministro e della presidenza, il composto chimico altamente infiammabile era stato scaricato da una nave sequestrata nel porto nel 2013, e quindi conservato in modo non sicuro in un magazzino lì per sei anni.
Il Consiglio supremo della difesa del Libano ha dichiarato che i responsabili dovranno affrontare la “massima punizione”. Il gabinetto libanese ha inoltre incaricato l’esercito di porre tutti gli ufficiali che hanno sorvegliato il deposito e la custodia nel porto di Beirut dal 2014 agli arresti domiciliari in attesa della fine delle indagini.
Il porto è un’importante rotta commerciale che ha fornito al Libano, un paese che si basa fortemente sulle importazioni, con un’ancora di salvezza di quasi tutte le merci necessarie. Con il suo porto più grande e la struttura di importazione essenziale devastata dall’esplosione, gli analisti sono preoccupati di come il Libano possa mantenere il flusso di cibo e forniture mediche tanto necessari.”

Invece di trovare qualche sorta di senso, risulta tutto ancora più assurdo.

Ma soprattutto ho trovato la voce di Lama che chiede giustizia con la forza dirompente della rabbia che le è lecita:
Ogni funzionario, parlamentare, giudice, ministro, direttore generale, direttore e pezzo di … che era a conoscenza della minaccia del container che finì per far esplodere e uccidere dozzine, ferire migliaia e distruggere la nostra città probabilmente si mette il proprio abito e prepara se stesso per un altro giorno di bugie e inganni.
Avete derubato il paese. Avete minato tutte le sue strutture. Avete svuotato ogni conto, struttura, fondo, progetto, istituzione e angolo di questo paese.
Le vostre dimissioni non significano nulla. Chiediamo giustizia e responsabilità.
Chiediamo giustizia per ogni vita persa, per ogni cittadino ferito, per tutti coloro che hanno perso la loro casa, i loro affari e la loro terra a causa della vostra grave negligenza e del vostro comportamento criminale.”

Non ho altre parole.
Anche raccogliere i frantumi è pericoloso al momento, data la tossicità dell’aria.
Eppure, vi lascio questo video.

 

L’ACQUA SI STA ESAURENDO MOLTE, MOLTE VOLTE PIU’ VELOCEMENTE DI QUANTO LA NATURA POSSA RIEMPIRLA. Maude Barlow

L’ACQUA SI STA ESAURENDO MOLTE, MOLTE VOLTE PIU’ VELOCEMENTE DI QUANTO LA NATURA POSSA RIEMPIRLA. Maude Barlow

 

L’acqua è un bene essenziale per la vita stessa.
Tra gli innumerevoli utilizzi serve anche per i nostri caffè 🙂
Se ti chiedessi di descrivere cos’è per te l’acqua, tu cosa risponderesti? Qual è la prima parola che ti viene in mente?
Il vocabolario la definisce un composto chimico nei suoi tre stati di aggregazione, DIFFUSO IN NATURA.
Per me l’associazione immediata è “bene prezioso”.
Quello a cui io non pensavo era la visione come bene economico: commodity.
E mentre qui in Italia i vari governi si susseguono con il denominatore più o meno comune di aggirare l’esito del referendum secondo il quale avremmo votato per non privatizzarla, ci sono parti del mondo in cui l’acqua è soggetta a quotazioni di mercato.
Sì, come in Borsa, proprio con il prezzo che oscilla persino in base alle previsioni meteorologiche.
Ma si può considerare il bisogno di acqua come una domanda di mercato? Secondo un numero sempre più diffuso di investitori, senza alcun dubbio.
Questa speculazione è partita in sordina oltre quindici anni fa e prevede una suddivisione dell’acqua in quote: una parte per il fabbisogno dei centri urbani, una parte per l’agricoltura suddivisa in proporzione alle proprietà, e una parte all’ambiente, per buona pace degli ecologisti.
Tutto ciò sta accadendo ad esempio in Australia, dove come sappiamo ci sono ampie zone desertiche e molto calde.
Inizialmente agli agricoltori è stato dato il miraggio dell’opzione di poter eventualmente vendere parte della propria acqua, se in eccedenza, e ricavarne un profitto.
Ma non occorre un analista per considerare che l’acqua diminuisce progressivamente di anno in anno.
E quando termina la quota attribuita?
Semplice: si può comprare altra acqua.
Ma ovviamente il prezzo sarà salito.
Tuttavia è un’altra la cifra “salita”, e in costante aumento esponenziale, che attrae gli speculatori: il totale della popolazione.
Più persone significa maggiore quantità di acqua necessaria, non soltanto per il fabbisogno: anche per la produzione di cibo.
Tutto ciò porta a una considerazione: se il petrolio è stato chiamato oro nero, l’acqua per molti è già “Oro Blu”.
Nel titolo ho citato Maude Barlow: classe 1947 leader nella campagna per far riconoscere l’acqua come un diritto umano, per concludere invece vorrei prendere spunto dalla frase di Thomas Fuller:
Non conosciamo mai il valore dell’acqua finché il pozzo non si prosciuga.
Magari permettendomi di adattarla: non conosciamo il valore dell’acqua finché non diventa una merce.

Pin It on Pinterest