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Nel 1930 John Maynard Keynes, economista membro del Bloomsbury Group scrisse Economic prospects for our grandchildren ovvero: Prospettive economiche per i nostri nipoti.
In questo saggio, per molti visionario, si ipotizza una previsione futura, tenuto conto dello sviluppo tecnologico.
Alcuni passaggi sono a mio parere molto interessanti:
… Noi, invece, siamo colpiti da una nuova malattia di cui alcuni lettori possono non conoscere ancora il nome, ma di cui sentiranno molto parlare nei prossimi anni: vale a dire la disoccupazione tecnologica. Il che significa che la disoccupazione dovuta alla scoperta di strumenti economizzatori di manodopera procede con ritmo più rapido di quello con cui riusciamo a trovare nuovi impieghi per la stessa manodopera.
Eccome se ne sentiamo parlare …
Prendiamo ad esempio le automobili: quante ne vengono prodotte secondo te?
Ormai qualsiasi modello è dotato di tecnologia.
Quanto sono lievitati i prezzi rispetto ad uno stipendio medio?
Parlo per la provincia: ormai c’è una fascia di modelli che costano come un appartamento.
Anzi, a dire il vero, molto spesso il prezzo non viene nemmeno più menzionato: le case automobilistiche pubblicizzano offerte direttamente sulla base di una quota mensile.
Non a caso le forme di noleggio a lungo termine stanno proliferando sul mercato: Why Buy, Free2move Lease, Simply with you, sono solo alcuni esempi.
Tu questo come lo consideri?
In moltissimi altri casi invece i prodotti hanno sempre meno valore.
Proseguiamo con il saggio di Keynes:
… Ma questa è solo una fase di squilibrio transitoria. Visto in prospettiva, infatti, ciò significa che l’umanità sta procedendo alla soluzione del suo problema economico.
… Giungo alla conclusione che, scartando l’eventualità di guerra e di incrementi demografici eccezionali, il problema economico può essere risolto, o per lo meno giungere n vista di soluzione, nel giro di un secolo.
… Faremo, per servire noi stessi, più cose di quante ne facciano di solito i ricchi d’oggi, e saremo fin troppo felici di avere limitati doveri, compiti, routines. Ma oltre a ciò dovremo adoperarci a far parti accurate di questo ‘pane’ affinché il poco lavoro che ancora rimane sia distribuito tra quanta più gente possibile. Turni di tre ore e settimana lavorativa di quindici ore possono tenere a bada il problema per un buon periodo di tempo. Tre ore di lavoro al giorno, infatti, sono più che sufficienti per soddisfare il vecchio Adamo che è in ciascuno di noi.
“Nel giro di un secolo” prevedeva Keyes, per arrivare alla scadenza dei 100 anni ne mancano ancora 9, apparentemente pochi, anche se stiamo vivendo sulla nostra pelle quanto tutto possa cambiare più rapidamente di quanto potessimo immaginare.
What a testament this is to the idea that history repeats itself in circles! People in the past have predicted our future; some problems remain universal problems. It is easy to say you are learning from the past but not so easy to let it go . . .
You are right Jaya: it is not so easy to let the past go and I must consider that also it is not so easy TO LEARN from the past, since in circle we repeat the same mistakes.
Thanks a lot Jaya!
A me sembra, a volte, che il mondo vada in due direzioni diverse. Una parte vorrebbe centrare di nuovo l’evoluzione su una più rispettosa convivenza anche con la natura, dall’altra la spregiudicatezza vince e porta avanti un modello che, seppur comodo, a mio avviso sarà insostenibile.
Trovo che tu abbia ragione.
E tutto ciò non fa che prendere un ritmo sempre più accelerato e a tratti delirante.
GRAZIE Gabriella <3