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Il modello per la leadership dinamica è il libro edito da Santelli Editore che Milan Krajnc sta attualmente presentando in Italia.
Il Dr. Milan ha gentilmente accolto il mio invito per la rubrica viaggio di tazzina in tazzina e mi ha inviato la foto del suo caffè a Milano.
Lo ringrazio, con i migliori auguri per il suo tour di presentazione.
Il modello per la leadership dinamica è un progetto al quale tiene in maniera particolare, raccontando di come fondamentalmente parli di futuro e di umanità, secondo il principio che l’uomo si prenda prima cura dei propri obiettivi.
Il punto cardine è la Natura.
Gli obiettivi aziendali e materiali devono supportare gli obiettivi personali, secondo il modello del Dr. Milan.
Una concezione davvero ottimale, in particolare in questo periodo nero su tutti i fronti, non ultimo il lavoro, non trovi?
Ho avuto modo di ascoltare le esperienze di molte persone e sinceramente, nonostante tutto il mio pessimismo cosmico, non sarei riuscita ad immaginare fino a quali livelli si cade, o forse dovrei dire scade, in materia di condizioni lavorative, in troppi ambiti e in troppi casi, purtroppo.
Motivo per il quale provo forte empatia, in particolare con i compagni dell’ultimo corso che ho frequentato: un gruppo eterogeneo eppure complementare, capace di cementarsi tramutandosi in amicizia davvero bella.
Spero che tu non abbia problemi con il tuo lavoro, spero che tu lo trovi appagante, spero che i tuoi meriti vengano riconosciuti e retribuiti in maniera consona.
Spero che tu possa testimoniare la soddisfazione, la realizzazione dei sogni, la concretizzazione del tuo progetto, proprio come Milan con il suo.
What a lovely book that explores so many aspects of our relationship with words and how that relationship influences other aspects of our life!
Jaya I really think that you have grasped exactly the sense of dynamism expressed by the author.
Credo che un lavoro debba essere prima di tutto appagante per chi lo svolge. Fare un lavoro che non piace, accontentarsi e non seguire le proprie aspirazioni renda questi più faticoso e con pochi frutti perché fatto di malavoglia. Al contrario se il lavoro che facciamo ci rende soddisfatti e appagati se ne potranno trarre dei grandi benefici, in primis personali come la soddisfazione d’aver fatto un buon lavoro e l’essere contenti di sé stessi e del proprio operato, 🙂
Lo credo anche io Eleonora. Infatti spesso mi torna in mente il famoso detto “scegli un lavoro che ti piace e non dovrai lavorare un giorno solo nella tua vita.”
Trascorriamo la maggior parte della nostra vita lavorando, in fondo.
In quanti ci riescono davvero?
Dice delle giuste parole il detto che hai scritto nel commento, 👍: una buona parte di chi lavora lo fa perché deve farlo e magari è pure insoddisfatto ma non fa niente per cambiare la propria situazione. Grande errore! A qualsiasi età si può dire: “Basta, questo lavoro non fa per me. È ora di dare una svolta alla mia vita.”, ed in questo modo magari riaprire quel cassettino che è stato chiuso da tempo ed iniziare una nuova vita che comprenda anche un lavoro che piace e che permetta d’iniziare una nuova giornata con il sorriso sulle labbra, 🙂.
Non so dirti quanto suonano importanti le tue parole, dovrei imprimermele, ne farò tesoro, ti ringrazio Eleonora!
Io sono una insicura cronica e non ho molta fiducia in me stessa.
Non conosco l’autore, nè il libro, e mi sono persa la presentazione a Milano, ma lo leggerò perchè l’argomento è centrale. Vedo la fatica dei giovani a trovare un buon equilibrio tra vita soddisfacente e lavoro soddisfacente, e non che il secondo mangia la prima.
Milan tiene molto alla traduzione in italiano del suo libro.
Hai assolutamente ragione Paola: trovare un equilibrio è sempre più difficile, e sicuramente i giovani hanno davanti una salita molto molto più ripida rispetto a quella che ci siamo trovati noi.
E davvero ormai il lavoro “mangia la vita” direi che le tue parole sono semplicemente perfette.