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Looop la parola si allunga con una O in più, mentre il ciclo continuo si accorcia.
Hennes & Mauritz AB: la popolare catena di abbigliamento svedese conosciuta come H&M presenta una macchina per il riciclaggio degli abiti usati direttamente in uno dei suoi negozi aperti al pubblico, e più precisamente a Stoccolma.
Nel 2017 il governo svedese ha riformato il sistema fiscale in modo che le persone potessero ottenere riparazioni più economiche sugli articoli usati e da allora H&M gestisce un programma di riciclaggio in cui i clienti ottengono uno sconto sulla consegna di vestiti vecchi.
Nel frattempo, i ricercatori stanno lavorando alla ricerca di nuovi materiali per indumenti che siano meno dannosi per l’ambiente.
Tornando a Looop, la tecnologia è stata sviluppata da HRITA: Hong Kong Research Institute of Textiles and Apparel e sarà visibile nel Drottninggatan Store di Stoccolma il 12 Ottobre.
Per 150 corone svedesi cioè poco meno di 15 euro o solo 100 (circa 10 euro) per chi è iscritto al programma fedeltà, sarà possibile assistere direttamente alla trasformazione del vecchio indumento in un capo nuovo.
Il procedimento si suddivide in 8 fasi:
- pulizia
- triturazione
- filtraggio
- cardatura
- trafilatura
- filatura
- torcimento
- lavoro a maglia
Non è previsto l’utilizzo di acqua o coloranti chimici, occorre però aggiungere un filato di “origine sostenibile” per rafforzare le fibre ottenute dal vecchio abito triturato.
Tu cosa ne pensi?
This sounds like a fascinating opportunity and one that I would try, if I had the opportunity. I love to clean out my wardrobe and sometimes it is sad to give away cloth that is still good but worn.
It is nice that old clothing is being reused; even if more fabric has to be added to make the new garment strong, there is some cloth saved. 🙂
Right Jaya! A little bit of spared cloth is already a small step and also giving life to a slightly worn-out dress is an important gesture and allows you to give clothes that are always in good condition despite being used.
THANK YOU DEAR!
Sai che non so cosa pensarne? Un po’ come le bottiglie d’acqua riciclabili. Io penso che dovremmo cercare di avere uno stile di vita sostenibile, quindi usando indumenti buoni e che durano. Fatti con cura e buoni materiali. Il fast fashion secondo me crea solo lavoro sottopagato e porta le persone ad acquisti impulsivi e che durano poco. Che poi il tutto si possa riciclare non mi convince. Amo il riuso prima del riciclo.
Pero, certo, meglio questo che niente. Anche perchè, come sappiamo, le catene low cost vanno incontro alle esigenze di chi un capo che vale e che costa, non se lo può permettere.
Gabriella le bottiglie sono un esempio perfetto.
Sugli abiti condivido il tuo pensiero, nel mio caso sarà anche l’età, ma preferisco comprare un solo capo di buona fattura e di buona qualità, seppur in un arco di tempo moooooolto ampio
Riguardo al riuso ricorderei le occasioni in cui FELICE ho indossato abiti di mia mamma, ma anche di mio nonno … per spiegare il mio livello … 😀
Scherzi a parte ti ringrazio: le tue osservazioni sono sempre molto preziose!
Sarà poca cosa ma è pur sempre un modo per cominciare a rispettare l’ambiente e la persona anche quando si tratta di abbigliamento cheap. Per cui ben vengano iniziative simili.
Vero: da qualche parte bisogna pur cominciare, poi certo se mai si prova, mai si possono capire anche gli eventuali accorgimenti da migliorare.
E poi le nuove idee sono comunque la testimonianza di intento, operosità, e perché no?! Anche di una buona dose di sogno.