Questo articolo è disponibile anche in: English
Da brava casinista faccio sempre le cose al contrario, ovviamente, ma stavolta non importa!
Loredana Marconi ha studiato l’architettura del suo lavoro in modo che partire dal “sequel”, come ho fatto io, non influisce in alcun modo nell’immersione della storia durante la lettura.
Nuvole è infatti uno degli scenari evolutivi della raccolta Il soffio.
Ho trovato geniale l’idea dell’autrice di associare a cinque diversi tipi di vento altrettante opzioni che rappresentano “rotte” della vita, ma anche stati d’animo, attitudini, e atteggiamenti per affrontare il viaggio che il destino riserva.
L’ispirazione di Loredana, che ringrazio molto per la disponibilità, è nata grazie a questa piastrella che raffigura la rosa dei venti, trovata su una bancarella magrebina sul lungolago di Anguillara.
A proposito del lungolago, un enorme grazie anche per la foto con la tazzina di caffè !
Per chi segue Loredana è automatico affezionarsi agli scatti che pubblica perchè raccontano momenti di serenità e di bellezza del nostro paese.
Le Nuvole invece mi hanno portata a fantasticare in un’isola da sogno facendomi allo stesso tempo sentire anche un po’ come a casa, grazie alle caratteristiche dei personaggi che racchiudono gli aspetti familiari di una piccola comunità, sempre mantenendo la fondamentale base dell’amicizia, quella con la A maiuscola.
E tu? Dove vorresti che il vento ti portasse?
Ah, the photo you share is both inviting and layered. Love that it leaves to the imagination what is hard to capture and so captures it perfectly.
The wind as a messenger and companion in life enchants me more beyond the concept of five winds.
Clouds are universal. Take me the clouds. Floating in company amidst joy is a lovely way to feel grounded!
Thank you!
The photo is the original cover of the book.
I really like your thought that leaving it to the imagination is the best way to capture perfectly!
As always, your analyzes are simply fantastic <3
Wow….che bello! Molto emozionante. Io vivo in un paese in altura e il vento qui è di casa, soprattutto il vento di mare ..il libeccio. Penso che il vento mi abbia portata qui dove sono. Nel mio cognome compare la parola “vento” sarà per questo che lo sento come un fenomeno della natura a me molto vicino 🙂
Ah che bella riflessione! Mi piace molto la tua idea che ti abbia portato il vento e la connessione con il tuo cognome: sono quei segni nella vita che anche io adoro cogliere.
Io invece, nata e cresciuta in pianura, non ho un buon rapporto con il vento, perché non ci sono abituata.
Il Libeccio può avere raffiche forti, o sbaglio?
Grazie e un abbraccio
Forse mi basterebbe andare lontano. Un po’ da tutto.
Gabriella, lo penso spesso anche io.
Direi che qui ci vuole Lei:
J1603 (1884) / F1662 (1884)
The going from a world we know
To one a wonder still
Is like the child’s adversity
Whose vista is a hill,
Behind the hill is sorcery
And everything unknown,
But will the secret compensate
For climbing it alone?
L’andare da un mondo che conosciamo
A uno di muta meraviglia
È come l’ansia di un bimbo
La cui visuale è una collina,
Oltre la collina è magia
E ogni cosa sconosciuta,
Ma il segreto compenserà
La scalata solitaria?
vorrei un vento sempre alle spalle in modo da andare più leggero 🙂
ml
Giusto: la leggerezza è essenziale nella vita.
Grazie!
Io vivo in un’isola. Il vento mi porta lontano e a volte, quando soffia forte e il mare si arrabbia, mi mette un po’ di paura
Grazie Laura, anche questo aspetto è importante: a volte, il vento, il mare, la vita, diventano minacciosi.
Ho appena letto il tuo racconto e il paragone che fai tra la tua isola e un libro, e ovviamente mi è piaciuto moltissimo!