“FELICE LA CASA CHE OSPITA UN AMICO”

“FELICE LA CASA CHE OSPITA UN AMICO”

 

Voglio davvero ringraziare calorosamente Carita Klute per i suoi complimenti e per l’immenso regalo che mi fa scrivendo nei commenti che tornerà a visitare il blog.
Sono felice Carita, sei la benvenuta.
E in questi giorni in cui i caffè fuori casa sono preclusi per causa di forza maggiore, vorrei cogliere lo spunto per estendere il benvenuto a chiunque voglia trascorrere tre minuti qua.
L’intento è questo fin dall’inizio, un caffè insieme per parlare di qualsiasi cosa, che tu Carita, o chiunque altro vorrete anche eventualmente proporre.
In generale l’aforisma di Ralph Waldo Emerson esprime in poche parole ciò che vorrei dire e mi è piaciuto come titolo, anche se ora come ora è un po’ difficile parlare di felicità.
Dunque vorrei magari utilizzare il concetto di SHINY HAPPY PEOPLE dei R.E.M.
Hai mai visto il video? Persone che ballano cantano spensierate, una melodia gioiosa che coinvolge e trascina. Un pochino forse come i flash mob che si stanno moltiplicando di balcone in balcone.
Lo stesso Michael Stipe ha definito questa canzone una “bubblegum song” perché gli consente di mostrare il suo lato giocoso.
Eppure rimane il retroscena, mai chiarito, nonostante alcune interpretazioni sia sul contesto storico sia in senso più generale, che però non sono mai state confermate.
Mai come in questo caso usare l’espressione retroscena diventa letterale: perché proprio dietro a questo fondale colorato che raffigura disegni che riconducono alla visione fanciullesca, c’è un signore anziano che a fatica pedala.
(E che tra l’altro beve un caffè  prima di iniziare wink n.d.r.)
Lui non partecipa all’allegria nemmeno verso la fine, quando compare mentre osserva le persone.
Chi rappresenta secondo te?

 

 

 

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