ANNA POLITKVOSKAJA

ANNA POLITKVOSKAJA

Il caffè sospeso consiste in un piccolo gesto a beneficio di uno sconosciuto.
Qui pensavo di estrapolare l’idea trasformandolo in una dedica.
E il primo caffè sospeso è per Anna Politkvoskaja.
I motivi sono davvero tanti e in questi giorni in cui ci ritroviamo a fare parecchie riflessioni, la mancanza di un certo tipo di Giornalismo con la G maiuscola pulsa e si avverte ancor più spiccatamente.
Il primo ricordo che ho di lei è legato alla tragedia del 2004 alla scuola in Ossezia: Beslan.
Un nome che è diventato sinonimo di orrore puro.
Della storia del tè si è detto parecchio, ma siccome qui si parla di caffè passiamo pure oltre. Lei era intenzionata ad andare sul posto a tentare di negoziare, come aveva già fatto con coraggio per gli ostaggi del teatro Dubrovka. Successivamente è rimasta a fianco dei parenti delle vittime, consigliando loro di rivolgersi alla corte dei diritti umani di Strasburgo e dando un contributo importante nella lotta per avere giustizia.
Anna è nata a New York, eppure si è battuta per denunciare le violenze dell’esercito russo in Cecenia, Daghestan e Inguscezia, scrivendo più di duecento articoli per la Novaja Gazeta senza mai farsi intimorire dalle minacce di morte ricevute. Minacce che si sono rivelate fondate in circostanze che trovo particolarmente terribili.
Ma ci ha lasciato l’esempio di ciò che significa scrivere per un giornale, di ciò che significa andare alla ricerca della verità, di ciò che significa non farsi manipolare.
E ogni volta che non andiamo a fondo nelle cose, ogni volta che accettiamo flussi di informazioni palesemente pilotate, ogni volta che ci accontentiamo di non porre domande, è come se tradissimo anche lei.
Non è la sola, certo, ma da sola ha fatto tanto, finché ha potuto.
Emblematica una delle sue frasi: “l’unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede.”
Quando ci accorgiamo che ciò non accade, cerchiamo di vedere da soli.

 

 

 

OGNUNO SI FACCIA LE ZEE PROPRIE

OGNUNO SI FACCIA LE ZEE PROPRIE

Persino nel gioco Monopoly ci sono regole precise da rispettare per acquisire il possesso delle caselle, dunque davvero non capisco come sia possibile, ai giorni nostri, che una nazione decreti l’ampliamento dei confini e stop.
Correggimi se sbaglio, ma nel marzo 2018 la Algeria ha fatto esattamente questo: con un decreto ha stabilito che la propria zona ZEE si estende fino a 12 miglia dalla costa della Sardegna.
La ZEE, letteralmente zona economica esclusiva,  è stata istituita nel 1982 dalla Convenzione delle Nazioni Unite e rappresenta un’area adiacente alle acque territoriali, sulla quale è possibile esercitare diritti sovrani per la gestione delle risorse naturali e sulla quale lo stato titolare ha giurisdizione in materia di ricerca scientifica, protezione e conservazione dell’ambiente marino ed installazione di strutture.
La ZEE diviene effettiva a seguito della sua formale proclamazione da parte dello stato costiero.
Questa frase a me suona particolarmente stonata, ma è ciò che ha effettivamente fatto l’Algeria.
Senza nessun accordo o assenso? Sembrerebbe, anche se io spero tanto che tu mi smentisca dicendomi che ho preso un granchio … chissà se era nelle acque territoriali … perché altrimenti è davvero assurdo.
Le domande a questo punto sarebbero moltissime e a catena si allargano come i confini della Algeria e oltre, ma per non aprire una marea di discorsi rimarrei su un punto, che poi è tristemente ricorrente su molti fronti: noi dove eravamo? Forse persi in un bicchier d’acqua … salata.

ONE WAY OR ANOTHER

ONE WAY OR ANOTHER

Inauguro questa rubrica con Debbie Harry, semplicemente perché questa foto mi piace particolarmente e spero che possa essere uno spunto per ispirare anche te.
Salterei i dettagli della sua vita più strettamente personali e parlerei direttamente dei mitici tempi del CBGB dopo l’incontro con Chris Stein e la formazione dei Blondie che hanno caratterizzato la scena a partire dal 1974 per un lungo periodo costellato di successi.
Cito senz’altro Call me anche per la collaborazione con Giorgio Moroder, diventata iconica colonna sonora e più in generale un pezzo che ad ogni ascolto suscita un flashback emotivo: new wave, disco music, dance rock.
Debbie è rimasta con Chris per quindici anni durante i quali hanno combattuto insieme anche una grave malattia.
Uno stupendo Heart of glass, ma allo stesso tempo un cuore forte, questo su tutti è il primo pensiero che ho su di lei.
Una donna che a cinquantatre anni prosegue segnando la storia con un primo posto in classifica che entra nel Guinness.
Una donna che sa attraversare passato presente e futuro indistintamente, come il suo ritratto fatto da Andy Wharol con il computer Amiga 1000.
Una donna celebrata anche nella Rock and Roll Hall of Fame e che ha saputo diventare un simbolo con i suoi capelli arruffati e un look non calcolato ma incorniciato dalla sua grinta.
E la sua One way or another, volutamente rivestita di allegria come “meccanismo di sopravvivenza”, risuona tristemente attuale facendoci riflettere ancora una volta sul fatto che nel tempo, persistiamo a non fare tesoro delle esperienze e che non sappiamo imparare dagli errori, peggiorando.
Ma ripartiamo dal suo sorriso e dal suo intento di restituire leggerezza e prendiamo esempio, in un modo o nell’altro …

 

QUANDO LA SORPRESA È AMARA

QUANDO LA SORPRESA È AMARA

Ogni tanto è bello poter dire “ah ma qualcuno ancora c’è!” … è come un respiro, come una prova che la speranza forse davvero muore per ultima, anche se i casi di persone contro corrente sono come gli arcobaleni: rari.
Dunque suppongo che nonostante non abbiano nomi che rimangono in mente nell’immediato, mi ricorderò degli avvocati francesi che hanno preparato una causa legale contro la EA Sport equiparando la modalità FUT del videogioco FIFA al gioco d’azzardo.
È stato sviluppato un sistema che si rivela spessissimo illusorio e con l’alto rischio di creare dipendenza, che spinge i giocatori, in genere giovanissimi tra l’altro, a spendere soldi assolutamente reali, per acquistare pacchetti dal contenuto casuale che dovrebbero contenere giocatori rari e importanti, o opzioni per migliorare i risultati di gioco: la modalità FUT Fifa Ultimate Team.
Di fatto una loot box, cioè un oggetto virtuale di consumo, e non una “surprise” equiparabile a quelle degli ovetti per intenderci, come sostenuto dalla società già convocata di fronte alla Commissione per il gioco d’azzardo del Regno Unito.
Per cui stima e solidarietà agli avvocati, con l’augurio che possano rappresentare una sorta di apripista per ulteriori doverose cause contro altri colossi che fanno il bello e il cattivo tempo in vari ambiti.
E il fatto che i profili dei ragazzini siano oggetto di hackeraggio la dice lunga su quanto il valore che si acquista all’interno del gioco abbia assunto una valenza che sconfina dal virtuale.
Ma nemmeno questo aspetto pare preoccupare la EA.
Riuscire a stabilire un contatto, e ad ottenere un aiuto concreto dalla assistenza clienti, è un’impresa tanto ardua quanto poter trovare gli stessi giocatori preziosi che tanto facilmente alcuni youtuber sbandierano.
Quindi, nonostante in parole povere si tratti di furto, oltre al danno si aggiunge la beffa di non poter più giocare, perché nessuno si cura di tutelare il titolare legittimo del profilo.
Forse sarebbe opportuno specificare che la “sorpresa” in molti casi si rivela amara …

 

TV YIN O TV YANG?

TV YIN O TV YANG?

Mentre in Italia sembra di essere tornati ai tempi di Guelfi e Ghibellini, criterio secondo il quale dovremmo forzatamente separarci in due fazioni opposte: se non stai da una parte, deve significare che stai dall’altra, (e io mi domando PERCHÈ), anche i televisori a quanto pare iniziano a suddividersi i ruoli … sì, lo so, sto parlando di apparecchi “datati” per la durata media corrente, anche se in realtà non è che siano così vecchi.
Dunque qui ad esempio in una TV sono ancora visibili i canali Mediaset ma non più La7 ed altri, e viceversa.
Dal primo gennaio 2020 i canali DTT (digitale terrestre) iniziano ad abbandonare l’attuale standard di codifica MPEG-2 per passare al MPEG-4 che finora era utilizzato soltanto dai canali HD cioè in alta definizione.
Ma questa è soltanto la prima fase: la transizione definitiva si concluderà entro giugno 2022 e prevede il passaggio a nuove tecnologie di trasmissione come HEVC “High Efficiency Video Coding” che offre una migliore compressione dati, o DVB-T2 “Digital Video Broadcasting Terrestrial Second Generation” ovvero l’estensione adatta a portare il segnale HDTV sul digitale terrestre.
E perché tutto ciò?
Perché le frequenze utilizzate al momento devono essere lasciate libere per la rete 5G, e quindi per la comunicazione mobile, assicurando una alta velocità di connessione per i telefoni cellulari.
E i televisori diversamente abili? Avranno bisogno di un decoder. Di nuovo.
Però a questo punto la domanda è: la televisione offre ancora un servizio utile e adeguato?
I programmi che non si schierano né con i Guelfi né con i Ghibellini per intenderci, i programmi seri, i programmi che fanno cultura o anche intrattenimento che non sia la famosa copia di mille riassunti di Samuele Bersani, si possono forse contare sulle dita di una mano.
Dopo che siamo già costretti a pagare una tassa di possesso continuando a chiamarla canone, incastrata peraltro nelle fatture per l’energia elettrica, vale davvero la pena spendere altri soldi?
Per come veniamo usati per propagandare, e non parlo solo della pubblicità, onestamente, non dovrebbero essere loro a pagare noi?

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