Like the birds of Cinderella’s dress … è il paragone che Sabrina Impacciatore ha utilizzato durante una intervista alla cerimonia per gli Emmy Awards a Los Angeles.
Ecco a me piace moltissimo questo suo modo di essere ironicamente squinternata.
Questa attitudine alla risata trascina il buon umore, non trovi?
L’amica perfetta per fare casino …
A proposito di amicizia … hai mai visto “Amiche da morire?”
Direi che la Sicilia risulta un luogo congeniale per Sabrina: la stagione di The White Lotus per la quale Sabrina ha ricevuto una candidatura come miglior attrice non protagonista in una serie drammatica è girata a Taormina.
Nell’intervista Sabrina
oltre a raccontare che il suo abito è stato sistemato durante la notte precedente da sarti like the birds of Cinderella’s dress, dichiara che la sua victoria è essere lì, ma possiamo dire che un altro bel colpo è la partecipazione al prossimo film In the head of Dante con Al Pacino e John Malkovich.
Chissà che non ci sia lo zampino della Fata madrina … 🙂
E tu? Hai mai vissuto una favola?
Io più che altro vivo perennemente nei casini, ma non saranno poi proprio quelli la vera fiaba?
Gianni Rodari scrisse: Le favole dove stanno? Ce n’è una in ogni cosa: nel legno del tavolino, nel bicchiere, nella rosa.
Le otto montagne è un successo sia letterario che cinematografico.
Io per ora ho letto il libro, e spero che il film non mi deluderà come purtroppo capita spesso.
Prima della lettura, che anche questa volta devo a Monica, ho sentito molto parlare di Le otto montagne con riferimento all’amicizia maschile o più precisamente all’amicizia virile.
Ovviamente non si può dire che Le otto montagne non racconti la montagna, così come sicuramente racconta una Amicizia di quelle che tutti dovremmo avere il privilegio di provare nella vita.
Però la riflessione prevalente che io conservo dopo la lettura di questo libro è un’altra.
Al di là della potente e inesorabile bellezza della montagna, a me è rimasto impresso il suo ruolo all’interno della storia nel rapporto padre figlio.
La montagna è tipicamente silenzio, io invece in questo libro l’ho letta come unico dialogo per ricucire una profonda incomunicabilità generazionale e affettiva.
A volte amiamo totalmente, amiamo di un amore scritto persino nel nostro DNA, eppure non sappiamo dimostrarlo.
Questo tipo di amore è palesemente evidente per chi può osservarlo da spettatore non coinvolto eppure si cela agli occhi di chi ha una prospettiva troppo ravvicinata che paradossalmente crea una distanza.
O sbaglio?
Magari questa visione è del tutto personale.
Hai letto il libro? Scritto da Paolo Cognetti e pubblicato da Einaudi nel 2016. Premio Strega 2017.
Fu un vecchio nepalese a raccontarmi delle otto montagne …
L’uomo raccolse un bastoncino con cui tracciò un cerchio nella terra. Gli venne perfetto, si vedeva che era abituato a disegnarne. Poi, dentro al cerchio, tracciò un diametro, e poi un secondo perpendicolare al primo, e poi un terzo e un quarto lungo le bisettrici, ottenendo una ruota con otto raggi. Io pensai che, dovendo arrivare a quella figura, sarei partito da una croce, ma era tipico di un asiatico partire dal cerchio
– L’hai mai visto un disegno così? – mi chiese.
– Sì, – risposi. – Nel mandala.
– Giusto, – disse lui. – Noi diciamo che al centro del mondo c’è un monte altissimo, il Sumeru. Intorno al Sumeru ci sono otto montagne e otto mari. Questo è il mondo per noi.
Nel dirlo tracciò, fuori dalla ruota, una piccola punta per ogni raggio, e poi una piccola onda tra una punta e l’altra. Otto montagne e otto mari. Infine fece una corona intorno al centro della ruota, che poteva essere, pensai, la cima innevata del Sumeru. Puntò il bastoncino al centro e concluse: – E diciamo: avrà imparato di più chi ha fatto il giro delle otto montagne, o chi è arrivato in cima al monte Sumeru?
You make me feel like it’s Halloween la prima volta che ho ascoltato questo brano gotico elettronico dei Muse ho pensato a un complimento: mi fai sentire come se fosse Halloween. Forte!
In realtà però il testo della canzone racconta di come ci si sente in trappola.
Pensando a una situazione senza via d’uscita, ti ritrovi a immaginare scenari da film horror? Sicuramente i Muse hanno giocato con questo concetto.
I riferimenti sono davvero tanti, vuoi citarne qualcuno tu?
Ci sono varie interpretazioni di You make me feel like it’s Halloween, alimentate anche dalla frase finale: but you are the caretaker cioè “ma sei tu il custode.”
In una intervista Matt Bellamy ha scherzosamente dichiarato che c’erano troppe canzoni sul Natale ed era tempo che qualcuno celebrasse qualche altra festa, come Halloween ad esempio.
Tu cosa ne pensi?
Indubbiamente i Muse nel corso di questi venti anni costellati dai loro successi ci hanno abituati a ben altre emozioni.
Personalmente sono sempre stata colpita in primo luogo dalla carica potente che Matthew Bellamy & Co. Riescono a tramettere, ma anche dall’estro che li contraddistingue unito ad un genere del tutto esclusivo che inizialmente rendeva complicato incasellarli in un genere musicale definito.
Qual è la tua preferita tra le loro canzoni?
Lo so, non è facile scegliere, io non riesco a stilare classifiche, sebbene abbia un legame speciale con alcuni dei loro brani.
Alla luce di questo possiamo forse riconsiderare You make me feel like it’s Halloween più per il messaggio che per le citazioni horror, sei d’accordo?
Il 26 ottobre i Muse saranno all’ Alcatraz di Milano ottimo modo per sentirsi in Hallooween mood.
E tu cosa ci fai con i fondi del caffè? Ti è mai capitato di riutilizzarli?
Io a volte li aggiungo alla terra dei vasi. Generalmente devo dire che i risultati sono buoni … ergo anche le mie piante amano il caffè! 🙂
Non ho girasoli infatti, per mancanza di spazio, i girasoli, così simpatici, a quanto pare ricevono già sufficiente energia dal sole, niente caffeina per loro 🙂
Scherzi a parte è bene sapere che è meglio non esagerare diversamente si rischia la formazione di muffe.
Se poi hai la fortuna di avere anche un orto, probabilmente saprai che alcuni ortaggi non amano il caffè … i pomodori ad esempio.
Purtroppo mi sono stati meno d’aiuto contro le formiche, dici che erano particolarmente monelle come un po’ tutti gli insetti che decidono di trasferirsi qui? Tu hai mai provato?
O magari li sai leggere? La prima scena che mi viene in mente è in Dying Young di Joel Schumacher, quando Estelle interpretata da Colleen Dewhurst vede nella tazzina di Campbell Scott un brutto presagio.
Che dici? Meglio concentrarsi su altri modi di impiego.
La RENS di Helsinki, Finlandia, ad esempio ha avuto l’idea migliore di utilizzare fondi di caffè unitamente a plastica riciclata per produrre sneakers!
Le hanno definite coffee shoes non è fantastico?
Cito testualmente: trasformiamo plastica post-industriale e fondi di caffè usati in prodotti ricchi di funzionalità fatti per andare lontano.
In attesa di andare lontano, questo è sicuramente un primo passo, non sei d’accordo?
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