FORSE NON SBAGLIA CHI FA CASTELLI IN ARIA

FORSE NON SBAGLIA CHI FA CASTELLI IN ARIA

 

Abbiamo avuto prova di come la nostra consuetudine possa crollare facilmente come un castello di carte.
Tu avevi avuto modo di rifletterci in questi termini?
In un soffio il quotidiano è passato dall’essere routine in qualche caso anche oggetto di lamentela, all’essere una preziosa certezza che rivorremmo.
In questo, credo possiamo dire di essere accomunati a livello globale, sebbene ognuno abbia la propria storia, ognuno percorra il proprio cammino, e ognuno abbia le proprie abitudini.
Abitudini che per qualcuno erano forse diventate mattoni pesanti come la assuefazione, per altri invece modulabili e sfuggenti come sabbia, oppure, proprio come nella favola delle tre case, costruite con le carte.
Carte che dicono chi siamo come documenti o badges, carte che ci inquadrano, ci consentono accessi, ci conducono, ci regolamentano, ci finanziano: tessere, biglietti, mappe, contratti, banconote.
Carte che rappresentano le nostre azioni, il nostro vivere.
Carte che noi accumuliamo, carte che teniamo in equilibrio.
O equilibri che tengono in piedi noi.
Tecnicamente per costruire un castello le carte troppo nuove o perfette scivolano: ne occorrono di “vissute”.
Carte che abbiano giocato, carte che siano state tenute tra le mani. Mani che devono essere ferme.
Mani che però non potranno mai stringere, perché l’equilibrio non si può tenere in pugno.
E mai come ora ne abbiamo avuto una concreta e inquietante prova.
La domanda è: cosa impariamo esattamente da questa dimostrazione?
Chi o cosa ha veramente potere su così tanti “castelli” e come abbiamo potuto lasciare che cadessero nella maniera repentina alla quale abbiamo assistito?
Ora abbiamo meno carte a disposizione per ricostruire, e dovremo adottare “consuetudini” diverse, che non saranno scelte.
O forse dovremmo cogliere l’occasione per imparare a mettere in discussione, a farci domande, a prendere in considerazione tutte le ipotesi, sempre.
Nelle Operette Morali Giacomo Leopardi chiede:
“… perché qualsivoglia consuetudine, quantunque corrotta e pessima, difficilmente si discerne dalla natura?”
La risposta parrebbe poter essere di Erasmo da Rotterdam:
“Non esiste pratica, per quanto infame, per quanto atroce, che non si imponga, se ha la consuetudine dalla sua parte.”
Consuetudine oltre che modo costante di procedere è anche fonte di diritto, la fonte non scritta per eccellenza che consta di due elementi: uno di tipo materiale cioè la reiterazione di un determinato comportamento da parte di una collettività; l’altro, di tipo soggettivo ancorché oggettivamente verificabile, è invece la convinzione diffusa che quel comportamento sia, non solo moralmente o socialmente, ma giuridicamente obbligatorio.
Dunque dovremmo considerare di ricostruire su basi per alcuni versi inconsuete e di ripartire prima di tutto dalla consapevolezza di quale sia la vera essenza importante del nostro vivere.

 

PILLOLA ROSSA O PILLOLA BLU?

PILLOLA ROSSA O PILLOLA BLU?

Si usa molto suddividere le generazioni: Millennials, Generazione X, Boomers e così via; nonostante il cammino in comune, ognuna ha una visione particolare su diversi archi di tempo contraddistinti ovviamente dagli accadimenti che li hanno caratterizzati.
Molti di noi forse non avevano mai avuto una esperienza concreta su determinati tipi di emergenze, e la prova generale di panico alla quale stiamo assistendo in questi giorni sicuramente apre vari scenari inediti o perlomeno mai presi in considerazione seriamente.
Si sente e si legge tutto e il contrario di tutto e le domande scoppiano come una incontenibile quantità di chicchi di mais esposta al calore.
Eppure osservo, tu come sempre correggimi se sbaglio, che la maggior parte delle persone continua a rinchiudere le faccende tra i quattro angoli del proprio orticello. Comportamento dal quale ad esempio deriva la corsa a pasta farina e zucchero nei supermercati. Come se avere un tot di scorta nella propria dispensa potesse bastare a chiudere fuori dalla porta tutto il resto.
Domanda: quale può essere il motivo?
Basta davvero lavarsene le mani?
Ma, al di là dello specifico, anche in un contesto di normale routine, non ti sembra che in generale le persone preferiscano non affrontare riflessioni che potrebbero portare a conclusioni scomode o indesiderate?
Inevitabile ricordare la celeberrima esemplificazione del libero arbitrio formato Matrix:

 “Pillola azzurra: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai.
Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio.
Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.”

Tra le innumerevoli interpretazione e dissertazioni c’è anche l’ipotesi che la blu sia la scelta del dogmatico, ma io vorrei rimanere al concetto più basico: quanti sceglierebbero la pillola rossa?

 

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