IN CAMMINO SULLA VIA FRANCIGENA

IN CAMMINO SULLA VIA FRANCIGENA

Come spesso accade, Monica mi segnala una bella storia, stavolta però non scritta su un libro: è la storia di Cindy Nanette e Mina ed è soltanto all’inizio.

Sono partite da Pontarlier il 10 Settembre e hanno in progetto di arrivare a Roma per Natale.

In questi giorni sono in Lomellina: oggi in particolare a Mortara, dopo aver fatto tappa ieri a Robbio

Io che sono stata una bambina diciamo … un pochino prima laughing ho immediatamente pensato a Remi, Joli Coeur, Capi e Zerbino, ma al di là dell’immagine poetica trovo davvero importante il messaggio che racchiude il mettersi in cammino ora.

Da quando è stata dichiarata Itinerario Culturale la Via Francigena ha assunto una ulteriore veste oltre a quella spirituale e si sono moltiplicate iniziative connessioni e contatti, grazie anche alla rete web che offre un valido supporto di sottofondo.

Quello che mi ha colpita però è il particolare “momento storico”: mentre tutti chiudono, mentre sorgono barriere più o meno visibili, Cindy Chopard si mette in cammino, affidandosi al buon cuore delle persone, e all’ospitalità.

Non di secondaria importanza l’obiettivo di raggiungere la meta per Natale. Curiosa coincidenza: avevo sottolineato il countdown a meno 100 esattamente un mese fa.

Ma siccome lo scenario cambia di giorno in giorno, forse mai come ora stiamo tutti vivendo nell’incertezza di cosa ci riserveranno questo Autunno, che ci sta presentando i suoi primi freddi, e il prossimo Inverno.

Dunque ognuno ha davanti una sorta di cammino fatto di passi diversi, da compiere più o meno metaforicamente, durante il quale potremo magari seguire qualche altra tappa di Cindy e delle sue compagne di viaggio.

E POTRESTI RIPARTIRE … VIAGGIARE. SÌ, VIAGGIARE

E POTRESTI RIPARTIRE … VIAGGIARE. SÌ, VIAGGIARE

 

E potresti ripartire … viaggiare, sì viaggiare …

Senza per questo cadere nelle tue paure … prosegue il testo di Mogol / Battisti, sempre ammesso che tu ne abbia di paure.

Suppongo di poter dire che questo 2020 sta mettendo in difficoltà anche i più irriducibili viaggiatori, o sbaglio?

A prescindere, io rientro da sempre nella categoria “viaggi mentali” rimanendo nella migliore delle ipotesi … di te invece cosa mi dici?
Sei in partenza? Hai dovuto modificare i tuoi progetti?

Nel caso tu abbia ancora margine per organizzare una partenza, potresti iniziare con una tappa qui Cafeloud: ovviamente partendo dal caffè laughing consigli pratici e dettagliati per le più svariate destinazioni, per soggiorni più o meno brevi, per alloggi e spostamenti, insomma tu clicca e ti sarà spiegato.

Se invece devi rimanere nell’ambito dei viaggi virtuali, l’offerta ormai è talmente ampia da poter fare il giro del mondo in 80 click, ma i miei preferiti in assoluto sono quelli di Luciana Manco.

Al contrario sono molto meno decisa se devo scegliere una meta tra quelle dei miei ricordi.
Io non ho visitato molti posti, ma sono legata ad ognuno di essi perché rappresentano in modi diversi momenti felici e dunque preziosissimi, tanto da farmi trascurare anche qualche caffè del tutto pessimo.

Tu hai un viaggio del cuore che ricordi in particolare?
Qual è il tipo di destinazione che prediligi?

Noi ci siamo riscoperti “camminatori” seriali non nell’accezione tecnica del termine, ma più nel senso inteso da Italo Calvino:
“il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.”

Poi va da sé: ci sono i viaggi nel tempo, quelli che si fanno attraverso le pagine dei libri, ma questa è un’altra storia.

NON È IL CAMMINO CHE È DIFFICILE, È IL DIFFICILE CHE È CAMMINO.  Sören Kierkegaard

NON È IL CAMMINO CHE È DIFFICILE, È IL DIFFICILE CHE È CAMMINO. Sören Kierkegaard

Non è il cammino che è difficile, è il difficile che è cammino.
Ti è mai capitato di perderti? Non è stata una occasione per camminare?

Per me è stato così: una occasione per camminare e per pensare.
Mi sono ritrovata ad associare proprio il concetto di sentiero al progredire nella vita.

Ringrazio moltissimo Gabriella per il commento con la citazione di Blaga Dimitrova:
“Nessuna paura che mi calpestino, l’erba, calpestata, diventa sentiero”.

Non la conoscevo ma mi ha subito colpita moltissimo.
L’idea di soccombere pur di diventare sentiero.
Un nuovo sentiero, in particolare.

Già perché in effetti le strade già battute, sembrano portarci a peggioramenti e impoverimenti, non so tu ma io mi sento un po’ persa nella selva oscura. Nonostante il proverbio che ci dicevano i nostri nonni un po’ come monito negativo:
Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova.

Loro però di strada in avanti ne avevano fatta, e avevano la saggezza del loro vissuto.

Noi invece stiamo regredendo, ci lasciamo calpestare senza opporre resistenza proprio come erba, ma non sappiamo formare un sentiero che ci porti a condizioni migliori, ad una evoluzione nel senso umano, ad un benessere non schiavo di imperativi economici ormai globali.

Vale sempre anche il concetto di Stregatto:
Un giorno Alice arrivò ad un bivio sulla strada e vide lo Stregatto sull’albero.

“Che strada devo prendere?” chiese.
La risposta fu una domanda:
“Dove vuoi andare?”
“Non lo so”, rispose Alice.
“Allora, – disse lo Stregatto – non ha importanza“.

Non sappiamo dove vogliamo andare. O meglio: più che non saperlo, non lo vogliamo fino in fondo. Sbaglio?

Non siamo, secondo te, quasi sul punto di non ritorno, incapaci di accettare che le cose dovranno cambiare, e dovranno cambiare molto, e che la concezione che avevamo del futuro si è dissolta come una bolla di sapone?

La meta non è scomparsa, è più difficile da raggiungere.
E noi forse dobbiamo prima ritrovarci nelle scarpe che abbiamo a disposizione, molto strette, troppo scomode e di brevissima durata.

 

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