LE OTTO MONTAGNE
Le otto montagne è un successo sia letterario che cinematografico.
Io per ora ho letto il libro, e spero che il film non mi deluderà come purtroppo capita spesso.
Prima della lettura, che anche questa volta devo a Monica, ho sentito molto parlare di Le otto montagne con riferimento all’amicizia maschile o più precisamente all’amicizia virile.
Ovviamente non si può dire che Le otto montagne non racconti la montagna, così come sicuramente racconta una Amicizia di quelle che tutti dovremmo avere il privilegio di provare nella vita.
Però la riflessione prevalente che io conservo dopo la lettura di questo libro è un’altra.
Al di là della potente e inesorabile bellezza della montagna, a me è rimasto impresso il suo ruolo all’interno della storia nel rapporto padre figlio.
La montagna è tipicamente silenzio, io invece in questo libro l’ho letta come unico dialogo per ricucire una profonda incomunicabilità generazionale e affettiva.
A volte amiamo totalmente, amiamo di un amore scritto persino nel nostro DNA, eppure non sappiamo dimostrarlo.
Questo tipo di amore è palesemente evidente per chi può osservarlo da spettatore non coinvolto eppure si cela agli occhi di chi ha una prospettiva troppo ravvicinata che paradossalmente crea una distanza.
O sbaglio?
Magari questa visione è del tutto personale.
Hai letto il libro?
Scritto da Paolo Cognetti e pubblicato da Einaudi nel 2016.
Premio Strega 2017.
Oppure hai visto il film?
Diretto da Charlotte Vandermeersch e Felix Van groeningen nel 2021.
Premio della giuria al Festival di Cannes 2022.
David di Donatello per il miglior film 2023.
Fu un vecchio nepalese a raccontarmi delle otto montagne …
L’uomo raccolse un bastoncino con cui tracciò un cerchio nella terra. Gli venne perfetto, si vedeva che era abituato a disegnarne. Poi, dentro al cerchio, tracciò un diametro, e poi un secondo perpendicolare al primo, e poi un terzo e un quarto lungo le bisettrici, ottenendo una ruota con otto raggi. Io pensai che, dovendo arrivare a quella figura, sarei partito da una croce, ma era tipico di un asiatico partire dal cerchio
– L’hai mai visto un disegno così? – mi chiese.
– Sì, – risposi. – Nel mandala.
– Giusto, – disse lui. – Noi diciamo che al centro del mondo c’è un monte altissimo, il Sumeru. Intorno al Sumeru ci sono otto montagne e otto mari. Questo è il mondo per noi.
Nel dirlo tracciò, fuori dalla ruota, una piccola punta per ogni raggio, e poi una piccola onda tra una punta e l’altra. Otto montagne e otto mari. Infine fece una corona intorno al centro della ruota, che poteva essere, pensai, la cima innevata del Sumeru. Puntò il bastoncino al centro e concluse: – E diciamo: avrà imparato di più chi ha fatto il giro delle otto montagne, o chi è arrivato in cima al monte Sumeru?
Secondo te?
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