A MILANO IL CAFFÈ SI PRENDE IN FRETTA, A NAPOLI CON LE TRE C, E A DUBLINO?

A MILANO IL CAFFÈ SI PRENDE IN FRETTA, A NAPOLI CON LE TRE C, E A DUBLINO?

 

Questa è la domanda di Laura, nei commenti al fatto che Dublino sia la seconda capitale più ossessionata dal caffè.

Su Milano direi che non ci sono dubbi.
Tutto è frenetico, tutto è rincorsa, tutto è accelerato.
Tra parentesi, dato che siamo in argomento, ti segnalo addirittura le nuove date per Milano Caffè: dal primo al tre Ottobre, sperando che quest’anno la manifestazione possa tornare ad essere una festa vissuta e partecipata.

Ma Caffè a Milano è anche una delle più significative espressioni dell’Illuminismo italiano. Mi riferisco al giornale fondato da Pietro Verri che, come ci suggerisce la Treccani, veniva stampato a Brescia per sfuggire alla censura austriaca. Qui trovi la storia.

Riguardo alle tre C di Napoli, ho adorato il modo in cui Laura me ne ha parlato, e voglio assolutamente imparare ad assorbire “l’aroma” di questo concetto, che in più è anche stare in compagnia.

Ma siccome c’è tantissimo da dire, rimando ad un post dedicato Al tavolo di Amalia proprio per renderti partecipe di quanto è bello stare in compagnia, “al tavolo” di questo blog che è una miniera d’oro di informazioni su Ischia e non solo.
Io mi sono innamorata scoprendo tradizioni, storie di vita vissuta, racconti incorniciati dal legame con il mare ed esperienze di ritorni alle origini.

Dunque mentre aspetto che il caffè Al tavolo di Amalia sia pronto come da rigorosa regola c c c, provo a rispondere alla domanda di Laura: e a Dublino?

Una prima risposta si trova Tra Italia e Finlandia: laughing dove Luisella ci racconta della sua esperienza riguardo ai Pubs di Dublino. Riporto testualmente: la birra fornisce loro una connotazione pittoresca che li rende leggendari, ma vi si trovano bevande di tutti i tipi, perfino il caffè!

Proseguendo la ricerca, visto che ti avevo parlato del Trinity College, mi è venuta la pazza idea di chiedere al professor David Berman, partendo dalla base del suo studio sulle abitudini legate al caffè illustrato in un’intervista su The Irish Times.

Ne è nato un bellissimo scambio!
Non finirò mai di ringraziarlo adeguatamente.

Il professor Berman ha voluto innanzitutto che gli parlassi di cos’è il caffè per noi in Italia.
Dunque coglierei l’occasione per farti la stessa domanda nel caso tu voglia esporre la tua personale visione.

E alla fine siamo arrivati alla conclusione che la classifica di Brew Smartly ha il suo fondamento e motivo di essere, e rispecchia un cambio di abitudini soprattutto negli ultimi vent’anni, rispetto ai classici birra o whisky che rappresentano un po’ l’immediata associazione di idee quando si pensa all’Irlanda.

Si può dunque concludere che non sia lontano dalla verità dire che lo stile irlandese è diventato più serio, più sobrio.

Ma la cosa fantastica è che dalle considerazioni sul cambiamento, il discorso si è spostato sulla musica!
No, non te lo so spiegare quanto sono contenta!

Un esempio su tutti Clancy Brothers and Tommy Makem

Nel caso della musica però, l’evoluzione non porta a qualcosa come il caffè.

Al contrario passa attraverso il doloroso periodo passato alla storia come The Troubles, ovvero la guerra civile per l’autonomia della popolazione dell’Irlanda del Nord divisa tra cattolici e protestanti.

Ovviamente il mio primo pensiero va a Dolores ma sono tanti i capolavori musicali che si possono citare:

mi fermo?

Vuoi ricordare qualcosa tu?

QUANDO STORE UFFICIALE NON È SINONIMO DI QUALITÀ

QUANDO STORE UFFICIALE NON È SINONIMO DI QUALITÀ

Mentre facciamo il tifo per gli atleti alle Olimpiadi, l’onda che ci ha travolti con il trionfo degli Azzurri agli Europei non si è ancora affievolita.

Tutti abbiamo gioito, tutti ci siamo sentiti orgogliosi e grati per la vittoria che ci ha ritagliato uno spiraglio di rivincita in questo lungo periodo di perdita su tutti i fronti.

Purtroppo però non tutto ciò che ruota intorno alla squadra è all’altezza delle cinque stelle meritatissime invece in campo.

Di seguito pubblico le foto di una maglia ufficiale acquistata presso FIGC Italia Store

la customizzazione, o personalizzazione che dir si voglia, è costata un extra.

Appare tuttavia indubbio che la maglia, in fase di stampaggio del numero, sia stata palesemente mal posta sullo stampo per la pressione a caldo.

Questa operazione, non svolta nelle modalità corrette, ha irrimediabilmente rovinato il tessuto tecnico che presenta un evidente difetto.

Per carità, gli errori capitano, ma teoricamente acquistare presso uno store ufficiale dovrebbe essere sinonimo di garanzia.

Però il condizionale è d’obbligo.

Ovviamente non sto scrivendo cose a caso: non pubblico i dati sensibili ma è tutto regolare a partire dall’ordine fino alla lunga lunga lista di mail di reclamo praticamente inascoltate.

Ora, è vero che i problemi seri sono altro e che si può essere felici anche con una maglia difettata, seppur costata quasi 170 euro, ma trovo che oltre all’arricciatura questa maglia rappresenti anche una macchia.

Si predica tanto per difendere l’ufficialità, per combattere la contraffazione, per sostenere il lavoro “in regola,” ma questo non vuol dire che il cliente non debba avere dei diritti.

I soldi, chiesti anticipatamente, non avevano alcun difetto.

E comunque perlomeno le scuse non costano nulla, anche se sei la FIGC

Siccome questa è una delle ingiustizie che non mi piacciono per niente, dato che le grandi società si fanno sempre forti del fatto che le singole persone non riescono ad avere gli strumenti per farsi ascoltare, mi domando tu cosa ne pensi.

Magari hai avuto più fortuna, come i campioni d’Europa!

CI VEDIAMO UN GIORNO DI QUESTI

CI VEDIAMO UN GIORNO DI QUESTI

 

Ci vediamo un giorno di questi … quanto ricorre questa frase nella vita?
Alcune volte accade puntualmente, altre meno …

Anche per questo libro devo ringraziare Monica e dato che il tema è l’Amicizia, di quelle per le quali persino il termine sorellanza diventa riduttivo, le dedico un GRAZIE speciale con abbraccio incorporato.

La sensazione iniziale mi aveva prefigurato una storia molto più leggera, invece a ritmo incessante si incontrano e scontrano ostacoli di quelli che tagliano le gambe e nessuno ne è esentato.

Infatti la frase che io ho appuntato arriva alla fine di un dialogo: “… per esperienza, i casini per loro natura amano sommarsi.”

Nella sua lapidaria semplicità per quanto mi riguarda non fa una piega, purtroppo.

Ma mi piacerebbe che tu mi dicessi che per te non è così perché ne sarei davvero felice.

Così come sono stata felice per la visione positiva che il libro offre dopo un’esperienza brutalmente tragica, come sa essere la vita stessa.

Nel mio caso non è stato così, ma è bello e giusto riuscire a pensare diversamente.

Personalmente apprezzo sempre anche la quota di scenari edulcorati dato che brutture e iatture abbondano comunque nel quotidiano.

All’interno del suo sito internet Federica Bosco ha tenuto un blog, fino al 2017.

Leggerlo ha posto l’accento sulla sua ironia, che ho sicuramente apprezzato, in particolare a me è piaciuto il suo post “L’ipersensibilità è il mio superpotere.”

E non so come sono finita ad immaginarmi tipo Red Guardianlaughing cioè alternativa, fuori tempo, fuori sincrono e anche fuori forma.

Però per darmi un tono passo all’azione e rubo il titolo: Ci vediamo un giorno di questi … per un caffè?

greenAPES e APE Alliance

greenAPES e APE Alliance

Recentemente ho ricevuto la newsletter di greenAPES con la bella notizia che anche le città di Parma e Prato si sono unite alla giungla!

Conosci già questo social sulla sostenibilità ambientale?
Nel caso tu sia una “scimmia” magari vorrai raccontarmi la tua esperienza, diversamente ti consiglio di esplorare qui perché si possono cogliere spunti interessanti.

Questo simpatico video esprime il concetto base che parte dall’idea dei primati: noi.

In quanto tali dovremmo avere a cuore le sorti del pianeta evolvendoci in green … tenendo sempre presente che nessuno è infallibile e dunque a volte magari il risultato non è perfetto … ma ci si prova!

E anche in questo caso la condivisione è una carta vincente.
Talmente vincente da concretizzarsi in vincita: i
 premi si ottengono attraverso la conversione delle famigerate bankonuts, ovvero codici sconto e coupon utilizzabili presso partner sostenibili in città.

greenAPES è supportato dal progetto europeo Chest (Collective enHanced Environment for Social Tasks) ma nasce a Firenze: grazie a Gregory Eve CEO e co-fondatore insieme a Francesco Zingales, Renato Orsato e Giovanni Bajo.

Gregory Eve: laurea in ingegneria ambientale, presso l’Università di Firenze, e Master Environmental Management presso la Lund University in collaborazione con la quale nel 2011 ha organizzato il Green2bee Sustainability World tour.

Ho trovato questo video: AlexanderPlatz, calcola che risale a dieci anni fa … ad un certo punto per l’allegria mi hanno fatto pensare a “O’Malley and the Alley Cats” per noi Scat Cat band de Gli Aristogatti …

(posso aprire una parentesi WHO CARES? Tu lo sai che la voce originale di Scat-Cat apparteneva a Scatman Crothers alias Dick Halloran di Shining?) 

ovviamente manco a dirlo la lingua italiana non è rappresentata …

E mentre cercavo rappresentanze formato caffè mi sono imbattuta in una ulteriore scimmia verde: Green Ape Coffee che fa parte della Ape Alliance: una coalizione internazionale di organizzazioni e individui, che lavora per la conservazione e il benessere delle scimmie e per le foreste pluviali in cui vivono.

Comunque sia: green Ape o Ape alliance, si tratta di iniziative lodevoli.

A questo punto però non posso non citare Dian Fossey: “Ho avuto un contatto meraviglioso, specialmente con lo zio Bert che era un angelo e ha portato l’intero gruppo al mio lato di un ripido burrone che non potevo attraversare per raggiungerli.”

Quando si dice “aver solo da imparare” …

DUBLINO È LA SECONDA CAPITALE PIÙ OSSESSIONATA DAL CAFFÈ

DUBLINO È LA SECONDA CAPITALE PIÙ OSSESSIONATA DAL CAFFÈ

 

Titolo piuttosto bizzarro in effetti, che ovviamente ha attirato la mia attenzione: Irlanda e caffè sulla stessa frase!

Dunque mi perdonerai se sorvolo sia su Amsterdam (al primo posto) sia sul fatto che il calcolo elaborato da Brew Smartly rientra nella categoria WHO CARES estrema, dato che si sono inventati una media tra tre variabili:

Voto medio.
Caffetterie pro capite (per 100.000 persone per tenere conto delle diverse dimensioni della popolazione).
Valore delle importazioni pro capite (USD).

Trovi qui la tabella con la classifica totale.

Insomma per fare una citazione “è un po’ come ballare sulla matematica” ma è pur sempre un motivo per parlare di Dublino e non va sprecato laughing

Così ad esempio colgo l’occasione per segnalarti una imperdibile mostra digitale: The Poetics of Print ovvero la tradizione della stampa irlandese e il suo ruolo nello sviluppo della poesia che trovi sul sito della libreria del Trinity college.

Prenditi il tempo di farci un giro/click perché merita: parlare di Dublino ci ha portato a cose belle anche sui libri.
E se aggiungessi un’altra mia passione?

Al Gaiety Teatre sono in programma nientemeno che James Joyce: The dead – I morti e a seguire, perché no, la prima mondiale di Pomi d’ottone e manici di scopa che però io non so se posso immaginare senza la mitica Angela Landsbury alias Mrs. Jessica Fletcher

 

Non è bello tornare un po’ bambini?
Che poi la magia è anche saper trovare atmosfere e fermare attimi come quelli in questo scatto


Ma torniamo ai coffee shop di Dublino: tra i tanti ne ho scelti tre.

Il primo per il nome: Cloud cafe, ed è superfluo che io ripeta (leggi ri-canti) la frase che adoro della canzone di Carly Simon, vero?

Il secondo perché in maniera del tutto bizzarra ha come simbolo la lavorazione delle calzature, forme di legno e gesti che ho imparato a conoscere e che da mooolti anni a questa parte sono entrati a far parte della mia vita: Shoe Lane.
Senza contare il ricordo meraviglioso che mi suscita la Singer!

Il terzo nasce da un sogno: uno stilosissimo furgoncino vintage che ovviamente invidio, anche se sarebbe bastato il logo: Cocobrew

Il sogno non solo si è realizzato, ma è cresciuto e dal van Cocobrew si è trasferito nel quartiere di Temple bar del quale ti lascio uno sguardo in diretta con la live cam mentre aspetto che mi racconti qualcosa di Dublino tu.

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