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Afghanistan, dove Dio viene solo per piangere è il titolo del libro scritto da Siba Shakib che ho letto grazie a Vincenzo Franca e Francesco.
Anche con Siba Shakib condivido il mese e l’anno di nascita.
E lei in questo video tra le altre cose parla di sedersi insieme a bere un caffè.
Ma questa volta la lettura anziché un momento di distensione, è stata particolarmente dolorosa.
Questo libro è stato pur sempre un viaggio, dal quale però sono tornata con una ferita.
Afghanistan, dove Dio viene solo per piangere.
Credo che le parole scelte dall’autrice come presentazione del suo libro siano assolutamente emblematiche.
Quando ho raccontato di Denise Ho, Gabriella ricordava quanto sia importante mantenere alta l’attenzione anche su altre realtà e sicuramente la condizione femminile in Afghanistan è una di quelle.
Il 1° luglio il Consiglio per i diritti umani ha concluso la cinquantesima sessione ordinaria dopo l’adozione di 23 risoluzioni e ha tenuto un dibattito urgente sui diritti umani delle donne e delle ragazze in Afghanistan. In una risoluzione, il Consiglio ha riaffermato il suo impegno incrollabile per il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani da parte di tutte le donne, ragazze e bambini in Afghanistan, compreso il diritto alla libertà di movimento, il diritto all’istruzione, il diritto al godimento della il più alto livello raggiungibile di salute fisica e mentale, compresa la loro salute sessuale e riproduttiva, il diritto al lavoro e il diritto di accesso alla giustizia su base di uguaglianza con gli altri. Il Consiglio ha chiesto all’Alto Commissario di organizzare un dialogo interattivo rafforzato durante la sua cinquantunesima sessione, con la partecipazione del Relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan.
Eppure queste parole sembrano sterili vuote e inutili: UN News il 1° luglio ha pubblicato una terribile “statistica”
La situazione delle donne in Afghanistan è così disperata che si suicidano al ritmo di uno o due al giorno.
Sapevo che la situazione era orribile, ma non da indurre le donne al suicidio come unica via d’uscita
Il titolo del libro è come ricevere un pugno nello stomaco, ma forse ne abbiamo bisogno
Già … e credimi: è un pugno nello stomaco anche la lettura.
In genere le parole non mi mancano Luisa, ma in questo caso fatico davvero perché ogni espressione mi sembra insufficiente di fronte ad una tragicità talmente smisurata.
Avevo letto qualcosa a riguardo della situazione e dei suicidi, una tragedia immane. Dubito però che qualcuno farà qualcosa, la nullificazione dell’altro è un fenomeno sempre più insito nelle persone. Basti vedere l’ultimo omicidio, con la gente che riprendeva col telefono, blaterava qualcosa ma non faceva nulla. Siamo alla fase finale, ogni specie nasce, vive, prospera (noi fin troppo) e poi si estingue…
Lu io amo il tuo modo di definire le questioni in maniera chiara e concisa.
L’estinzione è davvero ciò che ci meritiamo.
I diritti come l’istruzione, la salute, ecc dovrebbero anzi devono essere un diritto anche per quei paesi che non li vedono riconosciuti. Nel 2022 sentire che esistono ancora dei paesi che negano questi diritti è molto molto triste, 😞.
Eleonora è realmente inconcepibile, eppure accade.
Nascere in un luogo piuttosto che in un altro diventa una inesorabile condanna.
Sono senza parole, sempre più senza speranza per le donne del mondo.
Già … duemilaventidue anni trascorsi inutilmente tra retrocessioni e involuzioni.
Allora Dio ha sbagliato qualcosa nella creazione degli uomini afgani…
Già … il libro ne racconta vari aspetti: da coloro che non si sono allineati, pagandone le conseguenze, a coloro che ancora bambini attaccano le sorelle, ma anche la madre stessa.
Terribile davvero Luisella.
Anche io sapevo di una situazione pesantissima, ma non pensavo così tanto. O forse siamo così abituate alla nostra libertà da fare davvero fatica a capire una situazione così diversa (parlo per me)
Vale anche per me Paola.
A volte davvero condizioni come la libertà ci appaiono scontate, forse perché le consideriamo assolutamente fondamentali e tanto essenziali da non riuscire a concepire come possano esistere esseri umani che le negano.