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Rebel Rebel è il picture disc che ho ricevuto come regalo da Elisa Mirko e Diego.
Elisa mi aveva già regalato le foto degli Oh bej oh bej.
Mirko mi aveva già regalato il logo.
Entrambi amano David Bowie. Loro, io e credo una grossa grossa percentuale di umanità.
In questi giorni ricorrono due date, delle quali mi piace ricordare più la prima: il suo compleanno.
David Bowie ha fatto la storia, e non aggiungo “della musica” perché Il Duca Bianco è per sempre arte, genio, stile e comunicazione che non ha mai smesso di annientare barriere.
Qualcuno ha definito Rebel Rebel come l’inno del glam ma io credo che il suo inconfondibile riff abbia il potere di catturare immediatamente chiunque lo ascolti.
The Riff Dsus2 E e|-----------0--------(0)------------------| B|------(3)-----3--2---0-0-----2--0--------| G|------(2)------------1-1-----------1-----| D|-------0------------(2)---2-----------2--| A|-----------------------------------------| E|--(3)------------------------------------|
Anche Polly è d’accordo.
Questa invece è la versione al Live Aid allo stadio di Wembley, Londra, il 13 luglio 1985.
Sì, lo so, ti riporto sempre agli anni 80, ma Rebel Rebel fa parte dell’album Diamond Dogs del 1974 e allora io ero ancora inconsapevole.
L’immagine sul picture disc è parte della copertina di Diamond Dogs a firma di Guy Peellaert, sul sito del MoMA la versione completa censurata dalla RCA.
L’album è intriso di riferimenti a 1984 di George Orwell.
Paradossalmente se vogliamo, per guardare attraverso l’obiettivo, ti segnalo questa mostra all’Archivio di Stato di Torino.
America Sogni Diritti raffigura David Bowie durante il tour di promozione di Diamond Dogs negli Stati Uniti attraverso gli scatti di Steve Schapiro.
È molto triste pensare che sono passati quasi cinquant’anni eppure non abbiamo fatti grandi passi avanti a livello di diritti, e nemmeno a livello di sogni.
Siamo forse poco Rebel?
Eh, penso proprio di sì purtroppo. Buona serata Claudia 🙂
Vero Silvia?!
Ti ringrazio TANTO!!
Un inno ad essere se stessi, a dispetto di tutto, ad iniziare da cliché e convenzioni. Forse, basta ascoltarsi per essere rivoluzionariamente ribelli.
Pat in due righe hai saputo scrivere un concetto importantissimo oltre che meraviglioso!
Chapeau.
Hai ragione sai? I primi da ascoltare siamo noi stessi, eppure spesso non lo sappiamo fare.
Sono cresciuto a pane e brit-pop, così che quando da adolescente i miei compaesani ascoltavano i cantautori italiani io mi rifugiavo nei miei Depeche Mode, Soft Cell, The Cure, senza distinzione tra post-punk, neo melodico di ascendenza beatnik o new romantic elettronico alla Ultravox gestione Midge Ure, per intenderci…
Avendo per lo più schifato il rock classico statunitense (con eccezione ovviamente della scena newyorchese alla Velvet Underground), ho sempre visto Bowie quasi come una divinità protettrice della buona musica, un genio davvero poliedrico ed artista a tutto tondo in senso rinascimentale, che non esito a a mettere nel pantheon dei maggiori creatori ed innovatori non solo della storia della musica ma di quella dell’intero genere umano.
Questo paradossalmente non implica che io adori ascoltare ogni suo brano, perché in molti di essi la distanza di grammatica musicale tra le sue sonorità e quelle a me più gradite è davvero troppo grande, ma ogni volta che ascolto un suo pezzo o vedo un suo video (non ultime le poche ma preziosissime apparizioni cinematografiche sempre in ruoli iconici) non posso non riconoscere immancabilmente l’impronta del vero artista e certamente, per arrivare infine all’oggetto del tuo post, mi è impossibile non rendere omaggio al suo essere stato il vero unico grandissimo ribelle creatore.
Un omaggio perfetto.
Ti ringrazio per questo prezioso tributo.
Anche per me tutto il primo periodo musicale è basato sul brit-pop, leggendo la tua descrizione era come se rivivessi.
Ammiro e condivido la totale sincerità, e concordo: alcuni brani non hanno lasciato il segno, ma questo non intacca l’unicità e il suo essere “spaziale” e senza tempo, dunque immortale. For ever and ever …
Grazie GRAZIE!!
Lietissimo che si concordo ancora una volta…
Un piccolo appunto: mentre quando commento i tuoi post su Instagram o quando rispondo ai tuoi commenti su WordPress, quando scrivo qui sul tuo blog nel tuo sito non ricevo mai feedback per eventuali risposte tue o di altri, il che è fastidioso per i ritmi di vita quotidiana che ti spingono spesso persino a scartare alcune notifiche (io ne ricevo tonnellate da varie app, social, mail e cose varie e molte le ho anche silenziate o ghostate!).
Pensi che sia un problema mio di dettaglio della mia partecipazione al tuo sito (da cui ricevo sempre la
Newsletter via mail) oppure altro?
Byr
Sì, hai ragione: è scomodo, non avendo facoltà di pubblicare sulla piattaforma WordPress, cioè sul famoso Reader, purtroppo non ho modo di recapitare notifiche diverse dalla mail, che mi rendo conto può diventare pesante considerata la quantità di posta che sicuramente già ricevi.
Ti ringrazio di cuore per l’iscrizione alla newsletter e per non farti arrivare ulteriori mail anche per i commenti, posso eventualmente recapitarti la “campanellina” in altro modo, se sei più comodo.
GRAZIE.
No, no, a me le mail per i commenti andrebbero benissimo (uso le mail senza problemi ed ho un sistema di notifiche comodissimo sull’iPhone), ma il problema è che non mi arrivano proprio le mail da KCDC, tranne quella della newsletter!
Ma adesso non ti rompo più, che nella vita ci sono cose più importanti!!
No no non rompi assolutamente!!
Anzi: per me questo è molto importante!!
Io attivando la campanella ricevo le mail ma magari per me è diverso, dunque se qualcosa non funziona è bene che sia risolto, e senz’altro il tuo avviso mi è utile come riscontro.
Ora provo subito a ricontrollare le impostazioni.
GRAZIE!
Sono sempre stata più da versione musicale statunitense, Classic Rock, Soft Rock, Elvis, Country… ma crescendo tra gli anni 70 e 80 capitava anche la musica britannica. L’eccezione, ovviamente Beatles. Bowie mi è sempre piaciuta la voce e vari pezzi, nonostante non mi possa definire una vera fan, diciamo una compiacente saltuaria ascoltatrice.
E io sono compiaciuta ogni volta che ti leggo Lu!
GRAZIE.
Hai ragione:eccezione descrive perfettamente.
Ho sempre amato David Bowie e ti ringrazio per questo bell’articolo che gli hai dedicato
Sono io che ringrazio te Luisa: felice che tu abbia letto.
Un abbraccio
Ci siamo seduti su un benessere che ci ha reso chiusi ai bisogni degli altri. Rebel lo siamo stati prima, poi hanno preso il sopravvento altri interessi, molto meno sociali, molto più di comodo. E siamo ancora qui. Forse, se le cose torneranno un po’ indietro, ritroveremo la spinta di un tempo? Chissà. Intanto, mi ritengo fortunata di aver ascoltato, di aver vissuto certi momenti musicali al momento giusto. Grazie Claudia, un bell’intervento
GRAZIE Paola!!
Bellissimo intervento il tuo!
Credo che la tua considerazione sia azzeccatissima: ora tutto è molto più di comodo.
Dovremmo davvero darci una smossa e tornare indietro, dici bene, per prendere la rincorsa per la spinta necessaria.
Ah, music and the sweet way it informs history! Loving these thoughts on Rebel Rebel and the historic nature of David Bowie.
Thank You so much Layla!
Did you have any chance to appreciate David Bowie’s art in U.S.?
(Forse) stiamo ancora troppo comodi per essere rebel.
Bowie ad ogni modo, almeno per me, sarà sempre insuperabile.
Ciao!
BENVENUTA!!
Noto che abbiamo già gusti e idee in comune dunque è davvero un piacere conoscerti.
GRAZIE: sottolinei una grande verità, siamo davvero troppo comodi.
Riguardo al Duca Bianco, sono d’accordo! Chettelodicoafare 🙂