DARK MATTER

DARK MATTER

Dark matter … innanzitutto possiamo dire di essere immediatamente attratti da queste parole?

Io personalmente sì, senza contare che la prima cosa che ci ho letto è stato il proseguimento di quella sorta di filo lasciato in sospeso dopo 72 seasons o Memento mori

Dunque anche i Pearl Jam ci raccontano in qualche modo l’oscuro … questo dovremmo chiederlo principalmente a Luciana: la più grande fan dei Pearl Jam che io conosca.

Lucy tu mi correggerai se sbaglio, vero?

Il primo rumors che ho sentito su Dark Matter riguarda il nome illustre nei credits: Sean Penn.

Il suo contributo consisterebbe nel suono di una stecca da biliardo che colpisce la palla, registrato da Eddie Vedder con il proprio cellulare.

Figo.

Senza contare il fatto che il pensiero di Eddie e Sean porta automaticamente a Into the wild

Un po’ wild è stato anche l’inizio delle registrazioni, partito a casa di Andrew Watt e poi trasferito causa allagamento da pioggia.

Definirei Andrew un natural born fan provando ad immaginare il suo repertorio di t-shirt dei Pearl Jam: una diversa per ogni giorno di registrazione.

Quindi a questo punto chiedo: anche tu conservi una o più t-shirt dai concerti che hai vissuto? Mi racconti quali sono?

Intanto io ti elenco i titoli delle undici tracce di Dark Matter:
Scared of Fear
React, Respond
Wreckage
Dark Matter
Won’t Tell
Upper Hand
Waiting for Stevie
Running
Something Special
Got to Give
Setting Sun

e non ti nascondo che prima di scoprire a quale Stevie si riferiscono, ho sperato che fosse Nicks … invece è Wonder.

Ma c’è un altro riferimento, che voglio interpretare in modo particolare: nella canzone Scared of Fear

We used to laugh, we used to sing
We used to dance, we used to believe

che dici, pensiamo a Seattle, anni 90?

Anche se in realtà ognuno di noi ha il proprio ricordo che si adatta a queste parole, ti va di raccontare il tuo?

Ti lascio con la conclusione di Dark Matter: parole che noi tutti dovremmo ricordare, oltre che cantare
In questi giorni è strano
quando tutti gli altri pagano
per gli errori di qualcun altro
questa colpa prende forma
finché tutti pagheranno
per gli errori di qualcun altro …

1899

1899

1899 è una serie di otto episodi, o meglio, è “un breve viaggio” così come descritto in bio, creato da Jantje Friese & Baran bo Odar per Netflix.

Breve viaggio perché, come comunicato dagli stessi autori, la serie è stata interrotta al termine della prima stagione, nonostante ne fossero previste altre due, come per Dark

Si fa riferimento a Dark perché gli autori di 1899 sono: Jantje Friese & Baran bo Odar, i cui profili tra l’altro al momento risultano inesistenti …

Peccato: questa serie è sicuramente ICONICA in primis per questo libro:

May your coffee kick in before reality does.

Possa il tuo caffè fare effetto prima che lo faccia la realtà.

È già perfetto così.

Eppure io alla fine del primo episodio ho avuto uno di quei momenti di grande soddisfazione a livello musicale.

Una sorpresa che si è ripetuta nel concetto, con espressioni però diverse per ogni episodio.

Se hai già visto la serie, possiamo parlarne nei commenti: tu hai riconosciuto ogni volta?

La sigla poi è una cover nella interpretazione calzante di Eliot Sumner … cognome che sicuramente ti dirà qualcosa, vero? 

Inoltre ça va sans dire: anche in questo caso le citazioni e i rimandi si rincorrono, tanto che ho incontrato uno dei temi che mi appassionano particolarmente, oltre agli indizi legati ai codici binari informatici.

Uno di questi coincide con una scena che mi è piaciuta tantissimo: tazze sollevate all’unisono!!

Hai notato il glitch in questo frame?

Dunque tre cose per le quali io ho un debole, eppure incredibilmente ce n’è un’altra!

I triangoli … non aggiungo altro.

 

INDOVINA INDOVINELLO, QUESTO BATMAN SARÀ BELLO?

INDOVINA INDOVINELLO, QUESTO BATMAN SARÀ BELLO?

Indovina Indovinello, questo Batman sarà bello?

 

Oh, you’re really not as smart as I thought you were dice l’Enigmista.

Ma no … ma come?

Lui è Cedric Diggory, notevolmente smart e nobile d’animo.

Ok, questa tazza è in effetti un po’ troppo grande laughing

Lui è Edward Cullen, talmente smart da leggere nel pensiero.

In realtà però non beve caffè … che spreco!

Lui è anche Tyler Hawkins quasi un fiore maledetto alla Baudelaire che cela intensa umanità.

E poi se si tratta di indovinare … Neil è un enigma nell’enigma.

Scherzi a parte, il trailer ci svela un Robert Pattinson molto più dark che, più ancora che con l’Enigmista, dovrà scontarsi con le interpretazioni dei suoi predecessori.

Indovina Indovinello, questo Batman sarà bello?

La diatriba “miglior Batman” è forse una di quelle discussioni che non avranno mai fine dato che stiamo parlando di un personaggio entrato nel cuore di moltissime persone.

In attesa di conoscere l’esito di questa nuova sfida, ti va di ripercorrere a ritroso alcuni bat caffè?

Non trovi che Ben Affleck abbia sempre l’aria un po’ sconfitta?

Si può scindere l’interpretazione di Christian Bale dal pensiero di fondo ovvero: Nolan?

Se sei d’accordo salterei Val Kilmer che ci ricordiamo più volentieri in Iceman, e George Clooney che con il caffè ha un certo conflitto di interesse …

Michael Keaton sinceramente mi riporta ai gloriosi anni 80

O andiamo ancora più indietro?

Le origini ce le spiega DC qui

Cito assolutamente la versione Lego che ci riserva anche la tazza dedicata!

E infine un cartoon: ecco come si bat-ordina un caffè.

Qui a casa nostra ci sono le due generazioni contrapposte: padre e figlio, e la questione viene sviscerata fin nei minimi dettagli!

Ad esempio: il vero costume di Batman prevede che lui possa ruotare la testa oppure no?

Sei un bat fan anche tu?
Qual è il tuo pipistrello preferito?

MULTIVERSO

MULTIVERSO

Multiverso. Se ne parla di nuovo parecchio dopo l’uscita del nuovo trailer di Spiderman No Way Home.

 

Ovviamente parte il sondaggio Spiderman preferito:

Tobey Maguire

Andrew Garfield

o Tom Holland?

Speriamo che non finisca in un casino come per Dark.

Ma cos’è il multiverso?

Il termine fu usato per la prima volta da William James nel 1895 ma non si riferiva ad altri possibili universi :
la natura visibile è tutta plasticità e indifferenza, un multiverso, come si potrebbe chiamarlo, e non un universo.

Natura dunque.

Mondi alternativi sono presenti piuttosto nella narrativa di Jorge Luis Borges e H. G. Wells di cui ho già parlato.

La paternità del pensiero sulle “dimensioni parallele,” ovvero universi coesistenti e separati in termini spazio temporali invece viene attribuita a Hugh Everett III personaggio controverso che non ha però avuto molta considerazione.

Successivamente il concetto si è evoluto nella cosiddetta teoria delle stringhe: una sorta di fusione tra meccanica quantistica e teoria della relatività di Albert Einstein.

La definizione di “stringhe” deriva dall’idea di corde che sottoposte a particolari vibrazioni corrispondenti a particelle con proprietà definite come massa e carica, danno origine alla materia e all’energia.

Proprio come se fosse musica.

Non è affascinante?

Risalire al concepimento in questo caso è un’impresa un po’ più … oscillante … ma è indubbio il contributo di Gabriele Veneziano

Dalle stringhe per arrivare al multiverso bisogna considerare la teoria dell’inflazione di Alan Guth e la nuova inflazione di Andrei Linde da non confondere con l’inflazione che ci ostacola quotidianamente in questa precisa dimensione.

Siccome l’unica cosa chiara nella mia mente è la teoria del caos, mi piace molto questo video che mostra l’umanità di queste menti inarrivabili e ci ricorda che i risultati possono arrivare anche dopo “30 anni” ma che non bisogna arrendersi

Altre volte invece l’attesa va oltre, come nel caso di Una facile uscita dall’inflazione eterna scritto in collaborazione con Thomas Hertog ma pubblicato dopo la morte di Stephen Hawking, che Nick aveva citato in questo interessante commento a proposito del Gatto di Schrödinger. 

In un’altra dimensione … chissà, forse possiamo immaginarlo così

E tu?
Come te le immagini eventuali altre dimensioni?

Pensi mai di avere un Doppelgänger cioè una persona che ha avuto esattamente le tue stesse esperienze di vita, ma forse in questo preciso momento prende una decisione che tu non sceglieresti?

È TEMPO DI UN ALTRO SONDAGGIO POIROT

È TEMPO DI UN ALTRO SONDAGGIO POIROT

 

È tempo di un altro sondaggio Poirot!

Per fortuna mi è stato segnalato in tempo e per questo ringrazio: altrimenti mi sarei persa la visione di John Malkovich nei panni di Hercule Poirot.

Tu lo hai visto?
È andato in onda su Paramount come La serie infernale: una serie BBC dal titolo originale ABC murders basata sull’omonimo libro di Queen Agatha Christie.

Innanzitutto la prima grande modifica è la rimozione del Capitano Hastings a favore dell’introduzione dell’ispettore Crome interpretato nientemeno che da Rupert Grint.

Ma forse sono i riferimenti al passato di Poirot che sfociano in un finale “davvero spiazzante” (cito testualmente) a stridere maggiormente rispetto al personaggio che abbiamo imparato a conoscere attraverso i libri.

In realtà l’atmosfera stessa è completamente virata in dark e di per sé stessa mi piace.

Il problema è che io non ho avuto la sensazione di “vedere” un mistero di Agatha Christie.

Però so benissimo di non essere sufficientemente lucida e obiettiva sull’argomento, per cui chiedo a te: cosa ne pensi?

A me il Poirot di John Malkovich è sembrato ripiegato su sé stesso, non c’è la famosa boria del suo essere belga, non ci sono i caratteristici pince-nez ne il portamento che ho sempre immaginato.

Vero è che le espressioni che John Malkovich riesce a regalare sono molto adatte a questa dimensione più intima e umanamente introspettiva.

Una cosa è certa: va rilanciato il sondaggio sul Poirot preferito includendo questa nuova versione. O no?

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