TATÀ

TATÀ

Tatà è l’appellativo vezzeggiativo di Tante, che significa zia in francese.

Non c’è il due senza il tre, anche se Tre in realtà è il secondo tra i libri di Valérie Perrin  che ho letto.

Valérie ha raccontato di aver deciso di scrivere la storia di una zia dopo aver sentito un bambino che urlava “Tatà!”

Ti capita mai che un singolo particolare ti colpisca trasformandosi in una sorta di chiave di accesso a emozioni o pensieri molto più grandi?

Tu dove trovi la tua ispirazione?

Valérie sa bene come scrivere un libro di successo, io la immagino un po’ come una cuoca provetta che utilizza tanti ingredienti con la consapevolezza che sono giusti per il risultato finale.

Tatà è ambientato a Gueugnon in Borgogna, luogo di origine dell’autrice e profonda provincia

Gueugnon è famosa per la squadra di calcio locale che ha raggiunto livelli molto importanti. Il padre di Valérie era un calciatore in questa squadra.

Il cuore della storia è raccontato nella prima pagina: la protagonista scopre che sua zia è rimorta

Sì: rimorta, termine coniato per rappresentare il fatto che viene comunicato il decesso della zia che in realtà è già morta da tre anni.

Capire come sia possibile porta alla scoperta di una zia tanto immensa quanto sommersa come un iceberg.

E tu? Hai una zia del cuore?

IL BARDO E LA REGINA

IL BARDO E LA REGINA

Il Bardo e la Regina è il libro che ho ricevuto in regalo dai miei zii, scritto da Paola Zannoner, nota per aver scritto molti libri per ragazzi, e edito da DeA Planeta.

 

Paola Zannoner ha un blog WordPress e la prima cosa che racconta di sé è che vive a Firenze.

 

Immagino che vivere nelle città d’arte possa conferire il privilegio di avere una smisurata fonte di ispirazione.

 

Ed è il tema dell’ispirazione che vorrei sottoporti, partendo da questo libro.

 

Direi che non occorre spiegare di cosa mai potrà raccontare una storia che si intitola Il Bardo e la Regina.

 

Non so tu, ma io ho una predilezione particolare per Shakespeare.

 

Ho iniziato a leggere i libri bilingue, te li ricordi? Ogni pagina aveva il testo in lingua a fronte.

Il Bardo e la Regina

 

Ai gloriosi tempi, che come sai cito spesso, trovare modi di imparare le lingue non era a portata di click, e questi libri offrivano la possibilità di avere a disposizione la traduzione in maniera simultanea, un po’ come gli attuali traduttori online, e sottolineo “solo un po’” embarassed

 

Posto che non è certo facile scegliere, tu hai un’opera preferita tra tutto ciò che Shakespeare ci ha lasciato?

 

Il libro Il Bardo e la Regina ne cita alcune nel corso del racconto della vita del nostro William, in effetti spiegando come sono nate, ovvero dagli accadimenti che un giorno dopo l’altro compongono quello che è il cammino di una persona.

 

Secondo te è per forza così?
Cioè: si può scrivere bene di qualcosa che non si conosce?

 

Shakespeare ha vissuto nei panni dei suoi personaggi?

Leggendo questo libro per tutto il tempo ho visualizzato i volti degli interpreti del film Shakespeare in love. 

 

 

Ma se da un lato la mia immaginazione non si è particolarmente espressa sui volti, dall’altro questo libro ha secondo me il pregio di essere sensoriale.

 

Olfatto.

 

La minuziosa ricerca della scrittrice ha focalizzato la mia attenzione sul senso olfattivo, riuscendo a descrivere l’atmosfera di una Londra che effettivamente non viene in genere considerata sotto questo aspetto.

 

Ti è mai capitato di leggere un libro capace di materializzare uno dei cinque sensi?

 

HO VISTO LEI

HO VISTO LEI

Ho visto lei che vince lui …

E “lui” è il premio BB Global Force conferito dalla rivista Billboard durante la cerimonia BB Women in music. 

Global Force inteso come riconoscimento assegnato in qualità di donna dell’industria musicale che ha dato un contributo significativo al business e che, attraverso il proprio lavoro e il continuo successo, ispira generazioni di donne ad assumersi crescenti responsabilità nel campo.

L’evento Women in music celebra le donne all’avanguardia in tutti i campi della musica dalle compositrici e cantautrici, alle educatrici e a tutte le altre professioni musicali.

Ho visto lei …

Lei non necessita di presentazione: Annalisa, @nali è Global Force.

Non ho seguito il suo esordio, e la prima volta che ho sentito parlare di lei è stato nella misura del “brava ma al secondo posto.”

Finché durante una recita organizzata dalla scuola media frequentata da mio figlio, una allieva mi ha colpita cantando di un gatto blu.

Andando poi a ricercare, ho scoperto che la canzone era di Annalisa.

Annalisa che per tutti questi anni ha continuato imperterrita ad essere “brava, ma al secondo posto.”

Eppure non c’è persona che non conosca il suo “ho visto lei …”

Io stessa nonostante la mia radio sia perennemente sulla frequenza di Virgin, radio che trasmette solo musica rock, seenza sapere bene come o perché, mi sono ritrovata in testa il ritornello di Mon amour.

E il suo “ho visto lei…” è ufficialmente entrato a far parte del mio modo di parlare: quando mi trovo a descrivere qualcosa di mescolato, di intricato, di aggrovigliato.

Laureata in fisica, Annalisa Scarrone, Nali, ci insegna come si inseguono i sogni e come si dimostra al mondo la Global Force.

Tu hai visto lei che ha vinto lui?

Dedico questa foto a Tony: massimo conoscitore di Katy Perry.

CAT AT THE MET

CAT AT THE MET

Cat at the Met è la definizione che mi è venuta in mente quando ho visto queste immagini

 

sul subito ho sorriso ma poi mi sono chiesta cosa abbia spinto Jared Leto a vestirsi da gatto

Siamo al Met Gala: un evento creato per raccogliere fondi per il Metropolitan Museum of Art’s Costume Institute che negli anni è diventato un evento prestigioso e ambito non soltanto nel mondo della moda tanto che i biglietti, per chi non è incluso nella lista di inviti, hanno prezzi astronomici.

Nonostante ciò il Met Gala prevede una regola ferrea: niente cellulari e di conseguenza niente condivisioni sui social media.

Questo forse contribuisce all’immagine di esclusività che Anna Wintour ha costruito negli anni rendendolo un appuntamento che qualcuno definisce come “l’Oscar della moda.”

Da fan di Meryl io inevitabilmente associo Miranda Priestly, tra l’altro hai visto che nel video compariva proprio Andy? smile

Torniamo dunque al gatto: Jared Leto non è stato il solo a voler interpretare il dress code di questa edizione omaggiando Choupette, ovvero la gatta di Karl Lagerfeld.

Il Met Gala 2023 era infatti dedicato a Karl Lagerfeld anche come anticipazione della mostra del Costume Institute A line of beauty: presso il Metropolitan Museum dal 5 maggio al 16 luglio.

Indubbiamente vestirsi da gatto ha fatto sì che persino noi nel nostro piccolo ne stiamo parlando, ma al di là di questo, tu la trovi un’idea geniale o irriverente?

Pensi che questa partecipazione abbia aggiunto un contributo di valore o rischi di scivolare verso la caduta di stile?

Possiamo considerarlo come un tocco di ironia oppure può essere un’occasione persa per dare magari un messaggio?

In generale credo che abbiamo tutti molto bisogno di leggerezza, sicuramente abbiamo anche da imparare dai gatti.

Intanto dovremmo forse convincere Jared Leto ad essere meno tea guy smile che ne dici?

E forse anche meno Cat at the Met.

Scherzi a parte, ora che ha felinamente ottenuto la nostra attenzione, ci aspettiamo grandi cose dal nuovo album dei Thirty seconds to Mars  in uscita l’8 maggio, in particolare dopo le dichiarazioni rilasciate: l‘ascolto della musica italiana anni 80  durante le riprese del film House of Gucci nel quale Jared intrepretava Paolo Gucci, ha lasciato una importante impronta di ispirazione perché capace di raggiungere il cuore.

Come dargli torto?

72 SEASONS

72 SEASONS

 

72 Seasons è il titolo scelto dai Metallica per il loro nuovo album uscito ieri e anticipato da una global premiere giovedì 13 aprile in contemporanea nei cinema di tutto il mondo.

72 Seasons equivalgono ai primi diciotto anni di vita.

Le 72 stagioni della vita prima della maggiore età, prima di diventare adulti, se così si può dire.

James Hetfield ha raccontato di essersi ispirato all’idea della maturazione che avviene durante questi anni dopo aver letto un libro.

In nessuna delle interviste che ho trovato è mai stato chiesto quale fosse questo libro, eppure è la prima domanda in assoluto che io farei: “James che libro hai letto?”

In generale le 72 stagioni di James Hetfield, Lars Ulrich, Kirk Hammett e Robert Trujillo non sono state facili e credo che inevitabilmente ognuno di noi si ritrovi periodicamente a ripensare alle proprie.

A me ad esempio capita spesso di dire che, dopo un’infanzia spensierata, l’adolescenza è stata un po’ un medioevo nella sua accezione negativa.

E tu che ricordi hai delle tue 72 Seasons?

Sempre parlando di oscurità: darkness, James Hetfield ne ricorda l’importanza perché senza di essa non esisterebbe la luce.

Io ho riflettuto su questo concetto per la prima volta proprio durante le mie 72 stagioni ….

A proposito di luce, Lux Æterna è il singolo di esordio di questo album e associandolo a Memento Mori mi sono chiesta se questi evidenti riferimenti siano una conseguenza del periodo storico nel quale stiamo vivendo.

In realtà James Hetfield ha definito Lux Æterna una canzone gioiosa e una sorta di ritorno agli anni ’80

Tu cosa pensi di questa definizione?

Io personalmente non ho ancora deciso se sono del tutto d’accordo, però di una cosa sono sicura: il secondo brano estratto If Darkness had a son è perfetto per dare una notevole carica.

Io e mio figlio la abbiamo ascoltata di mattina, mentre eravamo in auto diretti verso scuola e ufficio e ci siamo ritrovati belli sorridenti e divertiti.

A quanto pare non sono la sola a ricavare energia dai Metallica, visto che la squadra della Virginia Tech utilizza Enter Sandman per il pre-partita … certo non si possono fare paragoni con la aka, ma per chi non ha radici e antenati Maori, l’effetto risulta sufficientemente potente, o no?

A parte il caffè, ovviamente, cosa ti dà la carica?

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