AKTION GEHT UNTER DIE HAUT

AKTION GEHT UNTER DIE HAUT

Aktion geht unter die haut significa l’azione entra sotto la pelle.

Letteralmente, in questo caso.

Quale caso? Quale azione?

Il caso si riferisce alla campagna di pubbliche relazioni della ministra federale austriaca Gewessler.

L’azione consiste in un tatuaggio da fare in cambio di un biglietto annuale valido per il trasporto pubblico: un Klimaticket

Klimaticket tattoo, dunque.

Questa campagna ha avuto luogo all’Electric-Love Festival nel 2023. La società esecutrice è la One Mobility GmbH, fondata appositamente per il Klimaticket e di proprietà della Repubblica d’Austria al 64,417%. 

Leonore Gewessler è stata al Frequency Festival per promuovere di persona il Klimaticket tattoo con il motto: aktion geht unter die haut “questa campagna ti entra nella pelle”.

I volontari hanno potuto scegliere uno tra una serie di motivi e farsi tatuare direttamente sul posto.

Tutti i temi avevano a che fare con il biglietto “per il clima” o con l’ambiente.

Tra gli altri, ad esempio la parola “Go Green”, circondata da un cuore ma anche la scritta Klimaticket.

Le prime tre persone che si sono tatuate sul posto hanno ricevuto ciascuna un biglietto gratuito valido per un anno.

La promozione dei mezzi pubblici, non è in discussione, ma il modo?

Io lo trovo offensivo nei confronti dei giovani in primis, visto che luogo e condizioni indicano loro come destinatari principali.

Ai ragazzi stiamo davvero facendo vedere il peggio: la nostra inadeguatezza, la nostra incompetenza, la nostra mancanza di criterio, di valori, di buon senso.

Nemmeno a Orwell è venuta un’idea del genere.

Ormai non siamo nemmeno più consumatori, ma merce, a scadenza oltretutto.

Anche la nostra pelle diventa uno spazio pubblicità, da svendere, tra l’altro.

Esagero?

GREENWASHING

GREENWASHING

Greenwashing ovvero strategia di comunicazione o di marketing perseguita da aziende, istituzioni, enti che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo.

Direi che accade sempre più spesso, tu cosa ne pensi?

Torniamo a Trieste dove si è svolta la ventesima edizione di International Talent Support, lanciato nel 2002 e divenuto una piattaforma per mostrare e supportare i giovani talenti.

La storica location al Salone degli Incanti nel cuore di Trieste, è stata teatro della presentazione di “The First Exhibition: 20 years of contemporary fashion evolution”, mostra che gode del patrocinio del ministero dei Beni culturali e che sarà aperta al pubblico a primavera del 2023.

In giuria Orsola De Castro definita da molti come la pioniera dell’upcycling

La sua agenda di questi giorni mostra un programma Utopia prosecuzione costantemente aggiornata delle tematiche bandiera di Fashion Revolution di cui è co-fondatrice.

Invece di far sentire le persone in colpa, le aiutiamo a riconoscere che hanno il potere di fare qualcosa per apportare un cambiamento positivo.

Trovo che questo sia un ottimo punto di partenza, in generale.

Il Greenwashing non riguarda soltanto il settore della moda.

Possiamo citare esempi clamorosi anche nella musica, o nel marketing: pubblicità ingannevoli e ecologismo di facciata.

Per non parlare del controsenso in termini: siamo al punto in cui ci vengono dati consigli che rasentano il ridicolo per ridurre l’utilizzo della corrente elettrica nell’illusoria ipotesi di poter ridurre le bollette diventate ormai insostenibili, ma allo stesso tempo in Gazzetta Ufficiale vengono pubblicati gli incentivi per le auto elettriche

E come dovremmo ricaricarle, poi, di grazia?

TV YIN O TV YANG?

TV YIN O TV YANG?

TV Yin o TV Yang?

Mentre in Italia sembra di essere tornati ai tempi di Guelfi e Ghibellini, criterio secondo il quale dovremmo forzatamente separarci in due fazioni opposte: se non stai da una parte, deve significare che stai dall’altra, (e io mi domando PERCHÈ), anche i televisori a quanto pare iniziano a suddividersi i ruoli … sì, lo so, sto parlando di apparecchi “datati” per la durata media corrente, anche se in realtà non è che siano così vecchi.
Dunque qui ad esempio in una TV sono ancora visibili i canali Mediaset ma non più La7 ed altri, e viceversa.
Dal primo gennaio 2020 i canali DTT (digitale terrestre) iniziano ad abbandonare l’attuale standard di codifica MPEG-2 per passare al MPEG-4 che finora era utilizzato soltanto dai canali HD cioè in alta definizione.
Ma questa è soltanto la prima fase: la transizione definitiva si concluderà entro giugno 2022 e prevede il passaggio a nuove tecnologie di trasmissione come HEVC “High Efficiency Video Coding” che offre una migliore compressione dati, o DVB-T2 “Digital Video Broadcasting Terrestrial Second Generation” ovvero l’estensione adatta a portare il segnale HDTV sul digitale terrestre.
E perché tutto ciò?
Perché le frequenze utilizzate al momento devono essere lasciate libere per la rete 5G, e quindi per la comunicazione mobile, assicurando una alta velocità di connessione per i telefoni cellulari.
E i televisori diversamente abili? Avranno bisogno di un decoder. Di nuovo.
Però a questo punto la domanda è: la televisione offre ancora un servizio utile e adeguato?
I programmi che non si schierano né con i Guelfi né con i Ghibellini per intenderci, i programmi seri, i programmi che fanno cultura o anche intrattenimento che non sia la famosa copia di mille riassunti di Samuele Bersani, si possono forse contare sulle dita di una mano.
Dopo che siamo già costretti a pagare una tassa di possesso continuando a chiamarla canone, incastrata peraltro nelle fatture per l’energia elettrica, vale davvero la pena spendere altri soldi?
Per come veniamo usati per propagandare, e non parlo solo della pubblicità, onestamente, non dovrebbero essere loro a pagare noi?

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