KEEP CALM AND POTA

KEEP CALM AND POTA

Keep calm and pota!

Non dire che non stai già sorridendo solo al pensiero.

Io mi sono immediatamente illuminata, anche perché Keep calm and pota è a cura del Cafè di Piöcc.

Caffè! Una coincidenza, anzi, direi direttamente un segno.

Segno che ho colto immediatamente contattando il Teatro Centro Lucia di Botticino Sera in provincia di Brescia.

Sì, hai letto bene: teatro.

Elena, gentilissima, mi ha spiegato che la loro direzione artistica nelle ultime stagioni sta proponendo una rassegna di commedie dialettali del territorio bresciano dal titolo “Èl bel del dialet a teàter”.

Come ho già raccontato, tengo molto al dialetto

Keep calm and pota è dunque una commedia dialettale, e il Cafè di Piöcc una compagnia teatrale.

Elena mi ha aiutata anche a contattare la regista: Manuela.

In due parole: una rivelazione!

Citando Queen Agatha:
Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova.

Keep Calm, Caffè e Amicizia.

I fondatori del Cafè di Piöcc sono tre amici che si incontrano sul sagrato della chiesa del Duomo di Montichiari.

I soldi sono pochi e gli amici guardano i signorotti che mangiano le paste e bevono vino, ma loro possono permettersi solo l’acqua della fontanella: il Cafè di Piöcc quindi, cioè il caffè dei poveretti.

Al Cafè di Piöcc si raccontano storie, gossip e fatti storici.

Da questi racconti nel 1970 nasce una delle prime compagnie teatrali bresciane, compagnia che è stata anche oggetto di tesi universitaria.

Manuela è entrata a far parte della compagnia svolgendo via via varie mansioni: attrezzista, suggeritrice, attrice con una piccola particina, aiuto regista.

Finché una sera in sala prove prende un libro dal quale esce una busta con una lettera che nessuno aveva mai visto.

Destino, magia, tu come lo chiameresti?

In questa lettera, Beppe Boschetti, uno dei tre amici fondatori, aveva espresso il desiderio di lasciare la compagnia nelle mani di Manuela.

Una storia fatta di persone, un lungo cammino fatto di lavori teatrali estremamente considerevoli come I tre innocenti, ispirato ai fatti di cronaca, oppure Semplicemente donna: una seggiola rossa e 49 cambi di vestiti che rappresentano le fasi della vita fino alla menopausa.

E ancora ambientazioni e periodi variano mentre il denominatore comune rimangono i titoli che sono modi di dire, citiamo ad esempio Petost che peji l’è mei insi o Ogné come la sàpes stada.

Fino ad arrivare a Keep Calm and pota.

Pota è la parola che accomuna Brescia e Bergamo, un intercalare che, pronunciato con il tipico accento, risulta sempre molto simpatico.

L’autrice ha avuto l’intuizione di abbinare a pota l’espressione keep calm riallacciandosi alla verità di Freud, l’Io donna che va a interporsi con il Super Io, e comunica un messaggio: vince l’amore.

A proposito di messaggi, il Cafè di Piöcc collabora anche con il comune di Montichiari per il sociale con il progetto Legalità in corto

Si può dunque dire che il Cafè di Piöcc keep calm ma è inarrestabile!

Tanti tanti complimenti e un grazie speciale a Manuela Danieli.

GIORNI RIBELLI

GIORNI RIBELLI

Giorni Ribelli è l’ultimo libro di Andrea Calugi che ringrazio sentitamente insieme a Manuale di Mari

Andrea Calugi è toscano e dalla sua biografia in breve mi piace citare questa frase: è ancora in cerca del suo futuro, tra un libro da leggere, una pagina da scrivere, una canzone da ascoltare e un bicchiere di buon vino da bere.

È dunque facile empatizzare, e mentre Andrea cerca il suo futuro, ci propone una visione del futuro nel suo libro.

Un futuro senza tempo, un futuro che non possiamo calcolare, un futuro lontano e allo stesso tempo vicino: per tutto il tempo ho avuto la percezione di una sorta di dualismo.

Leggevo di un futuro e pensavo a un passato chiara rappresentazione di come tutto cambia ma di come in realtà tutto rimane immutato.

I giorni scorrono e la storia si ripete.

Una storia dalla quale non impariamo, o non vogliamo imparare.

Una storia di guerre, come quella che caratterizza i Giorni Ribelli che invitano alla riflessione, che spronano alla ricerca della Libertà prima che si estingua.

Ho amato un passaggio del libro nel quale Andrea paragona la terra ad un corpo umano che sanguina per le ferite delle bombe e “librava polvere che lentamente, come lacrime, ricadeva a terra inondando tutto e tutti del proprio pianto.”

Vorrei che tutti avessero la sensibilità per vedere la terra che sanguina, per sentire il dolore della terra, che è dolore per tutti.

E mi ha colpita il pensiero di uno dei personaggi secondo il quale “la vera paura era che con sé morissero anche tutti quegli stupendi ricordi che invece sarebbe stato giusto gli sopravvivessero.”

Constantine viene considerato matto per il suo modo di pensare, qual è per te la vera paura

Ti senti ribelle?

Chi o cosa contrasterebbero i tuoi giorni ribelli?

SHADOW

SHADOW

Shadow, qual è la tua prima associazione di pensiero?

Inizio citando persone: Nick

Poi random: motori

Musica

Cinema

Potrei continuare, anzi, vuoi menzionare altri esempi anche tu?

Il mondo è pieno di ombre

Già shadow = ombra … per questo mi chiedo come sia nata la scelta di chiamare Shadow anche un computer al quale è possibile accedere da remoto.

Si tratta di è un potente PC Windows che permette di utilizzare qualsiasi tipo di applicazione senza che si debba acquistare hardware, che come si sa, tende ad essere obsoleto in tempi brevissimi, oltre che oneroso.

Una facoltà che apre ad una specie di nuova e importante rivoluzione rispetto all’utilizzo della tecnologia nel nostro quotidiano.

Oppure tu la consideri più come l’ennesima standardizzazione?

I vantaggi evidenti e immediati si concretizzano nel poter operare al massimo della potenza senza dover sborsare cifre elevate in acquisti di attrezzature.

Anche a livello di ambiente si ridurrebbe senz’altro lo sfruttamento di determinati materiali e soprattutto si ridurrebbe l’esigenza di smaltimento di molti dispositivi, dal momento che ognuno potrebbe operare con ciò che ha a disposizione, semplicemente connettendosi.

Ecco, la connessione può però costituire anche il primo rovescio della medaglia: se dovesse saltare, tutto il lavoro si fermerebbe.

Allo stesso modo ci si troverebbe bloccati in caso di malfunzionamento del “server,” se così lo possiamo chiamare.

E ancora: le condizioni iniziali possono apparire vantaggiose, ma i costi potrebbero aumentare in maniera incontrollata, come purtroppo stiamo constatando.

Esiste dunque il rischio di trovarsi a rimpiangere il vecchio pc, magari lento ma pur sempre funzionante.

Luce, o ombra?

Mentre decidiamo, qualcosa di “oscuro” indubbiamente c’è: il cloud!

Impossibile non citare la famose scena in cui Jason Segel urla a Cameron Diaz: “nessuno sa cos’è il cloud!”

Il famigerato cloud: una sorta di buco nero dove finiscono nostri dati, oppure una valida opportunità?

Ai postUSerS laughing l’ardua sentenza.

KCDC su VOYAGE MINNESOTA MAGAZINE!

KCDC su VOYAGE MINNESOTA MAGAZINE!

Ringrazio sentitamente tutto lo staff di Voyage Minnesota Magazine e in particolare Camila, per avermi contattata e per lo spazio che mi hanno dedicato!

Sono andata a web-navigare in Minnesota alla scoperta dell’Egg coffee e questo viaggio virtuale mi ha permesso di scoprire cose interessanti che non conoscevo, ma allo stesso tempo qualcun altro ha scoperto me.

Robe da non credere, lo so.

Eppure eccomi qua, con nuovi amici e un’altra storia da raccontare.

La storia di un progetto che mi è piaciuto da subito.

La storia di un progetto che ha come pensiero parole chiave, che sono anche le mie:

We also think that artists rock.

Questa è un po’ la dichiarazione di intenti di Minnesota Voyage Magazine:
Amiamo le piccole imprese, i mom-n-pop e i buchi nei muri. Non siamo snob, ma non amiamo la maggior parte delle catene. Pensiamo che gli imprenditori indipendenti, i liberi professionisti e altri soggetti che corrono il rischio rendano le nostre città eccitanti in cui vivere. Abbiamo a cuore lo spirito ribelle, non pensiamo che solo una manciata di grandi aziende dovrebbe controllare tutto il nostro commercio e pensiamo che gli smore con marshmallow vegani siano migliori rispetto ai normali marshmallow. Rispettiamo le persone e le organizzazioni che intraprendono la strada meno battuta. Facciamo il tifo per gli sfavoriti e non diciamo quasi mai di no alla pizza.

Del resto, come si può dire di no alla pizza?

Se ti va, dopo la pizza, puoi trovarmi cliccando su questo caf.

 

BORSE: CONTENUTI IMPROBABILI

BORSE: CONTENUTI IMPROBABILI

Borse: contenuti improbabili.
Ci ho già scherzato perché davvero non puoi immaginare cosa potrebbe uscire dalle mie borse.

Ma questa volta ho trovato qualcuno che mi batte.

Dopo ArtyCapucines, dopo le Bouncing bags e le borse di I sew so I don’t kill, di cui ti ho già raccontato, dopo l’upcycling con le Wicker bags, ti segnalo la Snowman carrier!

E in particolare Matsuzawa Yuko è l’artigiana che per Tsuchiya Kaban ha pensato e realizzato la borsa porta pupazzo di neve!

Il concept di 土屋鞄製造所【TSUCHIYA KABAN:
Nella mente di ogni coscienzioso artigiano di borse in pelle c’è un cassetto immaginario pieno di idee fantasiose per borse che possono essere utilizzate per trasportare cose diverse.
Affinando le loro abilità e attingendo dalle conoscenze che apprendono giorno dopo giorno, i nostri artigiani possono realizzare idee di design nelle loro menti.

Va detto che sono riusciti a concretizzarlo in maniera egregia!

Il porta pupazzo di neve nasce con questo pensiero:
Scaldata dal vapore che sale da una ciotola di zuppa calda in una fredda mattina,una rapida occhiata fuori dalla finestra coglie un fiocco di neve che va alla deriva, bianco come cotone, l’accogliente vista della prima neve è sempre una piacevole sorpresa.
Se solo potessi condividere con qualcuno caro, nel momento in cui cade la prima neve nell’aria...

E tu, cosa vorresti custodire in una borsa?

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