L’ULTIMA CORSA

L’ULTIMA CORSA

L’ultima corsa è il titolo del mio racconto per il concorso Bisarca 2024 organizzato da Il Perdilibri.

Ti ho già parlato del Concorso Bisarca in occasione delle passate edizioni: ma cito direttamente: che si vince? La soddisfazione della partecipazione e dell’eventuale vittoria.

Colgo dunque l’occasione per ringraziare Il Perdilibri per aver accolto L’ultima corsa.

L’abitudinarietà è considerata come dipendenza, ma anche farsi domande è un’abitudine.

Eleonora però non è solita dubitare dei suoi programmi, a partire dalla sveglia: per la quale sono previste tre ripetizioni prima di alzarsi, ogni giorno, indipendentemente da stanchezza, condizioni atmosferiche, fame, o livello di stress.
Dopodiché è tutto calcolato, incluso il ritardo, un lusso offertole da un anonimo viaggiatore.
Tra i soliti pendolari si crea una sotto-abitudine di gruppo: una sorta di codice non scritto secondo il quale, invasori saltuari a parte, i posti vengono occupati in base a una specie di gerarchia acquisita nel tempo.
Eleonora ricorda il giorno in cui colui con il quale condivide il sedile le ha fatto cenno: “da oggi è libero” sono state le uniche parole diverse da buongiorno e buona giornata, che si sono scambiati in un periodo che può essere di mille giorni ormai.
Eleonora arriva alle sei e quarantatré minuti, certa di trovare il posto riservato dal suo compagno di viaggio, che come sempre appoggia la sua valigetta sul lato finestrino finché lei non lo raggiunge.
Tutto ciò che sa di lui è che si reca quotidianamente a Milano, che ascolta perennemente qualcosa agli auricolari, che predilige abiti classici e di buona qualità nei toni del grigio, e che usa un profumo con Vetiver come nota di fondo.
Ogni mattina si scambiano un singolo buongiorno ciascuno, Eleonora si siede, prende il libro dalla borsa e inizia a leggere.
In questi mille giorni avrà letto un centinaio di libri, tutti in rigoroso silenzio fino all’arrivo a Porta Garibaldi, quando il suo compagno di viaggio le augura buona giornata prima di scendere, lasciandola seduta ai suoi minuti di rito durante i quali lei aspetta che la folla si diradi.

Se vuoi, trovi il resto qui

Ma prima dimmi: per te quale potrebbe essere l’ultima corsa?

In effetti gli esempi sono tanti: libri, film, a livello personale però, il tuo primo istinto ti induce a pensare a ultima in maniera positiva o negativa?

LA VITA È UN BELLISSIMO E INTERMINABILE VIAGGIO ALLA RICERCA DELLA PERFETTA TAZZA DI CAFFÈ. Barbara A. Daniels

LA VITA È UN BELLISSIMO E INTERMINABILE VIAGGIO ALLA RICERCA DELLA PERFETTA TAZZA DI CAFFÈ. Barbara A. Daniels

La vita è un bellissimo e interminabile viaggio alla ricerca della perfetta tazza di caffè.
Barbara A. Daniels

Prendo spunto da questa fantastica citazione per ringraziare Tomislav per aver colto il mio invito: sono sempre felice quando mi inviate le foto dei vostri caffè.

In questo caso Tomislav mi ha mandato l’immagine del suo caffè pomeridiano raccontandomi di aver trovato una nuova tazza più piccola rispetto a quella che era solito usare.

E guarda che belle anche queste pubblicità vintage!

C’è un cappuccino che irradia luce proprio a rappresentare un momento felice.

Felice come me che aggiungo una nuova tappa al Viaggio di tazzina in tazzina

Colgo l’occasione per mostrarti l’immagine di quella che era la mia tazzina preferita prima che ahimè si rompesse.

Non è un triste destino quello degli oggetti ai quali teniamo di più, il fatto che si rompano più facilmente o forse dovrei dire fatalmente, rispetto alle cose che ci interessano meno?

Capita anche a te o sono solo io ad essere un disastro ambulante?

Ricordo il momento esatto in cui mi sono resa conto che la tazzina mi era sfuggita di mano … lo senti anche tu l’eco del mio noooooooooooooooo?

Tu hai una tazza che prediligi in particolare? E se sì, sei riuscita/o a preservarla?

Tomislav ha sostituito la sua tazza con una nuova, la tua tazza da quanto tempo è con te? Quanti caffè ha visto?

Quindi, considerata la citazione iniziale:
La vita è un bellissimo e interminabile viaggio alla ricerca della perfetta tazza di caffè.

Puoi dire di aver terminato il meraviglioso viaggio alla ricerca della perfetta tazza di caffè?

NON MI DIMENTICO MAI DI CHIAMARTI AMORE

NON MI DIMENTICO MAI DI CHIAMARTI AMORE

Non mi dimentico mai di chiamarti amore è la silloge edita da Parallelo45 per la quale sicuramente “non dimentico” di ringraziare Carmelo Cossa e Manuale di Mari

È arrivato Febbraio, il mese di San Valentino, la ricorrenza romantica per antonomasia, così come romantico è l’animo dell’autore.

Carmelo Cossa colpisce sin da subito per come dichiara il suo amore: amore per la poesia.

La poesia diventa dunque il tramite per esprimere l’ idealizzazione dell’amore come espressione di sentimento totalmente armonizzante.

L’autore è come un cavaliere del dolce stil novo, nonostante la vita lo abbia portato lontano dalle sue radici.

Leggendo le poesie di Non mi dimentico mai di chiamarti amore ho avuto ho avuto una forte percezione di come il viaggio dalla terra di origine verso il luogo che gli avrebbe offerto una realizzazione lavorativa sia stato per Carmelo un elemento chiave.

Tra le poesie che ho preferito:

Con il cuore appeso perché mi sono ritrovata nel concetto di morsa notturna e anche nel paragone di panno liso steso però al sole.

Natura e vita perché ho trovato la personificazione della natura in prima persona una metafora capace di donare un potente senso di scorrimento, di vitalità e di armonia.

Magia di vita per il concetto del “ricominciare” del ciclo delle stagioni che si ripetono, ma ancor di più rivivono.

Parlando della sua Poesia, Carmelo Cossa cita anche Rita Levi Montalcini:

è meglio aggiungere vita ai giorni che giorni alla vita

cogliendo così nel segno di quella che oserei definire una missione di vita per lui: vive per la poesia e rende la poesia viva.

Dunque ti invito a soffermarti su Non mi dimentico mai di chiamarti amore e di pensare anche tu a quale “amore” la tua vita è dedicata.

FACCIAMO FINTA CHE

FACCIAMO FINTA CHE

Estate: tempo di viaggi, voglia di leggerezza.

Ti propongo un quiz surreale per ridere tra di noi.

Sei pronta/o a immaginare?

Facciamo finta che …

tu sia in viaggio con persone che ti fanno stare bene, che siano famiglia o amici.

Prima domanda: dove state andando di bello?

Guidi tu. State chiacchierando dell’ultimo film che avete visto insieme ma tu avverti un po’ di stanchezza. Vedi un’area di servizio e ti fermi dicendo “ho bisogno di un caffè, torno subito.”

Dopo venti minuti chi era con te non vedendoti arrivare entra a cercarti e cosa vede?

Tu che canti in piedi sul bancone come le ragazze del coyote Ugly

solo che siamo in Italia, non ci sono microfoni negli autogrill e tu stai impugnando un Rustico crudo, pomodoro, mozzarella insalata e maionese.

Seconda domanda: cosa stai cantando?

Vedendo che ti hanno scoperta/o con un cenno li inviti a raggiungerti.

Ipotesi 1:
ti raggiungono e si mettono a cantare con te in stile Top Gun

Ipotesi 2:
qualcuno decide di intervenire addentando il Rustico 

Ipotesi 3:
ti guardano allibiti e dopo un primo momento in cui sono rimasti come statue di sale reagiscono chiedendoti cosa cavolo stai facendo

Facciamo finta che …

devi dare una spiegazione: cosa è successo dopo il caffè?

FILOSOFEGGIANDO IN ALLEGREZZA

FILOSOFEGGIANDO IN ALLEGREZZA

Filosofeggiando in allegrezza è il blog che ci regala una nuova tappa del Viaggio di tazzina in tazzina, e ora di serenità gioiosa ne ho parecchia anche io per queste immagini!

Come avrai capito, la foto sotto al titolo viene dalla Spagna: Galizia, e per la precisione viene dal Festival del libro di Vigo

As Feiras do Libro de Galicia si svolgono ogni anno in vari paesi e città della Galizia, nei mesi primaverili ed estivi, con bancarelle gestite da librai, e un ampio programma di attività parallele, come conferenze, incontri con autori, mostre, presentazioni di libri, ecc., che fanno di questi eventi un incontro di grande interesse culturale.

Lo scrittore che più ha universalizzato Vigo è stato Jules Verne,  in un passaggio di 20.000 leghe sotto i mari.

Tu lo hai letto?
Pensa che io ho avuto il coraggio di perdermelo finché non lo ha portato a casa mio figlio dalla biblioteca della scuola elementare, ma c’è sempre tempo per rimediare, giusto?

Nel romanzo di Verne, l’estuario di Vigo nasconde ricchissimi tesori provenienti dalla battaglia della baia o battaglia di Rande.

“Allora, signor Aronnax (…), siamo in quella stessa baia di Vigo. Sta a voi svelare i suoi misteri”.

La battaglia ebbe luogo il 23 ottobre 1702 tra le coalizioni anglo-olandese e ispano-francese, durante la guerra di successione spagnola. I galeoni spagnoli giunsero all’estuario di Vigo carichi del più grande tesoro che avesse mai attraversato l’Atlantico: oro e argento, gioielli…


“La sabbia era disseminata di quei tesori. Poi, carichi di quel prezioso bottino, quegli uomini tornavano al Nautilus, depositavano i loro fardelli e riprendevano quella pesca inesauribile di oro e argento”.


Da allora centinaia di immersioni sono state effettuate nelle acque dell’estuario di Vigo alla ricerca di tesori. Senza andare oltre, nel 2011 sono stati individuati e identificati sei relitti legati alla battaglia.


Non trovi dunque che la frase scelta per presentare il Festival:

LE MIGLIORI STORIE INIZIANO CON UN BUON CAFFÈ

sia semplicemente perfetta?

Se vuoi proseguire nella scoperta di aneddoti interessanti sulla Galizia non ti perdere il racconto del viaggio qui su Filosfeggiando in Allegrezza

A proposito di cose preziose poi, ecco due caffè da Monforte de Lemos!

Dunque dopo Verne possiamo citare anche El ingenioso caballero don Quijote de la Mancha di Miguel Cervantes, proprio con riferimento al Conte di Lemos.

Ma di Monforte di Lemos ci racconta dettagliatamente Filosfeggiando in allegrezza nella seconda parte del suo reportage.

E tu?
Dove hai bevuto il caffè ultimamente?

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