CAFFÉ E CINEMA

CAFFÉ E CINEMA

Riconosci la tazza nella foto?
Io avevo alte aspettative su questo film.
Perché ormai non ne escono più di questo genere.
Perché ci si addentra nell’ambito di mostri sacri della scrittura, e in generale di personaggi iconici che ammiro da sempre.
Perché mi piace quando un film stimola ragionamenti, mi piace quando ti ritrovi a seguirlo con la massima attenzione e sai che magari un dettaglio potrebbe fare la differenza.
Dunque immaginerai il mio wow supersonico proprio all’inizio quando l’inquadratura si sofferma su questa tazza.
#myhouse
#myrules
#mycoffee!!
E niente, ovviamente l’ho preso come un segno.
Se hai già visto il film possiamo metterci a parlare del momento in cui la tazza ricompare, quasi come una protagonista silente.
Se non hai ancora visto il film, ti tengo il caffè in caldo perché sono sicura che quando potrai vederlo avremo modo di farci una bella chiacchierata.
Nel frattempo, possiamo sempre parlare del tuo film preferito. Una domanda semplice, alla quale a volte è difficile dare una risposta nel senso che trovare un film su tutti è un’impresa ardua. Nonostante ormai siamo inflazionati di remake e sequel che molto spesso producono il solo risultato di farci rimpiangere l’originale, ci sono comunque differenti motivi per i quali un dato film ci colpisce. Tu come scegli? Per genere, per regista o attori, per caso?
Contrariamente al caffè io rifuggo i film amari, e quando li vedo, poi li porto con me rimuginando anche in seguito, se sono fatti bene.
Genere preferito? Per me musical. Che tipo di caffè potrebbe essere un musical? Forse un mocaccino?
Il film della foto è un caffè di quelli che lasciano un buon retrogusto di tostatura, ma forse dovrei darti qualche ulteriore indizio …

 

ALL YOU NEED IS LOVE AND CHRISTMAS COOKIES

ALL YOU NEED IS LOVE AND CHRISTMAS COOKIES

Nel periodo natalizio si usa spesso dire “all you need is love and Christmas cookies” ma non può mancare un bel caffè!
Il biscotto di Natale universalmente noto è forse il classico pan di zenzero, ci si sbizzarrisce su forme e decorazioni: con risultati molto belli da vedere, oltre che buoni.
Io ho voluto cercare dei biscotti al caffè, ovviamente, e ho trovato varie versioni di dolcetti proprio a forma di chicco, ma alla fine la mia scelta è caduta su dei sablé al caffè ripieni di crema al cioccolato, chissà come mai …
Magari tu li conosci e li hai anche già preparati.
Cosa stai cucinando per Natale?
Ogni luogo ha una propria tradizione particolare, una ricetta diversa da tutte le altre, quella che ci ricorda le radici, il Natale a Casa. Qual è la tua?
Darei sicuramente il via anche a un sondaggio, non tanto il classico pandoro vs. panettone teniamoli pure entrambi! Piuttosto: cosa preferisci tra una generosa dose di mascarpone con il panettone e una farcitura del pandoro con glassatura al cioccolato fuso e creme di vario tipo?
A questo punto però nasce anche il sotto-sondaggio “creme come?”
Lo scorso Natale ho ricevuto in dono una crema al pistacchio che era un vero spettacolo e che ha degnamente fatto le veci della crema pasticcera standard, ad esempio.
E anche riguardo alla pasticcera si può parlare di sottocategorie: limone, vaniglia o?
Intanto che scegli io preparo il caffè.

REGRESSO E SCONFITTE

REGRESSO E SCONFITTE

Regresso nell’accezione più comune significa involuzione, decadenza.
Cioè quello che sta accadendo nel mondo del lavoro, ad esempio.
Abbiamo buttato alle ortiche diritti e travisato completamente il senso generale, ormai è una corsa al ribasso, uno sfruttamento sempre più dilagante in nome di un taglio dei costi che approda soltanto ad un ulteriore impoverimento.
Troppo spesso ci dimentichiamo che la perdita di dignità del singolo non può che tramutarsi nella perdita di dignità di tutti.
Una delle tante sfaccettature del decadimento che stiamo vivendo è il mobbing, realtà tristemente consolidata a tal punto da indurre qualche soggetto a ritenere ad esempio che possa essere uno strumento di formazione del carattere.
Ma trattare in modo inqualificabile un ragazzino che sta solo cercando di imparare e di fare del proprio meglio per portare a termine lo stage della scuola, significa essere indegni.
E significa meritare come minimo che nell’immediato le persone, tutte le persone, decidano di spendere i propri soldi altrove.
Gli strumenti che abbiamo a disposizione saranno anche armi spuntate se prese singolarmente, ma dovremmo sempre ricordare che la sconfitta peggiore è quella auto-inferta ogni volta che pensiamo “tanto è così che va il mondo.”

 

 

SCARPE CHE HANNO UNA STORIA

SCARPE CHE HANNO UNA STORIA

Sicuramente le scarpe sono sempre un buon pretesto per fare quattro chiacchiere con il caffè, anzi, forse se sono proprio solo quattro, le chiacchiere non bastano nemmeno …
Io ad esempio sono una che alle scarpe si affeziona, come a molte altre cose del resto, per cui nel mio caso quasi tutte le paia di scarpe hanno una loro storia.
Le tue?
Mi è venuta questa curiosità leggendo della mostra inaugurata da poco a Firenze presso il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti che ripercorre l’evoluzione della scarpa dai tempi antichi e vanta circa 80 modelli, no, dire modelli è riduttivo, si tratta di vere e proprie opere che arrivano ad esempio da musei internazionali tra i quali il Louvre.
E diciamolo: “Ai piedi degli dei” è un gran bel titolo, ma anche noi comuni mortali possiamo sentirci con le ali ai piedi!
Quali sono le scarpe che ti fanno volare?
Come vivi le tue scarpe?
Le mie praticamente invecchiano con me, e per questo motivo mi sono capitati vari incidenti di percorso tipo il sandalo rotto precisamente mentre correvo a prendere mio figlio, oppure la suola dell’anfibio che ha scelto di impiantarsi sul marciapiede in un bel giorno di pioggia lasciandomi proseguire saltellando come un gerbillo.
Sarei curiosa di sapere come scegli tu le scarpe, o se sono le scarpe a scegliere te.
Oltre che con l’outfit secondo me le scarpe devono armonizzarsi anche con lo stato d’animo.
Dunque com’è il tuo mood?

 

 

 

VIVIBILITÀ

VIVIBILITÀ

Il Sole 24 ore ha pubblicato la classifica della qualità della vita 2019 suddivisa per province, che vede Milano al primo posto.
La distanza di Pavia forse va analizzata in termini spazio-temporali, dal momento che i 45 km che separano le due città, per qualche sorta di equazione, si trasformano in una distanza abissale sotto il profilo della vivibilità che relega la provincia di Pavia al 60° posto.
In dettaglio, il valore negativo in assoluto va al settore “cultura e tempo libero” (78°).
Volendo sdrammatizzare forse dovrei dire keep calm e più che bookcrossing dovremmo davvero imparare a condividere molto altro.
A nostra discolpa non possiamo nemmeno dire di essere troppo impegnati dal momento che anche il fronte lavoro (55°) non è certo confortante.
Ma l’aspetto ancor più avvilente è “ambiente e servizi” (64°) perché questo dato si incrocia con il 96° posto per tasso di mortalità per tumori, ed è terribile.
Viviamo in una terra avvelenata, tra inceneritori, fanghi da depurazione e roghi di materiali tossici, e, mentre tutto scorre, la gente si ammala.
Cosa possiamo fare in concreto perché che quei 45 km tornino ad allinearsi anche nella linea del tempo e della vita?

 

 

 

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