LIBRI. SFOGLIARE, CLICCARE, ASCOLTARE O MODELLARE?

LIBRI. SFOGLIARE, CLICCARE, ASCOLTARE O MODELLARE?

Quando mi è capitato di chiedere “preferisci il libro tradizionale o l’e-book?” finora ho ricevuto sempre la stessa risposta.

Ma in fondo il tempo passa, le abitudini cambiano, e le condizioni si evolvono, quindi vorrei allargare il sondaggio aggiungendo anche gli audiolibri.

Ho già raccontato della mia iniziazione ai libri, e anche per quanto riguarda gli e-book l’origine è legata agli affetti: ho ricevuto l’e-reader come dono di Natale da parte di mio fratello e conteneva un sua particolarissima creazione che mi ha accompagnata ogni singolo giorno di quell’anno.

Successivamente il primo libro letto su Kindle è stata una esclusiva di Gabriella, dunque il tipo di letture in entrambi i casi ha fatto sì che io sorvolassi sulle inevitabili sensazioni che si incontrano nel maneggiare qualcosa di completamente diverso dalle pagine che siamo abituati a sfogliare.

Se invece associo l’idea di ascoltare, il mio pensiero di istinto si rivolge alle fiabe, anche se ormai si può ascoltare qualsivoglia genere di libro.

Prima che si diffondessero i podcast, io ero presa in particolare dalla narrazione trasmessa su Radio 24: Destini incrociati, che curiosamente è diventata libro soltanto in un secondo tempo.

Via via poi i podcast ci hanno concesso la possibilità di ascoltare nei momenti e negli orari che preferiamo e dunque ormai i libri mi fanno compagnia anche mentre faccio i mestieri o cucino, alternandosi alla musica che è imprescindibile ovviamente.

Recentemente ho conosciuto le storie di Black Ink con le loro atmosfere decadenti del Black Mississippi.
Tu che cosa ascolti?

Oltre che nell’immaginazione, Samantha Bonanno, con le sue opere che trovo incantevoli, ci dimostra come libri possano prendere vita anche in un altro modo.

E se invece ti dicessi blook?

ACHETER CHEZ LES PETITS COMMERÇANTS C’EST FAIRE UN GRAND GESTE

ACHETER CHEZ LES PETITS COMMERÇANTS C’EST FAIRE UN GRAND GESTE

Sulla lunga diatriba tra noi e i “cugini d’oltralpe” va dato atto che loro sanno essere più rivoluzionari, a partire dal sentimento di nazionalismo che nutrono in maniera forte e chiara.

I francesi hanno infatti ottenuto un risultato a favore della campagna per aiutare i piccoli commercianti in questo periodo difficile.

Molte personalità si sono schierate sottoscrivendo e promuovendo la causa, a partire proprio dalla prima cittadina di Parigi Anne Hidalgo.

Il principale hashtag è #NoelSansAmazon in seguito al quale Amazon Francia ha deciso di posticipare il Black Friday.

L’ormai famoso appuntamento che prevede sconti e occasioni corrisponde al venerdì dopo il Thanksgiving e celebra l’inizio dello shopping natalizio, ma in Francia è stato spostato ai primi di dicembre, più precisamente il 4, cioè quattro giorni più tardi rispetto a quando è prevista la riapertura di negozi ed esercizi commerciali, al momento chiusi forzatamente causa lockdown.

Una iniziativa sicuramente corretta, per ristabilire un minimo di concorrenza contro colossi la cui posizione è già favorita fiscalmente a livello europeo in generale.

Inevitabilmente il pensiero va a qualcuno dei negozietti di cui è stato impossibile non innamorarsi per chi ha avuto la fortuna di poter visitare Parigi.

Tu hai qualche ricordo in particolare?
Hai un’acquisto del cuore legato alla Ville Lumière?
In caso contrario ti auguro di poter vivere questa esperienza prestissimo perché come Venezia, anche Parigi racchiude un atmosfera inimitabile.

Allons enfant de la patrie dunque!

FONDO EMERGENZE EMITTENTI LOCALI

FONDO EMERGENZE EMITTENTI LOCALI

Se dico “fondo emergenze” tu a cosa pensi?
Io lo associo al pensiero di un aiuto speciale, a una sorta di protezione che permetta di far fronte ad una situazione finanziaria delicata e difficoltosa.

In questo periodo varie parole stanno assumendo significati nuovi e legati al contesto attuale: bonus, ristori …
La Treccani definisce fondo un
insieme dei mezzi monetari che si detiene in un dato periodo per uno scopo determinato.

Fondo emergenze emittenti locali” ecco io mi ero immaginata qualcosa di un po’ diverso rispetto a quanto comunicato dal Mise, che in effetti scrive la dicitura esattamente tra virgolette sotto al titolo:
Fondo emittenti locali – Contributo straordinario per la trasmissione di messaggi di comunicazione istituzionali (emergenza sanitaria).

Il decreto 12 ottobre sulla Gazzetta Ufficiale spiega ampiamente che:
le emittenti radiotelevisive locali beneficiarie si impegnano a trasmettere all’interno dei propri spazi informativi i messaggi di comunicazione istituzionale relativi all’emergenza sanitaria che saranno resi disponibili tramite la piattaforma messa a disposizione dal Ministero dello sviluppo economico.

Vale la pena anche leggere l’allegato: un tariffario con cifre variabili secondo il numero di passaggi da trasmettere ad orari prestabiliti. 

Sono perplessa, quanto siamo lontani dal paragone con l’acquisto di spazi pubblicitari?
Sì, lo so, è brutto fare questi discorsi quando ci sono di mezzo questioni morali, ma io davvero vorrei capire.

Qual è il tuo parere?
Hai mai ascoltato qualcuno di queste trasmissioni? Vengono annunciate come comunicati istituzionali?
Davvero non basta la RAI?

Perché questo “aiuto condizionato” quando da mesi già ogni tg diffonde ampiamente notizie e interviste ai membri del governo, per non parlare della quantità di programmi dedicati e talk show?

Forse sono io che sbaglio, tu correggimi sempre.

ENOLA HOLMES

ENOLA HOLMES

Devo ammettere che ero molto incuriosita da questa idea della sorella del mitico investigatore Sherlock Holmes che naturalmente adoro.

Ho già parlato di Agatha Christie e di come mi abbia fatta innamorare dei gialli attraverso i suoi libri, dopo i quali sono passata ovviamente anche a Sir Arthur Conan Doyle.

Il personaggio di Enola è però stato creato da Nancy Springer dopo che sono scaduti i diritti, e sui suoi libri è stata basata la produzione di Netflix che direi si indirizza in particolare al pubblico più giovane.

La protagonista è infatti interpretata da Millie Bobby Brown, classe 2004: l’adolescente forse più famosa in assoluto dopo il successo del suo ruolo nella serie Stranger Things.

Io purtroppo non la conoscevo, e quando nei titoli di coda ho visto che è anche il produttore esecutivo ho capito che era il caso di approfondire.

C’è chi la definisce addirittura la nuova Meryl Streep …chi evidenzia la sua somiglianza con Winona Ryder, chi la considera come il personaggio con maggiore influenza della sua generazione dopo che nel 2018 è diventata la più giovane ambasciatrice dell’UNICEF.

Ma torniamo al film

 

Anche questa volta, come per Assassinio sul Nilo mi soffermo sulla scelta della canzone di sottofondo, anche se con meno entusiasmo: purtroppo io ho un problema con Courtney Love, sebbene il brano Celebrity skin di The Hole abbia riscosso un enorme successo. Tu cosa ne pensi?

Suppongo che questa scelta rientri nel contesto del messaggio di emancipazione femminile che caratterizza tutto il film.

Teoricamente una mossa importante e doverosa, che però perde il potenziale di innovazione comunicativa, finendo per limitarsi a clichés appunto non esattamente di avanguardia. Peccato davvero.

Come hai visto nel trailer inoltre Enola si rivolge direttamente alla camera sfondando la famosa quarta parete. Trovo che Millie Bobby Brown sappia essere molto empatica, ciò nonostante a me risulta come una sorta di interruzione del pathos, ma probabilmente sono io che sono antica laughing

Mi sono piaciuti moltissimo invece i giochi di parole come quello che svela l’anagramma del nome

e ho trovato importante il valore aggiunto di Helena Bonham Carter ma anche di Henry Cavill.

A questo proposito coglierei l’occasione per lanciare un altro sondaggio: dopo il Poirot preferito, chi è il miglior Sherlock Holmes secondo te?

Henry Cavill, Benedict Cumberbatch o Robert Downey Jr?

Io in questo caso sono troppo di parte … foot-in-mouth

DIARIO DI BORDO DALLA ZONA ROSSA LOCKDOWN GIORNO 1

DIARIO DI BORDO DALLA ZONA ROSSA LOCKDOWN GIORNO 1

La sensazione che si percepisce è forse paragonabile a quando ci si trova nell’ultimo cono di luce prima di entrare nel tunnel.

L’illuminazione all’interno è fastidiosa perché non si vedono luci ma abbagli a intermittenza.

La caratteristica principale sono infatti questi intervalli regolari, con interruzioni pressoché telegrafiche, al termine delle quali riprende la litania monocorde di qualsivoglia tipo di comunicazione o informazione della TV.

Non so tu, ma io ho iniziato a detestare alcune parole che vengono adottate come mantra.

E al posto degli arcobaleni ora sono rimasti solo colori che dividono.

Personalmente avverto il bisogno del mio rifugio: la musica e dunque direi che il brano perfetto per oggi è The Resistance dei Muse.

A partire dalla copertina, che per restare in tema di colori, li rappresenta in una visione psichedelica.
Non a caso è stata giudicata la migliore dell’anno 2009.

Per continuare con i molteplici significati racchiusi nelle parole, nei testi, nelle metafore, come ad esempio il fatto che The Resistance rappresenta un riferimento a 1984 di George Orwell, al quale Matthew Bellamy si è ispirato.

Il brano che cita direttamente l’Eurasia è un altro, ma in realtà The Resistance stessa rievoca moltissimo Winston e Julia costretti a nascondersi per non essere scoperti dal Partito.

Tornando a United States of Eurasia invece, per molti rappresenta un plagio, piuttosto che una citazione di Bohemian Rapsody, tu cosa ne pensi?
Sempre secondo i detrattori, che non gradiscono nemmeno la ghost track Collateral Damage con la sonata Notturno n. 9 di Chopin, le influenze che si sentono sono parecchie e riconducibili ad una sorta di pot pourri musicale.

Tu le hai notate al primo ascolto?
Che impressioni ti lascia questo lavoro dei Muse?
Ritrovi le atmosfere di 1984?

Sebbene sia un classico, io come al solito lo ho letto molto in ritardo, ovvero “avanti negli anni” e dunque può essere che il mio modo di percepirlo sia stato influenzato.

1984 come è noto, è ottenuto invertendo le cifre dell’anno in cui è stato scritto: 1948.
Curiosa coincidenza: 1984 è stato un anno importante nella mia vita, un anno di svolta, un anno del quale molto più di altri ricordo particolari e conservo memorie.

Non sono invece altrettanto propensa a identificare il contesto attuale con altrettanto affetto.
La curva discendente verso i punti in cui la visione distopica di Orwell si allinea al reale si accentua in maniera sempre più evidente.

Un po’ come fosse la famosa pallina sul piano inclinato, seppur vorrei continuare a sperare in un declino, per quanto tristemente palese, almeno non altrettanto accelerato e irreversibile perché, per tornare a The Resistance:
if we live our life in fear

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