DISCOTECHE ABBANDONATE

DISCOTECHE ABBANDONATE

Discoteche abbandonate è la nuova canzone di Max Pezzali per Warner Music

Il titolo non fa mistero dell’argomento, ma ciò che mi ha colpita è il video: una sequenza di immagini che ritraggono i fatiscenti resti di quelli che erano luoghi pieni di vita e di momenti allegramente festosi, ora inesorabilmente abbandonati.

La suggestione è resa ancora più incisiva dal rincorrersi di una serie di frasi a cura del Gotha dei disc jokeys, guarda tu stessa/o:

Sei mai stata/o in una di queste discoteche?

A me piacevano i venerdì sera al Celebrità: una discoteca nei dintorni di Novara che a onor del vero esiste ancora, lì io e la mia amica Daniela trascorrevamo letteralmente tutto il tempo ballando, e riuscendo nel contempo a chiacchierare 🙂

Ma è al Vanità che sono andata per incontrare colui che poi è diventato mio marito <3

Il Vanità, la discoteca di Vigevano ritratta nell’immagine sotto al titolo, non esiste più: al suo posto è stato costruito un complesso signorile.

Anche per questo trovo che, ancora una volta, Max Pezzali riesce a raccontare dandoci la sensazione di ascoltare parole uscite direttamente dai nostri stessi discorsi.

È decisamente la sua cifra, così come il segreto del suo successo: essere semplicemente uno di noi.

Non dimenticherò mai una sera estiva prima dei social, prima anche dei cellulari: la TV trasmette il concorso voci nuove di Castrocaro e un Jovanotti allora “incelentanizzato” per sua stessa definizione, ovvero innamorato di Rosita, presenta un duo.

Loro arrivano e cantano Non me la menare, non capisco cosa vuoi, tanto lo sapevi che non ero come voi

Per me è stato immediato e naturale rimanere in sintonia.

Di lì a poco le canzoni dell’album Hanno ucciso l’uomo ragno sarebbero state la colonna sonora delle vacanze in Sardegna, c’era anche Daniela 🙂

1993: estate successiva. La vita ha in serbo per la mia famiglia una di quelle prove difficili: dover affrontare il destino che irrompe per esplicitare come da un momento all’altro tutto può crollare.

Mentre sono in ospedale guardando mio padre che faticosamente ricomincia a vivere dopo un’emorragia, ricevo un regalo: la cassetta di Nord Sud Ovest Est.

Sì: proprio la “cassettina” … quella dell’omino nel tombino, quella di Albertino. Chi se la ricorda?

Colui che ero andata a cercare al Vanità 🙂 mi ha regalato Nord Sud Ovest Est e Nord Sud Ovest Est ci ha regalato la nostra canzone da cantare abbracciati al concerto al palazzetto di Pavia.

Erano ancora lontani i tempi dello stadio di San Siro, e gli 883 cantavano a casa loro: esattamente Pavia, che è provincia anche in senso lato.

Casa loro, casa nostra.

Erano anche lontani i tempi in cui il sogno della 883 si sarebbe concretizzato.

I personaggi dello staff Harley Davidson Pavia sono noti a tutti coloro che hanno seguito la serie Le strade di Max, la conosci?

In caso te la fossi persa ti puoi fare dei bei giri qui

Per riprendere “la rotta” arriviamo al 1994: quando il sogno di Mauro prende una strada diversa …

Sul palco con Max arrivano Paola e Chiara ma anche Michele Monestiroli e Daniele Moretto.
Trenta anni fa.

E poi?

E poi la vita scorre e oggi ci ritroviamo le discoteche abbandonate.

Cosa ci siamo persi?

 

LOST

LOST

Lost è un brano interamente inedito che anticipa l’uscita prevista per aprile dell’edizione celebrativa di Meteora in occasione del ventennale.

2003: dopo Hybrid Theory i Linkin Park presentano Meteora e ancora non sanno che il loro lavoro non sarà una meteora e li consacrerà alla storia della musica.

Sul sito dei Linkin Park appare la scritta

congratulazioni per aver risolto tutti i nostri enigmi e benvenuto nel nostro magazzino

Come sai adoro gli enigmi

Non so se nei giorni durante i quali appariva il countdown prima dell’uscita di Lost anche tu hai provato a risolvere: cliccando sulla custodia del CD si entrava in un gioco di parole da indovinare.

Carino, vero?

In generale Lost è stata davvero una sorpresa e sinceramente ascoltare la voce di Chester Bennington in un brano totalmente inedito mi ha scatenato una serie di pensieri altalenanti.

Tra l’altro le parole del testo colpiscono particolarmente:

una cicatrice da qualche parte dentro di me

Qualcosa che non posso riparare …

Sono intrappolato nel passato

Dove il dolore è tutto quello che so …

Sono perso in questi ricordi

Però poi, considerando il tweet ufficiale fissato sul profilo, ho accettato di considerare Lost come una “capsula del tempo.”

In senso meno metaforico, adesso il termine time capsule si usa per indicare un hard disk esterno per il salvataggio wireless, ma rimane anche la classica “capsula del tempo” che siamo abituati a vedere nei film americani e non solo.

Ad esempio ce n’è una nella Sala del Pozzo della Torre Ghirlandina al Museo civico di Modena che in questo video ci racconta varie curiosità in merito

A te cosa piacerebbe mettere in una capsula del tempo?

Secondo la International Time Capsule Society vi sarebbero più di 10 mila capsule del tempo nel mondo. Solo una su mille viene ritrovata.

Su Focus puoi vedere una gallery con le nove capsule pù ricercate al mondo.

Sono perse: sono Lost.

I Linkin Park però ci hanno fatto ritrovare il loro tempo, il loro senso, e dentro ci hanno messo Anime.

Anime アニメ come ci spiega Kasabake sul blog Come cerchi nell’acqua deriva da “animēshon”, traslitterazione giapponese della parola inglese “animation.”

Io purtroppo ho enormi lacune in materia, anche se trovo la parola Anime poetica e intensa, magari vuoi aggiungere tu qualcosa su questo meraviglioso argomento?

Intanto buona visione e buon ascolto

In un’intervista Mike Shinoda ha dichiarato che Lost non è stata inclusa nell’album Meteora per la sonorità troppo simile a Numb.

Tu cosa ne pensi?

FILO ROSSO. IN LOOP

FILO ROSSO. IN LOOP

 

Queste giornate d’estate per due motivi completamente diversi mi hanno portato un filo rosso.

Il primo è musicale: Fil Rouge per la precisione.
Fil Rouge è la canzone dei Curcuma, ma è anche l’importante passo in un cammino fatto di passione pura, di impegno, di costanza e di bravura.
Fil Rouge è ripartenza, ricongiungimento, è parte di un sogno grande ed è un grande risultato.

Personalmente mi sono ritrovata ad adottare immediatamente il non importa seche Dennis e Samuel cantano, e lo trovo perfetto.
In generale, prendendo spunto dal brano scritto da Samuel, credo che abbiamo tutti bisogno di vari NON IMPORTA SE da ripetere a noi stessi con enfasi e allegria.

Il secondo filo rosso invece non è alla luce del sole.
Il secondo filo rosso, all’opposto, è DARK.
È “sotterraneo”, occulto, e conduce a riflessioni completamente diverse.

Di questa serie mi ha parlato Claudia: per me una garanzia. Da tempo ho imparato che se qualcosa le piace, sicuramente piacerà anche a me.

Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo è un oceano.
Isaac Newton

Alla fine di ogni episodio, rimanevo con una quantità di domande, o in alternativa con argomenti di discussione che non facevano che moltiplicarsi, tanto che alla conclusione finale mio figlio mi ha fornito uno spiegone definitivo che ovviamente ometterò per non spoilerare.

Una riflessione in senso lato però la vorrei fare: si dice spesso, e assolutamente non a torto, che la leva che muove ogni cosa è il denaro.
Dunque è bello quando invece ci si trova a considerare una FORZA che partendo da un motore metafisico e da una visione quadridimensionale si riconverte e può smuovere con altrettanta risolutezza rivelandosi generatrice di eventi: l’amore.

Amore per la famiglia.
Per quanto sgangherata, improbabile, instabile e imperfetta possa essere, pur sempre Famiglia.

IN THE END

IN THE END

Ho già parlato di In the end dunque non è un mistero quanto mi piaccia questa canzone.

Ma come per Zombie, avendo anche in questo caso contribuito, voglio celebrare il miliardo di visualizzazioni su You Tube, anche se per i Linkin Park è la seconda volta, dopo Numb.

A dare l’annuncio, oltre ai canali ufficiali, è stato un tweet di Mike Shinoda, e il pensiero va immediatamente a Chester Bennington.

Come per Dolores O’Riordan però, io voglio parlare della vita: e ti consiglio di guardare questo video nel quale Chester prepara il caffé.

Per noi qui in Italia, questo modo di filtrare con acqua già calda risulta parecchio strano, il nostro legame con la moka è viscerale, ma spaziando nei miei viaggi virtuali sul caffé ho avuto modo di vedere parecchie volte questo sistema e mi ci sono un pochino abituata.

Riguardo all’esecuzione di Chester adoro la sua visione della tazza, come se possa non avere una capienza laughing

Nel video si vede anche molto bene il suo tatuaggio sul dito: lui e Samantha Marie Olit, la prima moglie, non avevano soldi per le fedi, aneddoto che mi ha colpita: lo trovo un po’ il simbolo di come la vita riservi evoluzioni inaspettate, o di quanto inseguire sogni non sia vano.

Per tornare al video di In the end, che aveva già vinto agli MTV nel 2002 come Best rock video, tu hai mai provato a decodificare le iscrizioni sul portale dal quale esce Chester?

Oltre al concetto di tempo di cui ho già scritto, ciò che mi ha colpita fin dal primo ascolto è stata l’esplosione collerica del ritornello: Chester che si sporge con una forza dirompente, per quanto mi riguarda è coinvolgente al punto da non riuscire a non cantare.

Mike Shinoda ha dichiarato: “la canzone non sa se vuole essere ottimista o pessimista. Ed è proprio questo che mi piace.”

Trovo che sia esattamente questa la chiave: racchiudere messaggi ed emozioni che possono adattarsi a diverse visioni.

L’erba che spunta dove Mike pesta con i suoi scarponi è l’immagine che preferisco, Chester Bennington rispondendo ad un’intervista ha detto:“l’ultima immagine del video è quella dell’erba che cresce: c’è ancora il tempo per cambiare. Bisogna vedere la catastrofe all’orizzonte per decidersi ad agire. Volevamo fare riflettere, poi ognuno tira le sue conclusioni.

Le tue quali sono?

 

 

 

WAKE UP AND SMELL THE COFFEE

WAKE UP AND SMELL THE COFFEE

 

 

Wake up and smell the coffee.

No need to argue: chiunque conosce ZOMBIE dei Cranberries.

Io non riesco a definirla semplicemente una canzone, per me è storia.
Recentemente ha superato il miliardo di visualizzazioni su YouTube e ammetto che un tot sono mie.
Un successo meritato, che chiude il cerchio della precedente proclamazione a canzone dell’anno agli MTV Awards 1995.
Zombie è stato girato da Samuel Bayer, che ha realizzato anche il video di Smells like teen Spirit per intenderci, ma, tralasciando l’indubbia qualità, io mi soffermerei sul messaggio e sulla voce di Dolores O’Riordan.
Purtroppo ormai la prima cosa che viene citata ovunque su di lei sono le circostanze della morte, io invece vorrei parlare della vita.
Non della sua biografia in dettaglio, ma dettagliatamente sottolineerei come lei abbia scritto questo brano di getto, dopo aver appreso della tragica morte di due ragazzini a causa di una bomba.
Nonostante l’episodio si collochi in Irlanda nel 1993, un preciso contesto tristemente noto, Dolores ha sempre evitato di politicizzare.
“Nella tua testa, nella tua testa” lo ripete Dolores, invoca, invita a pensare, sembrerebbe banale eppure troppo spesso non lo è.
Il suo è un grido per unire, per risvegliare.
“La violenza causa silenzio.”
Io trovo che Dolores sappia far parlare questo silenzio, sappia dar voce al dolore, sappia gridare non la rabbia, ma la forza di dire basta.
Zombie è contro la violenza, contro l’incapacità di fermare la violenza.
Questa canzone è il nostro grido contro la disumanità dell’uomo per l’uomo; e la disumanità dell’uomo al bambino.”
Dolores O’Riordan

Non so tu ma per quanto mi riguarda il pensiero arriva forte e chiaro e si insedia in maniera viscerale.
Il suo “another mother’s breaking heart” diventa il mio.
La sua voce, il suo modo di cantare del tutto unico, costituiscono il punto focale: un catalizzatore, che permette al messaggio di comunicare tutta la sua dirompente disperazione.
“Zombie è stata ispirata dalla morte di un bambino. La vita gli è stata presa dalle braccia di sua madre, che stava facendo shopping in un giorno normale a Londra. Qualcuno aveva infilato una bomba in un cestino di rifiuti e il bimbo si è trovato al posto sbagliato al momento sbagliato, ed è morto. La ragione per cui era stata messa la bomba aveva a che fare con quel tipo di rivendicazioni politiche e territoriali che si succedono in Irlanda e in Inghilterra. L’allusione alla data del 1916 serve a ricordare che in quell’anno fu firmato un accordo che sanciva la cessione di sei contee irlandesi all’Inghilterra. Da allora non è cambiato niente: guerra, morte ed ingiustizia.
Dolores O’Riordan

Zombie che vedono e sentono il dolore, eppure non fanno nulla.
Zombie non da film horror eppure terribilmente più spaventosi: noi.

 

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