TERRORE ALL’ANTICA CAFFETTERIA

TERRORE ALL’ANTICA CAFFETTERIA

Terrore all’Antica Caffetteria di Gravellona Lomellina.

Purtroppo non è il titolo di un racconto.

Ti ho parlato di Gravellona a proposito della gatta sindaco.

Non ti ho ancora raccontato di Gravellona come paese d’Arte, ma lo farò, prima o poi.

Stavolta, voglio riportare una notizia di cronaca che sconvolge.

L’Antica Caffetteria di Gravellona è un bar che si trova lungo il corso principale che attraversa il paese, un piccolo paese, quasi un’isola tra le risaie e il Parco dei tre laghi.

Un luogo tranquillo. Molto tranquillo.

Ma lunedì sera tra le 19 e le 20 questa tranquillità è stata infranta da un gesto insano, immotivato e crudele.

All’Antica Caffetteria ci sono persone sedute ai tavolini, ma tra queste persone arriva un uomo di quelli che hanno l’anima nera.

Forse a causa di una perdita al gioco, forse per non aver gradito la Sambuca, forse perché rabbia, alterazione e cattiveria si sono miscelate, questo uomo, tunisino, inizia ad andare in escandescenza.

La proprietaria del bar, di origine cinese, lo invita a smettere, ricevendo in risposta un pugno.

Nasce un alterco, interviene il marito della barista, e dopo uno scontro fisico l’uomo viene allontanato.

Lui però raggiunge la moglie seduta al posto di guida, la strattona fuori dall’automobile, picchia anche lei.

E poi sale in auto e si dirige verso il bar.

Sì: hai letto bene.

Questo “uomo” ha diretto l’auto verso il bar investendo le persone che erano sedute ai tavoli.

L’imponderabile.

Quante volte ci sediamo al tavolino di una caffetteria?

Il terrore all’Antica Caffetteria si è materializzato sotto forma di automobile nelle mani di un’anima nera.

Il terrore all’Antica Caffetteria si è trasformato in dolore, una gamba amputata, ferite e in una sofferenza destinata ad accompagnare i cuori di una intera comunità e di tutti coloro che una sera di giugno avrebbero potuto essere seduti al tavolino di un bar.

ACCABADORA

ACCABADORA

Accabadora è un libro che non necessita di presentazione: lo conoscono tutti.

Io però lo leggo solo ora, grazie a “i libri di Monica.”

Apro e trovo la dedica:
A mia madre
Tutt’e due

Mando immediatamente un messaggio a Monica dicendole che non sapevo che Michela Murgia fosse stata adottata.

Lei mi risponde: “leggi.”

Ora so cosa sono i fillus de anima: i figli dell’anima.

Ci ritroviamo dunque a parlare ancora una volta del significato di maternità esteso tanto quanto l’amore che racchiude.

Madri.

Ma non solo, anche in questo caso, come è successo per I treni dei bambini le comunità sono parti attive in queste dinamiche di affidamento di bambini da famiglie che non riescono a crescerli, a famiglie che li accolgono.

Sinceramente non conoscevo nemmeno il significato della parola Accabadora che deriva dallo spagnolo acabar, finire, ma nel suo senso profondo si lega sempre al concetto di madre, in questo caso l’ultima.

Esisteva una figura come quella di Sa Accabadora anche nella tua regione?

Io non avevo mai sentito nulla del genere.

Ma ricordo di aver sentito parlare delle persone che “segnavano.”

I “segnatori” erano considerati in grado di guarire o in qualche modo di proteggere dal male attraverso i loro segni.

Quali sono invece le figure popolari legate al luogo in cui vivi tu?

SPICCANO VIOLA NEL VIOLA DELLE NUVOLE

SPICCANO VIOLA NEL VIOLA DELLE NUVOLE

Spiccano viola nel viola delle nuvole e dei viali

Riconosci a quale poesia appartiene questo verso?

Il glicine di cui ti racconto io però non si trova in un viale, e proprio per quel motivo mi ha colpita molto.

Il glicine del quale ti voglio parlare si è accomodato lungo una stradina di campagna, espandendosi nella sua architettura naturale e selvaggia, senza essere un abbellimento per nessuno.

Mi piace l’idea che si sia trovato bene qui in Lomellina, luogo dalle caratteristiche ben diverse dalla sua terra di origine.

In Cina il glicine si chiama Zǐténg 紫藤cioè vite blu, anche il nome tedesco: Blauregen si ispira al colore.

Glicine invece deriva dal greco glýkis γλύκης che significa dolcezza.

Nome che si ispira al profumo dunque, piuttosto che al colore. Curioso, non trovi?

Cosa ti colpisce maggiormente del glicine?

Personalmente direi il colore. In particolare ho il ricordo della pergola al mulino dove abitavano i miei nonni.
E in generale cosa ti colpisce dei fiori: il profumo?

Qual è il tuo fiore preferito?
A cosa associ il pensiero dei fiori?

Io mi sono ritrovata a pensare che, proprio come questo glicine, vorrei tanto che altri tipi di bellezza si appropriassero di spazio, ne avremmo tanto bisogno, o no?

Forse la mia è stanchezza, ma a volte mi sento schiacciata da tutte le brutture che ci circondano nel quotidiano, in fondo basterebbe poco per migliorarci le vite vicendevolmente e invece il comune trend si dirige esattamente all’opposto.

Si dice che Wisteria, ovvero glicine, per la cultura giapponese rappresenti amore e longevità, chiedo conferma a chi è molto esperto in materia, ma intanto vorrei prenderlo come un augurio, aggiungendo la mia interpretazione personale di questo glicine: libertà.

Spiccano viola nel viola delle nuvole e dei viali.
Assurdo miracolo, per un’anima
per cui contano, gli anni,
che sono stati per lei ogni volta immortali.

A-MICI IN CITTÀ

A-MICI IN CITTÀ

A-mici in città è un focus sui gatti a cura di Legambiente, che ha offerto l’occasione per rilevare alcuni dati.

L’aspetto sul quale mi vorrei soffermare è questo: all’anagrafe felina, il comune che conta il maggior numero di A-mici per numero di abitanti è il comune di Sant’Angelo in Lomellina: più di un gatto ogni due cittadini.

Si vede che da queste parti i gatti si trovano particolarmente bene laughing

In effetti Gravellona vanta addirittura una gatta sindaco.

Io non posso fare a meno di pensare immediatamente ai gatti della famosa “junkyard somewhere in London” … hai già indovinato?!

Parlo dei mitici Jellicle Cats!

Non occorre che io aggiunga altro, vero?

Casomai dovrei aggiungere gratitudine a Andrew Lloyd Webber per averci donato Cats: un musical gioiosamente coinvolgente, ricco di vitalità, e magicamente caleidoscopico.

 

Musiche meravigliose, costumi e trucco strabilianti, coreografie incantevoli.

Fonte di ispirazione: Old Possum’s Book of Practical Cats di T.S. Elliot. 

Ricordo ancora il mio stupore la prima volta: immediatamente rapita dal pensiero dei tre nomi:

The Naming of Cats is a difficult matter,

It isn’t just one of your holiday games;

You may think at first I’m as mad as a hatter

When I tell you, a cat must have THREE DIFFERENT NAMES.

Tu quanti nomi hai?

In effetti abbiamo più nomi anche noi umani, non trovi?

Uno dei nicknames che uso da sempre è proprio il nome di uno dei personaggi di Cats.

Mio marito mi ha regalato il dvd del musical in tempi in cui non era così semplice avere questo genere di cose, e mi ha regalato anche di più: abbiamo visto Cats agli Arcimboldi! Seduti in poltrona mentre i Jellicle Cats sbucavano intorno a noi, ho ancora gli occhi a cuore laughing

Posso invitarti a rivedere un piccolo estratto insieme?

Ora mi racconti dei gatti che vivono con te o vicino a te?

ALLA ZAMPA DI OGNI UCCELLO CHE VOLA È LEGATO IL FILO DELL’INFINITO

ALLA ZAMPA DI OGNI UCCELLO CHE VOLA È LEGATO IL FILO DELL’INFINITO

Alla zampa di ogni uccello che vola è legato il filo dell’infinito
trovo che questa frase di Victor Hugo si adatti in qualche modo ai pensieri che regala questo video di Ugo De Cresi:

Lo capisci perché mi arrabbio quando la Lomellina, questa terra di risaie e bellezza viene avvelenata

Non ti sembra di percepire davvero quel filo di infinito che si specchia, come il cielo, e ti porta a respirare in una dimensione migliore?

Quel volo di Ibis sacri è una melodia di libertà e armonia.

Eppure, gli Ibis non sono a casa loro, anzi, gli ambientalisti li giudicano una specie invasiva perché non autoctona, un po’ come le nutrie.

Ma come sono arrivati qui?
Ce li ha portati l’uomo.

Sempre noi che rompiamo gli equilibri …

Paradossalmente, risultano essere estinti in Egitto, dove venivano raffigurati come la rappresentazione del dio Thot.

Secondo la Treccani, Thot fu venerato come dio della scrittura e delle formule magiche, e ovviamente io non posso non pensare subito alla magia dei libri!

Qual è il libro che per te ha fatto scattare la magia?

Qual è il libro che ti ha fatto sentire a casa come un Ibis in Lomellina?

Qual è il libro che ti ha fatto volare legata/o al filo dell’infinito?

Alla zampa di ogni uccello che vola è legato il filo dell’infinito dunque a quale volo ti fa pensare?

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