LE MANI RACCONTANO

LE MANI RACCONTANO

Le mani raccontano è una esposizione organizzata a cura dell’associazione Arte in Vigevano

Come puoi vedere dalla copertina del catalogo della mostra, vengono ritratte le mani delle artiste, mani che sono espressione del femminile come arte presso la seconda scuderia del Castello Sforzesco di Vigevano.

L’introduzione è di Edoardo Maffeo.

Le mani raccontano arte espressa in modi diversi tra loro arrivando comunque a comunicare un elemento comune: la passione.

Le mani che raccontano la creatività delle donne.

Le mani che raccontano sono quelle di dieci donne del pavese:

Samantha Bonanno

Antonietta Bussi

Luciana Casatti

Loretta Dell’Acqua

Laura Dell’Erba

Diana Dent

Carla Gioetto

Rosy Mantovani

Chiara Sidoti

e Rita Viarenghi, artista e organizzatrice dell’evento.

 Seguo Samantha Bonanno da tempo e ancora una volta sono rimasta incantata.

Le sue sono mani magiche, capaci di creare con la carta eteree suggestioni insieme a concrete emozioni.

Di sé stessa dice: “for me everything in life is Art.”

Questo è il suo Nubivago: voce dotta recuperata dal latino nubivagus, composto da nubes ‘nube’ e dal tema di vagari ‘vagare’ che vaga, vola fra le nubi; che ha la testa fra le nuvole.

Ed io ne sono innamorata.

IPSEITA’ invece rappresenta tutte le riflessioni fatte sull’affermazione di sé, come individuo unico e distinguibile.

Diventare se stessi è un viaggio che dura tutta la vita, e forse è questo che ai miei occhi è così affascinante.
Samantha Bonanno 

Le tue mani cosa potrebbero raccontare?

WOMAD

WOMAD

Womad è l’acronimo di World of Music, Arts and Dance, fondazione internazionale di musica e arte nota principalmente per i suoi festival, che si tengono ogni anno in più località in tutto il mondo.

Non sai mai da dove può arrivare una notizia interessante” è il concetto che ho imparato in tutte le mie primavere.

A conferma ti dirò che la prima volta che ho trovato informazioni sul Womad stavo leggendo con mio figlio il suo libro scolastico di inglese.

Dobbiamo l’idea di questo festival di musica arte e danza a Peter Gabriel

Nel 1982 l’autore dell’immortale brano in 7/4 con quel motivo armonico che ha portato i pensieri di tutti su quel verde perfetto verso il cielo, insieme ad un gruppo di persone ha dato il via al primo festival proprio nel Somerset, a Shepton Mallet.

Successivamente il progetto si è evoluto in una missione: creare opportunità di scambio culturale e apprendimento per portare le arti di culture diverse al pubblico più vasto possibile sviluppando progetti di educazione artistica e apprendimento creativo.

Del resto lo spirito di contaminazione di Peter Gabriel ci è apparso forte e chiaro nella commistione tra percussioni tribali e suoni elettro-sintetici di Shock the monkey.

L’aspetto strepitoso del festival Womad che si sta tenendo in questi giorni, è che Carmen Consoli ha annunciato la sua partecipazione con questa foto.

La Cantantessa.

Direi che lei è perfetta per rappresentare la forza delle radici e la ricchezza delle collaborazioni.

Carmen è la prima artista italiana che si esibisce al world music festival.

27 / 30 luglio – Charlton Park sono le coordinate del Womad 2023.

In attesa possiamo guardare gli highlights dell’edizione dello scorso anno: la quarantesima.

 

E POI SAREMO SALVI

E POI SAREMO SALVI

Con E poi saremo salvi ritorno a ringraziare Monica e a parlare di premio Strega

E poi saremo salvi è il romanzo di esordio di Alessandra Carati, edito da Mondadori, vincitore del premio Opera prima Viareggio Rèpaci e tra i primi sette libri finalisti per il premio Strega 2022.

Andrea Vitali, celebre scrittore di Bellano, ha proposto e presentato il libro.

La salvezza raccontata da Alessandra Carati viene cercata a causa della guerra in Bosnia attraverso una fuga verso l’Italia, ma la caratteristica di questo romanzo è proprio la capacità di rendere bene l’idea di come essere in salvo non significa essere salvi.

E ci si ritrova a riflettere sulle radici, o forse meglio dire sullo sradicamento, e su come non c’è nessun posto al mondo in cui si possa fuggire dal dolore.

Un dolore che si manifesta in modi diversi è che è l’unico vero “arbitro.”

Alessandra ci racconta la storia di Aida per episodi, un po’ come quando noi ricordiamo “quella volta che.”

E tra una volta e l’altra la vita scorre.

E tra una volta e l’altra la famiglia muta, pur rimanendo un punto fermo, a tratti lontano, come la terra di origine.

La riflessione che mi lascia questa lettura riguarda la impossibilità di lasciarsi alle spalle il dolore, di qualsiasi genere sia.

Non possiamo impedire che il dolore sia parte di noi, possiamo solo scegliere come conviverci.

La salvezza, poi, di questo libro, si ricongiunge con un altro Premio Strega: il libro di Daniele Mencarelli Tutto chiede salvezza, non soltanto per affinità di titolo, ma anche per il tema trattato.

Ci sono infatti tanti tipi di salvezza a diversi livelli.

Trovo emblematiche queste parole di Pablo Neruda:
Se niente ci salva dalla morte, che almeno l’amore ci salvi dalla vita.


Però mi colpiscono anche queste due interpretazioni, fondamentalmente simili:

La salvezza umana giace nelle mani dei creativi insoddisfatti.
Martin Luther King

L’unico strumento che può salvarmi la vita è l’immaginazione.
Alejandro Jodorowsky

Tu ti sei sentita/o salva/o quando?

YOU MAKE ME FEEL LIKE IT’S HALLOWEEN

YOU MAKE ME FEEL LIKE IT’S HALLOWEEN

You make me feel like it’s Halloween la prima volta che ho ascoltato questo brano gotico elettronico dei Muse ho pensato a un complimento: mi fai sentire come se fosse Halloween. Forte!

In realtà però il testo della canzone racconta di come ci si sente in trappola.

Pensando a una situazione senza via d’uscita, ti ritrovi a immaginare scenari da film horror?
Sicuramente i Muse hanno giocato con questo concetto.

 

Tributo o parodia?

Il video è stato realizzato a cura di Jesse Lee Stout: Muse Creative Director per Metaform Studio, la regia è di Tom Teller.

I riferimenti sono davvero tanti, vuoi citarne qualcuno tu?

Ci sono varie interpretazioni di You make me feel like it’s Halloween, alimentate anche dalla frase finale: but you are the caretaker cioè “ma sei tu il custode.”

In una intervista Matt Bellamy ha scherzosamente dichiarato che c’erano troppe canzoni sul Natale ed era tempo che qualcuno celebrasse qualche altra festa, come Halloween ad esempio. 

Tu cosa ne pensi?

Indubbiamente i Muse nel corso di questi venti anni costellati dai loro successi ci hanno abituati a ben altre emozioni.

Personalmente sono sempre stata colpita in primo luogo dalla carica potente che Matthew Bellamy & Co. Riescono a tramettere, ma anche dall’estro che li contraddistingue unito ad un genere del tutto esclusivo che inizialmente rendeva complicato incasellarli in un genere musicale definito.

Qual è la tua preferita tra le loro canzoni?

Lo so, non è facile scegliere, io non riesco a stilare classifiche, sebbene abbia un legame speciale con alcuni dei loro brani.

Alla luce di questo possiamo forse riconsiderare You make me feel like it’s Halloween più per il messaggio che per le citazioni horror, sei d’accordo?

Il 26 ottobre i Muse saranno all’ Alcatraz di Milano  ottimo modo per sentirsi in Hallooween mood.

E tu? Quando ti senti come se fosse Halloween?

BORSE: CONTENUTI IMPROBABILI

BORSE: CONTENUTI IMPROBABILI

Borse: contenuti improbabili.
Ci ho già scherzato perché davvero non puoi immaginare cosa potrebbe uscire dalle mie borse.

Ma questa volta ho trovato qualcuno che mi batte.

Dopo ArtyCapucines, dopo le Bouncing bags e le borse di I sew so I don’t kill, di cui ti ho già raccontato, dopo l’upcycling con le Wicker bags, ti segnalo la Snowman carrier!

E in particolare Matsuzawa Yuko è l’artigiana che per Tsuchiya Kaban ha pensato e realizzato la borsa porta pupazzo di neve!

Il concept di 土屋鞄製造所【TSUCHIYA KABAN:
Nella mente di ogni coscienzioso artigiano di borse in pelle c’è un cassetto immaginario pieno di idee fantasiose per borse che possono essere utilizzate per trasportare cose diverse.
Affinando le loro abilità e attingendo dalle conoscenze che apprendono giorno dopo giorno, i nostri artigiani possono realizzare idee di design nelle loro menti.

Va detto che sono riusciti a concretizzarlo in maniera egregia!

Il porta pupazzo di neve nasce con questo pensiero:
Scaldata dal vapore che sale da una ciotola di zuppa calda in una fredda mattina,una rapida occhiata fuori dalla finestra coglie un fiocco di neve che va alla deriva, bianco come cotone, l’accogliente vista della prima neve è sempre una piacevole sorpresa.
Se solo potessi condividere con qualcuno caro, nel momento in cui cade la prima neve nell’aria...

E tu, cosa vorresti custodire in una borsa?

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