E “lui” è il premio BB Global Force conferito dalla rivista Billboard durante la cerimonia BB Women in music.
Global Force inteso come riconoscimento assegnato in qualità di donna dell’industria musicale che ha dato un contributo significativo al business e che, attraverso il proprio lavoro e il continuo successo, ispira generazioni di donne ad assumersi crescenti responsabilità nel campo.
L’evento Women in music celebra le donne all’avanguardia in tutti i campi della musica dalle compositrici e cantautrici, alle educatrici e a tutte le altre professioni musicali.
Ho visto lei …
Lei non necessita di presentazione: Annalisa, @nali è Global Force.
Non ho seguito il suo esordio, e la prima volta che ho sentito parlare di lei è stato nella misura del “brava ma al secondo posto.”
Finché durante una recita organizzata dalla scuola media frequentata da mio figlio, una allieva mi ha colpita cantando di un gatto blu.
Andando poi a ricercare, ho scoperto che la canzone era di Annalisa.
Annalisa che per tutti questi anni ha continuato imperterrita ad essere “brava, ma al secondo posto.”
Eppure non c’è persona che non conosca il suo “ho visto lei …”
Io stessa nonostante la mia radio sia perennemente sulla frequenza di Virgin, radio che trasmette solo musica rock, seenza sapere bene come o perché, mi sono ritrovata in testa il ritornello di Mon amour.
E il suo “ho visto lei…” è ufficialmente entrato a far parte del mio modo di parlare: quando mi trovo a descrivere qualcosa di mescolato, di intricato, di aggrovigliato.
Laureata in fisica, Annalisa Scarrone, Nali, ci insegna come si inseguono i sogni e come si dimostra al mondo la Global Force.
Tu hai visto lei che ha vinto lui?
Dedico questa foto a Tony: massimo conoscitore di Katy Perry.
aTUTTOCUORE ringrazio mio fratello e mia cognata perchè dopo Dodici Note anche quest’anno il mio regalo di compleanno è stata una esperienza stupenda.
Un’esperienza musicale ma anche visiva e sensoriale, perché ad ogni concerto Claudio Baglioni riesce a stupire con versioni diverse pur rimanendo fedele a sé stesso.
Dopo il debutto a Pesaro, la versione di aTUTTOCUORE indoor è partita al Mediolanum Forum di MILANO il 20, 21 e 22 gennaio e proseguirà il 5 e 6 febbraio.
Uno spettacolo che ti consiglio di non perdere.
aTUTTOCUORE si apre con E tu come stai? Ed è proprio come se Claudio volesse riprendere il filo del discorso con i suoi fan: come un lungo dialogo pubblico ma allo stesso intimo per il modo in cui lui si dona.
Segue Dagli il via… e ovviamente “il via” è solo l’inizio di una lunga sequenza di soprese.
Poi Acqua dalla luna … accorrete pubblico … vedrete …
vedrete la meraviglia creata dalla perfetta combinazione tra i costumi di e le coreografie di Veronica Peparini per la regia di Giuliano Peparini.
Proseguo con la scaletta:
Con tutto l’amore che posso e Quante volte caratterizzata dalle simpatiche mosse di ballo di Claudio Baglioni e dalla potente peculiarità di questo spettacolo: le immagini sui maxi schermi che fondendosi con i giochi di luce e con le evoluzioni di tutti gli artisti su e giù per le scale della scenografia generano una coinvolgente tridimensionalità.
E dunque Un po di piu’ Gli anni più belli Domani mai Quanto ti voglio Fammi andar via Niente più E adesso la pubblicità A tutto cuore.
E Claudio il cuore lo mette proprio tutto, nel senso di energia, nel senso di voglia di fare musica al meglio, utilizzando il cuore che, come ha dichiarato in una intervista, può anche essere considerato uno strumento a percussione, oltre che il calendario che scandisce il nostro tempo.
E ancora: Mal d’amore W l’Inghilterra Sono io Cuore D’Aliante Uomo di varie età Le ragazze dell’est Uomini persi Noi no Amori in corso Un nuovo giorno un giorno nuovo Con voi
e con noi Claudio ha cantato illuminando il pubblico con fasci di luce multidirezionali e totalmente inclusivi.
Immancabile Questo piccolo grande amore Dodici note Io sono qui Amore bello Solo Sabato pomeriggio Porta portese in una attuale versione arricchita da un tripudio di allegra giocosità.
Avrai Io me ne andrei Quel capolavoro di Mille giorni di te e di me La mia preferita per “il caffè che drizza i capelli” Via
E tu Strada facendo La vita è adesso e a conclusione la musica di Poster.
A quel punto invece di andare lontano, vorresti solo rimanere per non interrompere la magia ma sullo schermo scorrono i volti degli innumerevoli musicisti, coristi danzatori, artisti e performer.
Uno su tutti il ballerino Antonio Ciarciello, scelto dopo un casting epico, visto il numero di candidati, che per tutto il tempo danza come una sorta di alter ego.
Che dici? La scaletta è piuttosto lunga, eppure manca sempre qualche brano, tra le poesie in musica che Claudio ha scritto.
Tanti quanti sono i brani, altrettante sono le giacche che Claudio Baglioni ha indossato: una diversa per ogni canzone, senza mai un attimo di interruzione, in un continuo costante susseguirsi.
Incessante anche il caleidoscopio di immagini, futuristiche e attuali, così come evocative e suggestive a cura del light designer Ivan Pierri.
Punto fermo e imprescindibile rimane invece Paolo Gianolio che collabora ininterrottamente con Claudio Baglioni dall’album La vita è adesso del 1985.
Sono trascorsi molti anni da allora, eppure … La vità è adesso … o no?
Add your voiceè una call to action ovvero un invito all’azione lanciata dai Coldplay sul loro sito.
Più precisamente: Add your voice to a new song:
Ciao a tutti. Speriamo che stiate tutti bene in questi tempi selvaggi.
Abbiamo quasi terminato Moon Music. Se volete partecipare anche voi, forse potreste aggiungere la vostra voce a una canzone intitolata One World. (Ci piacerebbe molto.)
Tutto quello che dovete fare è registrarvi cantando “Ahhhhh” per qualche secondo sul sito oneworld.coldplay.com.
Potete copiare la nota sul sito, oppure cantare un sol o un do in qualsiasi ottava.
Grazie mille.
Con affetto,
Chris, Guy, Will e Jonny
Un invito conciso e significativo.
One World, il titolo della canzone, due parole che per me evocano un messaggio estremamente importante: io vorrei che il mondo fosse uno, nel senso di unito, nel senso della stesso mondo uguale per tutti.
Scopriremo presto come sarà questo “mondo” cantato dai Coldplay con le voci di tante persone.
Trovo questo coro esteso nello spazio un ottimo ponte per unire voci anche metaforicamente.
Ma ritornando con i piedi per terra, in concreto questa è la nota richiesta:
ed è possibile registrarla cliccando dopo aver selezionato la nazione di origine.
Che ne dici?
Aggiungerai la tua voce?
Come sai io canto sempre molto volentieri e in effetti le canzoni dei Coldplay sono in generale inviti a cantare: molto diverse tra loro, gioiose, a tratti spirituali, a tratti evocative tanto da rendere vivo il colore.
La voce di Chris Martin è introspettiva e anche molto caratterizzata: impossibile non riconoscerla.
Non si può dire lo stesso di lui: a distanza di tempo io sono ancora molto impressionata dalla volta in cui ha deciso di andare ad uno dei suoi concerti in metropolitana, in mezzo a gente comune, ma anche a suoi fan sullo stesso percorso, pronti ad ascoltarlo, ma non ad individuarlo, tanto che nessuno si è accorto della sua presenza.
Cold, freddezza, distacco?
Un “freddo” che loro hanno scelto di rappresentare a suon di musica.
Indubbiamente sono universali, ma ti chiedo: tanto quanto per qualche verso raggiungono tutti, altrettanto arrivano poi nel profondo?
Sicuramente sono arrivati in un modo che io amo quando hanno deciso di inviare lettere dattiloscritte ai loro fan per annunciare l’uscita dell’album Everyday Life.
Io voglio esprimere la mia ammirazione per il tributo a Enjoy the silence, complice Anton Corbijn, nel video non ufficiale di Viva la vida, che in effetti è forse la loro canzone che mi piace maggiormente, nonostante pare le statistiche indichino Yellow come la preferita dalla gente.
Lui dice che in fondo si tratta di dodici note: dodici note che racchiudono tutto.
Tecnicamente può anche essere vero, ma senza nulla togliere alla musica, sono le parole a fare la vera differenza.
Tante parole, lunghe una vita.
Parole che raccontano storie, parole che descrivono emozioni, parole che fermano attimi, suoi, miei, nostri.
Chi non conosce i famosi “tavolini dei caffè all’aperto”!
Per non parlare del tizio che “legge attento le istruzioni sul distributore del caffè” …
E ancora:
Un caffè che drizza i capelli un pacchetto di fumo e il vento rilegge il mio giornale e domani uscire di nuovo, farmi una faccia allegra per il prossimo carnevale un dolore freddo come un rasoio per un altro giorno che nasce muoio
Davvero il caffè può drizzare i capelli.
Una madonnina fosforescente e dei fiori finti sopra il comò cercavi i collant distratta e indolente e un giorno di più allo specchio il frigo russava dalla cucina e tu canticchiavi facendo il caffè la tristezza lunga della mattina
Tu canticchi quando fai il caffè?
Un via vai di voci e visi del colore delle vie di fuori che perde un po’ di fretta tra i caffè e i liquori se il tuo cuore avesse le finestre io potrei saltarci dentro e farti trovare tutto a pezzi al tuo rientro
Mi piace moltissimo il concetto di “perdere fretta” con il caffè!
E mai più le ciminiere le sirene la città i cancelli e i capannoni bagnati di foschia e di umidità … e mai più sedersi a mensa tra malinconia e purè la catena il nastro i giorni che vanno via col carrello del caffè ...
Notti in macchina a parlare il vetro basso per fumare notti di canzoni vecchie ancora buone da cantare notti buie come un forno notti insonni prima di un gran giorno notti dure di illusioni lunghe e scure di caffè…
Vecchie canzoni ancora buone da cantare … è davvero così.
Canzoni che direi più vissute che vecchie, canzoni da cantare insieme, durante un concerto.
Dodici note sono state il regalo di compleanno da mio fratello.
Per un curioso caso il numero dodici ricorre, lui sicuramente ne farebbe un gioco di parole.
La famiglia Gucci si è più volte dissociata dal ritratto che il film tratteggia, e non entro nel merito, ma ora finalmente posso dire che Lady Gaga in House of Gucci è veramente credibile, per la visione che ne ho avuto io.
Quindi, riprendendo il discorso su Patrizia Reggiani, a quanto pare la decisione di Lady Germanotta di non incontrarla non ha pregiudicato l’interpretazione, nonostante la Reggiani fosse indispettita.
Ovviamente ho osservato abiti, accessori, e outfit in generale, con particolare interesse sia per i pezzi Gucci, sia per i look anni 80, e devo dire che ho apprezzato il lavoro della costumista Yanti Yates.
Lavoro molto scrupoloso, partito da mesi di studio tra gli archivi della maison Gucci.
In una intervista al New York Times, disponibile in forma integrale su Instagram, Yanti Yates ha dichiarato che Lady Gaga era estremamente coinvolta, anche perché è una indossatrice completa, che sta meravigliosamente bene con tutto, che era estremamente concentrata su come il suo personaggio potesse apparire in un momento particolare e aveva opinioni molto forti su aspetti come i capelli e il trucco.
Ma anche lavoro difficoltoso, sempre secondo le dichiarazioni rilasciate durante l’intervista: la costumista creava le selezioni iniziali e poi lei avrebbe selezionato da lì.
Selezionava Gaga. Pare anche che ci siano stati giorni in cui per lei era “oggi no.”
Del resto lo stesso sito Gucci riporta come dichiarazione iconica di Yanti Yates: “Lady Gaga mi ha detto che in questo film voleva vestirsi come la sua mamma italiana. Per realizzare i suoi look ho potuto attingere sia al suo archivio personale che a quello storico di Gucci.”
Allo stesso tempo però ho questo dubbio che mi rigira in testa, quindi aiutami a capire se la mia percezione mi inganna dato che, effettivamente, nei primi anni 70 non è che fossi proprio nel mondo (se per quello nemmeno ora, ma questa è un altra storia).
Purtroppo non sono riuscita a trovare l’immagine della scena in cui Maurizio Gucci presenta Patrizia al padre Rodolfo, ma più o meno vale lo stesso anche per l’abito a fiori di questa foto.
Ovviamente io non sono nessuno per mettere in dubbio la ricostruzione, che in tutti gli altri frangenti ho ammirato, e lo sottolineo bene, ma l’idea di questo vestito mi lascia perplessa. Sbaglio io, vero?
Oltre agli abiti, House of Gucci offre la visione di una fantastica serie di preziose auto “d’epoca.”
In particolare, ho amato molto il modo in cui il regista Ridley Scott inquadra gli arrivi a casa di Rodolfo Gucci: focalizzati sull’ingresso. Dall’esterno verso l’esterno.
Questa inquadratura ricorre più di una volta nel film, con auto diverse che arrivano davanti a quella entrata.
Per me è stata una sorta di “storia nella storia,” quasi un simbolo per scandire il tempo.
Nella foto qui sotto, con lo stesso principio, in contrapposizione si assiste ad una partenza. Che poi è anche un inizio: l’inizio di una strategia per il rientro di Maurizio nell’azienda.
Per il resto ti rimando alla recensione di Matavitatau, io, un po’ come per Cruella, ho molto gradito la colonna sonora non originale.
Come per gli abiti a fiori, ho avvertito una sorta di disorientamento temporale che in alcuni casi mi ha conquistata, in altri mi ha lasciata una specie di interrogativo.
Ad esempio, mi è piaciuta la scelta di Faith di George Michael per accompagnare la scena del matrimonio: nonostante l’incongruenza anacronistica, mi ha trasmesso una gioiosità che controbilanciava il vuoto creato dall’assenza dei familiari di Maurizio.
Al contrario sono rimasta perplessa nell’ascoltare Ritornerai di Bruno Lauzi come sottofondo alla scena in cui Aldo Gucci si reca con Maurizio e Patrizia nella tenuta sede del loro allevamento storico. La canzone è meravigliosa, ça va sans dire, e il senso è incentrato sul ritorno alle origini, però per la mia personale percezione è come se qualcosa stridesse.
A parte questo, potrei elencarti un brano più bello dell’altro, e vorrei proporteli tutti: Here comes the rain again degli Eurythmics chettelodico a fare, Heart of glass di Blondie, Ashes to ashes del Duca Bianco David Bowie, Blue Monday dei New Order, Una notte speciale di Alice, Sono bugiarda di Caterina Caselli, ma anche Largo al factotum da Il Barbiere di Siviglia di Rossini, Madame Butterfly e molto molto altro.
Mentre scegli quale preferisci ascoltare prima, ecco qualche caffè.
COMMENTI RECENTI