TIM BURTON COFFEE

TIM BURTON COFFEE

 

L’11 ottobre a Torino, presso la Mole Antonelliana è stata inaugurata una esposizione molto particolare: Il mondo di Tim Burton  a cura del Museo Nazionale del Cinema.

Tim Burton non necessita di presentazione e ogni descrizione risulta riduttiva rispetto al suo stile del tutto personale, in due parole potrei dire che c’è un prima e c’è un dopo Burton.

Chi potrebbe lungamente descriverlo è Paola Pioletti, profonda conoscitrice del suo genio creativo.

Le mostre invece sono la specialità di Maria sul suo Art and Cult Blog

Io piuttosto vorrei chiacchierare di caffè laughing

Un po’ come ha fatto Eva Carducci proprio con lui.

@theevesapple

Quando ho fatto ridere Tim Burton grazie al caffè 😜 #timburton #netflix #dietrolequinte #imparacontiktok #junket #luccacomics #mercoledi #wensday @Netflix Italia

♬ suono originale – Eva Carducci

E tu cosa pensi?
Come immagini il Tim Burton Coffee?

 

Lo sapevi che a New York il Beetle House è dedicato a Tim Burton? Io sono andata a fare un giro virtuale e mi sono innamorata dell’insegna: Come as you are …

Ti piacerebbe andarci? Cosa odineresti?

E se finissimo a cantare Day-O?

Anche nel centro storico di Città del Messico esiste un bar in stile burtoniano: El Extrano Coffee Bar.

A noi in Italia invece è venuto in mente di inventare la Wonka vaccinara … io ammiro sempre la fantasia, ma in questo caso … passo!

Visto che siamo a Torino, un classico Bicerin è troppo poco dark?

In effetti … ad ogni modo possiamo ripiegare sull’iconico Caffè Torino nell’Aula del Tempio del Museo.

Kevin Spacey durante una visita ha consigliato di renderlo un bar funzionante, che dire?

In questo caso, la versione Tim Burton Coffee prevede uno speciale allestimento con locandine in edizione molto limitata.

Tu quale vorresti?

A me piace Il mistero di Sleepy Hollow.
Sapevi che
 Johnny Depp alla fine delle riprese decise di adottare Goldeneye, il cavallo con un occhio solo che nel film recita nel ruolo di Gunpowder?

Ma torniamo alla polvere di caffè, anzi alla polvere di Tim Burton Coffee, c’è un film che non ti stanchi mai di rivedere, o che associ ad un aneddoto particolare?

GLASS ONION Knives Out

GLASS ONION Knives Out

A volte ritornano … e riecco Knives Out!

 

A proposito della prima Cena con Delitto sono stata MOLTO enigmatica, quindi ora, per la legge del contrappasso, come minimo dovrei spoilerare laughing

Scherzo! Ovviamente non lo farò, anche se in realtà il “mistero” non è certo la parte interessante del film Glass Onion

Personalmente ho trovato divertente tutta la catena di citazioni e camei inanellati tra di loro come una lunga sequenza di chicche.

Compare persino Spot

Il cameo che ho adorato di più?
Angie” … a te scoprire di chi si tratta.

Tra il cast ufficiale invece la mia preferita è Kate Hudson, che curiosamente si ritrova di nuovo con la stessa amica di Come farsi lasciare in dieci giorni, il film di cui ti avevo parlato a proposito di You’re so vain

A proposito di amicizie: il regista Rian Johnson è amico del … gong orario ovvero Joseph Gordon-Levitt.

La citazione non ufficiale più iconica sempre secondo me è il White Russian: anche se Drugo è unico e inimitabile.

A proposito di bevande: attenzione ai drink!
Tra l’altro Glass Onion è il nome di un bar.

Per quanto riguarda il caffè in una scena c’è la tazza I love New York della foto, ma è decisamente il tè Kombucha di Jared Leto a farla da padrone.

Miles Bron, il personaggio interpretato da Edward Norton, è praticamente la parodia del … cosiddetto nuovo proprietario di Twitter

Dave Bautista è in netta regressione rispetto al suo Drax ne I guardiani della galassia.

E sinceramente ho tremato all’idea che qualcuno possa pensare di paragonare il detective impersonato da Daniel Craig a Hercule Poirot

Tutto sbagliato dunque?
Sì. Ma è proprio questa la forza del film.

È una cosa pericolosa scambiare il parlare senza pensare con il dire la verità.
Benoit Blanc

RETURN TO TIFFANY

RETURN TO TIFFANY

Return to Tiffany è la collezione iconica della Maison Tiffany.

Le origini risalgono al 1966, quando Tiffany iniziò a vendere per la prima volta dei portachiavi con l’ormai famosa frase “Please Return to Tiffany & Co. New York.”

Ai portachiavi veniva assegnato un numero di registrazione unico, che assicurava a Tiffany & Co la possibilità di risalire al proprietario qualora le chiavi fossero state smarrite.

Ecco perché restituire a Tiffany: perché il prestigioso negozio della Fifth Avenue avrebbe potuto ricongiungere i dati attraverso un preciso e riservato numero di serie.

Nei cinquanta anni che sono trascorsi, la collezione Return to Tiffany ha lasciato il segno come simbolo della tradizione artigianale, pilastro fondamentale di Tiffany.

Una pubblicità di Tiffany mostrava il regalo perfetto per San Valentino: un cartellino Return to Tiffany a forma di cuore in oro giallo 14 carati, al prezzo di 11 dollari …

Nel corso del tempo, ci sono state varie evoluzioni: nel 1980, Tiffany ha debuttato con il primo gioiello che incorporava la targhetta Return to Tiffany, un ciondolo a forma di cuore in oro giallo su una collana.

La collezione si è ampliata fino a diventare un assortimento di anelli, bracciali e orecchini, ognuno con la propria personalità, tutti incisi con l’emblema che ricorda l’impareggiabile stile Tiffany

Ti è mai capitato di perdere qualcosa?

Mi piacerebbe che mi raccontassi che lo hai ritrovato o che ti è stato restituito da qualche anima buona.

Secondo l’articolo 928 del Codice Civile la consegna dell’oggetto ritrovato deve essere resa noto per mezzo di pubblicazione per due domeniche successive e deve restare affissa per tre giorni ogni volta.

Sembrano concetti arcaici, ora che qualsiasi tipo di informazione viene diffusa online.

In Giappone hanno un nome particolare per gli oggetti persi o dimenticati: WASUREMONO 忘れ物.

Non lo trovi carino?

Per loro poi la restituzione è una questione importantissima, sono estremamente precisi e accurati.

Gli oggetti più comunemente dimenticati sono:

. cellulare

. borsa 

. abbonamento

. portafoglio

. ombrello

. chiavi

. sigaretta elettronica

 

Le chiavi dunque arrivano molto dopo un oggetto che nel 1966 non esisteva: il cellulare, eppure Tiffany continua a rappresentare un po’ “il cuore di New York.” O no?

KEEP CALM AND GO … BOOKCROSSING

KEEP CALM AND GO … BOOKCROSSING

Keep calm and go … bookcrossing è la nuova iniziativa dei ragazzi di Keep calm and go volunteering

Nella foto la loro casetta inaugurata lunedì 28 marzo, non è deliziosa?

Si trova al Parco Cairoli, in via del Piave, a Belluno.
Se un giorno magari ti trovassi in zona …

Tu cosa pensi del bookcrossing?
Hai mai donato o ritirato libri?

A proposito dei ragazzi di Keep calm and go volunteering, proprio in tema di libri, Lorenzo mi ha dato un nuovo prezioso consiglio!

Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani.

Tu lo conosci?

Io spero davvero di leggerlo presto: Lorenzo sottolinea in particolare le considerazioni rispetto al caffè e al modo in cui viene bevuto mentre lavoriamo, segno di una società frenetica.

Ho trovato questo estratto
Con le strade che si popolavano subito dopo l’alba, New York perdeva ai miei occhi la sua aria incantata e a volte mi appariva come una mostruosa accozzaglia di tantissimi disperati, ognuno in corsa dietro a un qualche sogno di triste ricchezza o misera felicità. Alle otto la Quinta Strada, a sud di Central Park, a un passo da casa mia, era già piena di gente. Zaffate di profumi da aeroporto mi riempivano il naso a ogni donna che, correndo col solito cartoccio della colazione in mano, mi sfiorava per entrare in uno dei grattacieli. Che modo di cominciare una giornata! Pensavo ai fiorentini che entrando al Bar Petrarca di Porta Romana non ordinano semplicemente un «caffè», ma un caffè «alto», o un «macchiato», uno «in bicchiere» o «in tazza», «un cappuccio cremoso senza schiuma» o «un cuore di caffè in vetro» e pensavo al giovane Francesco che fa attenzione ai gusti di tutti. Per i più a New York, il caffè è una brodaglia acida messa in un bicchiere di carta con un coperchio di plastica a forma di ciuccio per poterla sorbire, ancora scottante. Camminando.

Sicuramente da ricollegare anche al famoso “primo caffè della giornata” e al modo preferito di fare colazione di cui stavamo parlando.

La tazza nella foto sotto invece non ha a che vedere con la colazione, è tratta da: Il ritratto del Duca ulteriore preziosa dritta di Lorenzo, questa volta cinematografica.

Non la trovi un’immagine dolcissima?
Conosci già questo film?

E tu, a Lorenzo e ai ragazzi cosa consiglieresti?

DOVE UNA POESIA PUÒ ARRIVARE

DOVE UNA POESIA PUÒ ARRIVARE

Oggi il calendario dell’Avvento ci regala il racconto in punta di piedi del blog Dove una poesia può arrivare

In punta di piedi perché ci parla di danza classica, ma in punta di piedi anche per come Laura, l’autrice, si presenta e ci presenta la sua storia.

Laura è iscritta alla facoltà di Ingegneria del Politecnico e per me è automaticamente stima, ma allo stesso tempo si descrive come una sognatrice con tanta voglia di girare il mondo e con tutta una serie di caratteristiche che io amo particolarmente.

Laura ha 19 anni e ha già scritto moltissimo
Il nome del blog è Dove una poesia può arrivare, ed è arduo trovare una risposta, ma forse è più facile poter dire Dove Laura può arrivare e glielo auguro, perché merita davvero.

E nel frattempo fa arrivare noi nientemeno che alla Juilliard dove un suo compagno di danza ha vinto una borsa di studio, e dove ha ambientato il suo racconto Schiaccianoci a New York:

La neve scendeva fitta sulla città di New York. Copriva i tetti delle case, le strade, i lampioni, gli alberi spogli, tutto stava diventando candido e l’atmosfera natalizia iniziava a farsi sentire sotto il cielo della Grande Mela. Ally si stava dirigendo alla Juilliard, la scuola di danza nella quale studiava da tre anni ormai, con il borsone sulla spalla destra e l’i-pod che riproduceva le note della danza della fata confetto nella mano sinistracontinua qui

Pin It on Pinterest