ANTI GASPILLAGE

ANTI GASPILLAGE

In materia di sprechi in Francia è entrata in vigore una legge nell’ambito del piano di lotta anti-spreco e per il riuso solidale.

Più precisamente: Loi Agec ovvero Loi Anti Gaspillage et Economie Circulaire.

Dopo il notevole passo in materia di Copyright contro Google, ai nostri cugini d’Oltralpe spetta un ulteriore primato: vietare lo smaltimento, ovvero il conferimento in discarica e l’incenerimento, di articoli non alimentanti invenduti.

Seconda una stima, ogni anno in Francia vengono distrutti prodotti tessili in una quantità equivalente al peso della Tour Eiffel.

Dal primo gennaio però, le aziende dovranno donare o riciclare i loro prodotti invenduti.

Il provvedimento per ora interessa i prodotti coperti dal regime EPR cioè a responsabilità estesa al produttore, e sarà esteso a tutti gli altri prodotti non oltre dicembre 2023.

Ma quali sono i prodotti EPR

Si tratta di una politica ambientale che rende i produttori responsabili dell’intero ciclo di vita dei prodotti che immettono sul mercato, dalla loro progettazione fino alla fine del loro ciclo di vita, compresa la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti.

In realtà questa normativa riguarda anche la Germania, perché io mi sto riferendo specialmente alla Francia?

Cosa ti fanno pensare i tessuti di cui ti parlavo prima?

Esatto, un settore particolare: la moda

Avevamo già parlato di Looop o di jeans in affitto, ma quali possono essere nuove soluzioni?

Ad esempio la nascita di piattaforme come Heuritech che, utilizzando l’intelligenza artificiale avanzata (AI) per tradurre le immagini del mondo reale condivise sui social media in approfondimenti significativi, consente ai marchi di moda di prevedere la domanda e le tendenze in modo più accurato.

Oppure come ReValorem che si occupa invece di smontare i prodotti per ripristinare i materiali laddove sia possibile, e annovera Dior tra i propri clienti.

O ancora Nona Source, creata da LVMH, che utilizza proprio il concetto di Looop e attraverso una startup come WeTurn propone pattern esclusivi con i nuovi filati rigenerati.

A proposito di tessuti: io non dimenticherò mai le Marché aux Tissus di Parigi.
Tu lo hai visitato?

FUNGHI ESPRESSO

FUNGHI ESPRESSO

Dai vostri commenti si desume che molti di noi utilizzano i fondi del caffè per concimare le piante, e questa è senza dubbio cosa buona.

Ma c’è chi prima di concimare le piante, sfrutta i fondi del caffè ritirati presso i bar di zona, per coltivare.

Ebbene sì: si tratta di una coltivazione senza terra, solo con i fondi del caffè, e produce funghi!

Questi funghi poi vengono venduti in fiere locali o ai ristoranti di zona: in Toscana.

Quale nome migliore se non Funghi Espresso

Tra l’altro, ironia della sorte, questa attività è sorta in un ex calzaturificio

Il progetto è stato presentato a UNIFI  Impresa Campus nel 2013  qui trovi lo spin off dell’Incubatore Universitario Fiorentino e la newsletter  che ne decreta il successo.

Funghi Espresso ha poi partecipato a Expo 2015 riscuotendo consensi e riconoscimenti.

Funghi Espresso si ispira alla Blue economy di Gunter Pauli inserendosi nel concetto di Smart city, ma ancor di più di Urban farming.

Antonio Di Giovanni tra gli ideatori della Startup Funghi Espresso, è infatti fondatore anche di Circular Farm il cui ciclo di produzione illustra nel dettaglio il processo di compostaggio e la coltivazione idroponica.

Tu hai già provato il metodo idroponico cioè fuori dal suolo?

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